Inchiostro Virtuale | Disforia di genere nei giovani e negli adulti

Di Jessica Zanza – La “disforia di genere” è la sensazione di angoscia e disagio che può manifestarsi fin dalla più tenera età, quando alla percezione di sé come uomo, donna o altro, non corrispondono caratteristiche sessuali congrue. In questo caso, perciò, si dice che l’identità di genere non è in linea col sesso biologico dell’individuo (Atkinson and Russel, 2015).

Prima di scendere nei dettagli, però, ci sembra doveroso introdurre alcuni concetti di base, per capire appieno la questione. Sesso biologico, identità di genere e ruolo di genere: non facciamo confusione! Queste espressioni, infatti, non possono essere usate indifferentemente, perché indicano concetti ben distinti fra loro.

Sesso biologico. Il sesso biologico è determinato dai genitali e dai cromosomi sessuali, nonché dagli ormoni prodotti dalle gonadi (estrogeni o androgeni). Più precisamente, si considera maschio assegnato un individuo dotato di attributi maschili e cromosomi sessuali XY; viceversa, si considera femmina assegnata una persona con attributi femminili e una coppia di cromosomi X (XX). Nelle persone definite intersessuali, invece, i cromosomi sessuali, i genitali e/o altri caratteri associati al sesso, non sono esclusivamente maschili o femminili. Essi, perciò, ricadono all’interno di uno spettro, ai cui estremi si collocano i sessi definiti tradizionali.

Identità di genere. Il concetto è stato introdotto nel 1964 da Stoller, ad indicare la percezione di sé come uomo, donna o genere alternativo (genderqueer), e inizia a strutturarsi intorno ai 3-4 anni per poi stabilizzarsi verso i 6-7 (SIAMS). Nella Disforia di Genere, dunque, il genere non è congruo al sesso, per cui può capitare che maschi assegnati si sentano donne, femmine assegnate si sentano uomini e così via.

Ruolo di genere. Identifica il modo in cui si viene percepiti dagli altri, in base all’aspetto e al comportamento, ed è correlato alla società e al periodo storico nei quali si cresce. Pensiamo agli stereotipi secondo i quali le bambine dovrebbero giocare con le bambole perché è “da femmine”, mentre i bambini dovrebbero giocare con i modellini perché è “da maschi”. Come l’identità, dunque, anche il ruolo può divergere da quello attribuito ai sessi dalla società.

L’immagine sottostante raffigura gli spettri del sesso, dell’identità e del ruolo di genere. Ciascuno di essi è rappresentato da una linea retta, definita continuum, ai cui estremi troviamo: i sessi maschile e femminile; i generi uomo e donna; i ruoli maschili e femminili. Alla domanda: “Dove ti piazzeresti in questi tre continuum?”, alcune persone si localizzano nelle posizioni intermedie: gli intersessuali, per quanto riguarda il sesso biologico; i bisessuali e i genderqueer, per quanto riguarda l’identità di genere; gli androgini, per quanto riguarda il ruolo di genere.

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Diagramma di sesso e genere. Ciascuno spettro è rappresentato da una linea retta, definita continuum. Agli estremi troviamo: i sessi maschile e femminile; i generi uomo e donna; i ruoli maschili e femminili. Alcune persone, tuttavia, rifuggono dalle suddivisioni tradizionali di sesso, identità e ruolo di genere.  [Credits: Navigating Diversity] Continua a leggere su Inchiostro Virtuale…


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