Astensionismo boom: il vero grande partito italiano

Di Giuseppe Sollami – I partiti hanno iniziato la noiosa e ripetitiva campagna elettorale già da alcuni mesi, a suon di chi la spara più grossa e di chi risulta (a loro immagine!) più onesto ed anti-sistema: sono tutti cosi anti-sistema oggi, che è lo stesso sistema ad essere anti-sistema.

Dai primi sondaggi – gonfiati, pagati, di parte, super partes o ironici che siano – si ha un quadro preciso e dettagliato su un’unica forza, invisibile, senza leader, senza nessuno che dibatte per essa, che è rappresentata dal cosiddetto “Partito del non-voto” o per meglio dire, la quota di elettori che preferiscono l’astensione.

Elezione dopo elezione questa quota di non-votanti va aumentando sempre di più: secondo gli ultimi dati, un italiano su tre, pari al 35% circa, non andrà a votare, forse perché poco informato, forse perché indeciso sul voto, oppure perché disgustato da una serie di partiti che ogni giorno spara qualcosa nei nostri televisori e nelle nostre radio per cercare di raggirare qualche spirito indeciso.

L’astensione in un sistema democratico non è un segnale da sottovalutare: significa malessere, un virus incubato che può provocare seri danni all’intero sistema, dal momento che questa fetta di elettorato non si sente rappresentato da nessuna parte politica e non gradisce nessun tipo di alternativa tra le forze in campo. I partiti, soprattutto quelli più estremi, hanno fomentato le classi meno abbienti con slogan provocatori come per il tema dei migranti, il reddito minimo, il rapporto con l’Europa. Tutte proposte che potrebbero avere una valenza in una legislatura avviata, dove si può discutere in aula di sovranità e diritti, ma che in campagna elettorale, se mal gestita dal punto di vista comunicativo, rischia di accendere micce pericolose in un paese dove la frammentazione politica – come il pensiero personale – è già molto estremizzata.

Tutto questo aumenta la “voglia” del cittadino di non andare a votare, poiché «se sale Tizio o Caio, non cambierà nulla, cosa vale il mio voto?». Moltiplicate questo pensiero per una manciata di milioni di persone ed ecco ottenuto l’incredibile dato dell’astensionismo.

Speriamo che gli italiani, al di là dell’orientamento politico, riescano, nel rush finale di questa campagna elettorale irritante, deplorevole e di basso profilo contenutistico, a informarsi in maniera ottimale e scegliere chi, a loro avviso, è il partito con il candidato migliore da eleggere. È bene ricordare che la nostra Costituzione, con i primi due commi dell’art. 48, afferma: «Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età; il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico». Buon voto a tutti.


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