Pandemic UK (Aggiornamento del 7 aprile)

 
 

Aggiornamenti precedenti

Le difficoltà si riscontrano ormai in tutta Europa ed ora anche i paesi scandinavi cominciano a fare piccoli passi indietro, vista l’elevata mortalità. Il nord Europa si sta svegliando dal torpore e dal ritardo atavico, sbattendo rovinosamente la faccia contro la realtà. Nel frattempo, i leader di tutto il mondo stanno mandando in queste ore i loro auguri di pronta guarigione a Boris Johnson

Non è passata inosservata però l’inadeguatezza dell’approccio non solo della classe dirigente tutta, ma in particolare del Primo Ministro Inglese. Boris Johnson, infatti, dopo essersi vantato di aver stretto la mano a tutti i pazienti covid19 incontrati in corsia, è finito lui stesso in terapia intensiva. Dopo un tira e molla tra affermazioni e smentite, Downing Street si è vista costretta ad ammettere che il Premier era effettivamente in terapia intensiva al St. Thomas Hospital a Londra. Intanto la sterlina è scesa dello 0,3% rispetto al dollaro a $ 1,22 e in calo dello 0,1% rispetto all’euro a € 1,13 poco dopo.

In caso di impossibilità per BoJo, sarà Dominic Raab primo segretario di stato (il vice di fatto del primo ministro) a prendere le redini del paese.

Interessante notare come il governo testi per primi i suoi componenti, abbia chiamato a raccolta una schiera di medici in pensione (gente di una certa età sottoposta per questo a un rischio maggiore) e sia nell’occhio del ciclone per le condizioni pietose in cui versa NHS.

Intanto nel giro delle ultime 24 ore i morti per covid-19 hanno continuato a registrare una crescita (senza contare il sommerso). Il 26 Marzo il segretario alla salute Jonathan Ashworth ha dichiarato: “Data l’enorme necessità di DPI, capacità di collaudo e attrezzature mediche cruciali, compresi i ventilatori, la gente vorrà sapere perché lunedì i ministri hanno affermato di aver “scelto altre rotte” rispetto alle iniziative congiunte dell’UE in materia di appalti, ma ora hanno affermano di aver perso le email pertinenti“. Sarebbe stato uno smacco troppo grande, evidentemente. 

Continua la ricerca disperata di volontari e personale di supporto per aiutare NHS a sostenere l’impatto della pandemia. Si cercano 25mila volontari, in una situazione in cui si fa sempre più pressante la necessità di un sostegno al reddito universale, come sta facendo ad esempio il governo spagnolo mettendo a disposizione quasi il 20% del Pil del paese in favore di lavoratori e aziende contro la crisi, di fatto ibernando l’economia e includendo 600 milioni per estendere i sussidi di disoccupazione.

Ci si ritrova invece nella situazione in cui le richieste del governo vengono ampiamente interpretate a proprio uso e consumo: se il governo ha dichiarato che solo i keyworkers sono autorizzati ad uscire per andare a lavorare, è anche vero che l’interpretazione della definizione di keyworker può rivelarsi una vera e propria fregatura di classe. Esistono situazioni in cui banche come HSBC a Southwark (una delle zone con il maggior numero di contagi) fanno lavorare parte dei dipendenti della caffetteria, costringendoli a prendere i mezzi pubblici ogni mattina con il rischio di essere infettati. Solo ieri 6 Aprile il sindaco di Londra Khan ha parlato ai cittadini in un video su skynews in cui, con l’espressione affranta, annuncia la morte di 10 autisti dei trasporti pubblici. 

“Il lavoratore della nostra caffetteria lavora nel settore chiave Food and other necessary goods (che include tutti coloro che svolgono un lavoro i produzione, processo, distribuzione, vendita e consegna), ma è anche vero che, in questo caso, il lavoratore esce di casa rischiando di beccarsi il virus perchè i colletti bianchi non possono fare lo sforzo di portarsi un panino ed un termos di caffè.” Questa è una testimonianza reale riportata da un nostro lettore che per ovvie ragioni rimarrà anonimo. Allo stesso modo ci troviamo di fronte affittuari che si devono affidare al buon cuore del padrone di casa che può decidere se proporre un accordo temporaneo per venire incontro alle necessità dell’inquilino oppure no; ad ogni modo, non può sfrattare per 3 mesi. Insomma, l’affittuario/dipendente non può far nulla se non rimettersi alla sensibilità personale del padrone di casa. 

Inoltre, sebbene sia stato emanato un decreto secondo il quale gli stipendi verranno pagati dallo stato all’80%, la domanda per lo stipendio non può essere fatta dal dipendente, ma deve essere fatta dal titolare. E si sa che specialmente i contratti a zero ore sono studiati per non dare troppe noie al datore di lavoro. 

