Mr. Doodle e la sua arte compulsiva conquistano il mondo e il mercato dell’arte

Disegnare su qualsiasi cosa, oggetti, pareti, persone: Mr. Doodle è diventato virale con un video sui social che ha segnato l’inizio di uno degli artisti oggi più quotati sul mercato.


Il “Doodle-Virus” sta lentamente invadendo la Terra, ogni superficie del Pianeta si riempie di “scarabocchi” dalle forme più bizzarre improvvisate dalla mente frenetica di Sam Cox, in arte Mr. Doodle (o Doodle-Man). Sono diversi anni infatti che il giovane artista inglese sta letteralmente conquistando il mondo con la sua arte geniale e a tratti maniacale, una particolare street art urbana da lui rinominata “Graffiti Spaghetti”: motivi, personaggi, oggetti e forme disegnati su qualunque superficie a disposizione ed eseguiti in un’unica sessione continuativa e improvvisata. Un tratto compulsivo realizzato con pennelli, bombolette spray, gessetti o qualsiasi cosa capiti tra le mani dell’artista, che definisce la sua tecnica “OCD – “Obsessive Compulsive Drawing”.

La linea continua e stilizzata rimanda subito al graffitismo di Keith Haring, in una chiave “bambinesca” che vanta la travolgente creatività impulsiva di chi non conosce ancora i limiti del mondo, ed ha tutto lo spazio per immaginarlo come vuole: Sam Cox ha conservato orgogliosamente quel mondo, proiettato nella sua DoodleLand, il pianeta-specchio della realtà da lui percepita. 

Non ci sono incertezze nelle sue composizioni, ogni elemento si incastra perfettamente con quello che verrà dopo, in una magistrale gestione del pieno-vuoto che esalta ogni forma o personaggio immaginario creato sul momento, definendo uno scenario finale in cui lui stesso si “mimetizza” integrandosi perfettamente con e nella sua arte. 

mr. doodle

Nelle sessioni performative di Cox si assiste a tutti gli effetti ad un flusso creativo costante e compulsivo, un continuo creare senza mai ripetersi di elementi nuovi, diversi, e perfettamente disposti nello spazio  ad una velocità strabiliante.

È stata proprio questa rapidità di esecuzione, più che le opere stesse, a portare nella sua pagina Instagram 2,6 milioni di followers incantati dalle sue performance estemporanee portate al limite del fisico, come le sessioni di doodling dal vivo che arrivano addirittura alle due ore no-stop. Il video del 2017 dove Mr. Doodle invade la stanza di un albergo londinese (“Mr. Doodle’s Bedroom”), decorando a colpi di pennarello nero ogni singolo centimetro quadro a disposizione, ha fatto il giro del mondo spopolando sui social, e permettendo al giovane artista di ampliare il suo pubblico fino ad arrivare a quelli che poi saranno gli iniziatori di una rapidissima ascesa nel mercato dell’arte.

Mr. Doodle nel circuito delle aste

Il primo incontro con le aste arriva alla fine del 2019, dopo essere stato presentato in Asia dalla Sotheby’s Gallery di Hong Kong con la mostra personale “Mr. Doodle Invaedes Sotheby’s Selling Exhibition” in cui proponeva i dipinti iconici della storia dell’arte in chiave “doodleiana”. Il futuro sul mercato dell’artista stava per essere segnato e aveva tutta l’intenzione di essere luminoso, visto che 52 delle opere presentate sono state vendute ancora prima di essere esposte, per un valore totale di 197 milioni HKD. 

A marzo 2020, dopo l’incredibile successo, Sotheby’s propone alcune stampe dell’artista ad un’asta online, che saranno vendute per un valore nettamente superiore alla loro stima iniziale: in pochissimo tempo circa trecento delle sue opere verranno battute all’asta, acquistate complessivamente per 4,7 milioni di dollari. 

mr. doodle

Nel 2020 Mr. Doodle è al quinto posto nella classifica annuale degli artisti under 40 più di successo alle aste, e in quella under 30 è addirittura al primo dopo la vendita di Spring, un’opera lunga 4 metri con doodles neri su sfondo verde, battuta a Tokyo per quasi un milione di dollari e superando di dodici volte la stima iniziale.  