Il Financial Times analizza: “I dati ufficiali mostrano che 950.000 persone hanno richiesto lo Universal Credit dall’inizio del blocco del Regno Unito, iniziato il 16.03.2020, il che conferma l’entità delle difficoltà finanziarie delle persone a seguito delle misure adottate per combattere il virus.(…) se l’attuale tasso di nuove richieste continuasse per altre due settimane, sulla base di schemi passati, potrebbe tradursi in un aumento di circa 450.000 persone che percepiscono sussidi di disoccupazione entro la metà di aprile. Ciò porterebbe il tasso di disoccupazione dal 3,9%  prima dell’epidemia di Covid-19, al 5,2% in aprile. (…) Il Dipartimento per il lavoro e le pensioni ha rilocato più di 10.000 dipendenti per aiutare ad elaborare le richieste e richiamare coloro che non sono in grado di superare le lunghe code sulla linea di assistenza; tuttavia, lo stesso dipartimento non è stato in grado di dire quante delle 950.000 richieste registrate erano state elaborate o avevano superato i controlli della verifica dell’identità del richiedente. I dati settimanali pubblicati dall’ufficio del gabinetto suggeriscono che solo una piccola parte dei richiedenti è riuscita a verificare la propria identità attraverso il processo online. Il problema più grande è che l’ondata di richieste suggerisce che stanno perdendo il lavoro molte più persone di quante sperassero i ministri. Alcuni di questi potrebbero essere lavoratori autonomi che non possono aspettare l’erogazione dei primi sussidi a Giugno – o che non si qualificano per ricevere aiuto.

Sono questi i risvolti negativi del lavoro flessibile che, a Londra, è praticamente la regola. 

Ma non finisce qui: il conservatore Jacob Rees-Mogg è sotto i riflettori della stampa britannica con l’accusa di approfittare della situazione di emergenza per fare profitti. Gli investimenti osservati dal The Guardian, Daily Mirror e dal Daily Mail finora includono ospedali privati in Brasile, farmacie in Sudafrica e un’azienda che produce un dispositivo di scansione facciale per controllare l’uso delle mascherine destinate al mercato cinese. La ditta di Jacob Rees-Mogg è in procinto di guadagnare una fortuna dai tumulti causati dalla crisi del coronavirus, a differenza di aziende già in difficoltà: alla lista si aggiunge la catena Debenhams, che conta 22.000 lavoratori.

In ogni caso la gente sembra percepire sempre di più la pressione ed aumentano le persone che decidono di stare a casa, come rivela il google report sugli spostamenti registrati. Google ha pubblicato dati e statistiche sui numeri di persone che visitano diversi tipi di località (luoghi ricreativi, parchi, shopping,residenze, luoghi di lavoro ecc.). Queste informazioni vengono create con insiemi di dati aggregati e resi anonimi dagli utenti che hanno attivato l’impostazione Cronologia delle posizioni (disattivata di default). Google calcola usando lo stesso tipo di dati anonimi e aggregati utilizzati per Google Maps.

Pudding Mill DLR station, East London – Foto di Alice Castiglione

Eppure sono ancora troppe le persone che continuano ad uscire, tanto che i governi locali (la Municipality of London è divisa in borghi) sono preoccupati che le persone possano contagiarsi proprio frequentando i parchi, rendendo così inefficaci le attuali restrizioni. Forse far passare il messaggio che un giro in bicicletta per prendere un po’ d’aria in una situazione di pandemia e in una città di 9,304,000 persone è una di quelle azioni che potremmo mettere sotto l’etichetta “leggerezze del governo”.

Coscienti di aver detto cose come “la underground è sicura” e altre “leggerezze”, i governanti nazionali e locali si prodigano tra applausi allo staff NHS ed elogi alla resilienza dei Londoners dimenticando, forse, che più degli applausi e degli elogi, i cittadini gradirebbero anche non dover aspettare la Premier League di turno per supportare il sistema sanitario nazionale, ed altre piacevolezze. 

Sebbene non condivisibile da tutti, è comprensibile in una certa misura la fuga di moltissimi connazionali che si sono ritrovati nel panico vedendosi, in molti casi ma non tutti, mancare la terra sotto i piedi. A rientrare sono studenti, lavoratori stagionali e giovani che lavoravano nei pub, molti con contratti a zero ore o in una situazione di cash in hand (letteralmente soldi in mano, ovvero di lavoro in nero; ebbene sì, anche qui esiste). 

Di buono c’è che l’Arts council ha messo a disposizione un fondo da 20 milioni di sterline per gli artisti, i freelancers e gli operatori dell’industria creativa (che sicuramente a Londra non mancano) fino ad un massimo di 2500£. Sono previste due date di apertura del bando al fine di scaglionare le richieste e non finire intasati come il resto dei sistemi di supporto. Speriamo funzioni.