È interessante però come sia arrivato a raggiungere una cifra simile, avendo saltato diversi passaggi “di gavetta” per entrare nel mercato d’arte: non è stato messo sotto contratto da alcun gallerista, e non aveva neanche un pubblico di compratori affezionati che poi lo portavano a esporre in rinomati musei. Com’è stato possibile? Grazie ai social, ovviamente. 

Social, brand e altre strade verso il mercato dell’arte

Come nel caso dell’ americano KAWS (Brian Donnelly), uno dei più apprezzati artisti della street e pop art diventato famoso sui social per i suoi iconici “Toys” (e venerato in Asia dove, dal 2018 al 2020, ha generato in totale circa 175 milioni di dollari all’asta), Mr. Doodle si è fatto strada nel mercato dell’arte grazie a quella che oggi è una tra le forze più potenti e temute del periodo contemporaneo: i social network. 

Instagram e Facebook sono stati essenziali nella realizzazione di un profilo artistico di valore, dove il personaggio prende forma, crea la sua identità e ritaglia dei momenti unici e unicamente propri – come le sue sessioni di doodling – e definendo in maniera naturale la commercializzazione di quello che diventa a tutti gli effetti un “marchio”. 

La viralità e l’apprezzamento di un pubblico non selezionato fa il resto, aprendo le porte a collaborazioni con brand e grosse aziende (come in questo caso quelle con Puma, Fendi, Samsung e perfino Mtv). 

Non è detto che un artista brandizzato entri necessariamente nel complesso mercato dell’arte, ma è certamente una nuova strada alternativa in fase sperimentale, e già molto criticata – soprattutto nel campo della street art – . Eppure gli artisti che la intraprendono non intendono rinunciare alla propria identità artistica: ed è il caso di Mr. Doodle.

Mr. Doodle innamorato 

Attualmente Mr. Doodle sta portando in scena la mostra personale “Mr. Doodle in Love”, in programma fino al 5 giugno 2022 allo Shanghai K11 Art Museum dove, oltre all’iconico bianco e nero soliti del personaggio, presenta opere vivaci e colorate: un passaggio importante per la sua vita artistica e personale, che permette al suo pubblico di sbirciare nella vita privata della sua auspicata DoodleLand (oggi DoodleWorld) e vivere la trasformazione che ha portato il recente matrimonio con l’artista e collega Mrs. Doodle (Alena Cox), che aggiunge personalmente il colore nelle opere del compagno.

A livello comunicativo è un’importante occasione, come lui stesso afferma,  per spargere un po’ di amore, gioia e pura felicità, rendendo il momento dell’esposizione terapeutico ed emozionale: «La mia intenzione è sempre stata quella di creare un linguaggio doodle universale in grado di relazionarsi e attrarre persone da tutto il mondo».

È inoltre presente la Mr. Doodle Living Room, un’area decorata con adesivi doodleiani dove è possibile interagire con il processo creativo dell’artista aggiungendo stickers dati ai visitatori all’ingresso della sala. Inoltre in una cabina telefonica Mr. Doodle effettua chiamate a sorpresa invitando casualmente alcuni visitatori ad un incontro face-to-face.

Insomma il “Doodle-Virus” sta davvero conquistando il pianeta. Mr. Doodle sta crescendo, personalmente e artisticamente, e quello che presenta oggi è un bellissimo abbraccio di fiducia tra artista e pubblico, dove il “DoodleWorld” non è più un luogo dove rifugiarsi ma si rivela spazio intimo e reale, aperto e condiviso con chiunque voglia entrare.


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