Crisi in Ucraina, quali conseguenze per i diritti umani?

Da settimane imperversa la notizia di un possibile conflitto armato in Ucraina e di un’imminente invasione russa. Quali saranno le conseguenze sui diritti umani in caso di scoppio di una guerra?


Da ormai settimane imperversa la notizia di un possibile conflitto armato in Ucraina, e di un’imminente invasione del Paese da parte della Russia. Mosca ha infatti schierato oltre 100 mila soldati lungo il confine, e fatto registrare movimenti di oltre 100 navi da guerra nel Mar Nero, vicino alla Crimea, la strategica penisola che, a seguito di un referendum illegale, fu annessa dalla Russia nel 2014.

Nei giorni scorsi, Putin e i più alti organi governativi russi, hanno sempre negato ogni volontà di invasione del territorio ucraino, e accusato gli Stati Uniti di rendersi artefici, attraverso le loro affermazioni, dell’enorme instabilità e panico tra la popolazione.

Anche il Presidente ucraino Volodymyr Zelens’ky ha dichiarato: «gli avvertimenti degli Stati Uniti non ci aiutano, creano solo panico».

«La verità è che abbiamo informazioni diverse. E ora il migliore amico per i nostri nemici è il panico nel nostro Paese; tutte queste informazioni aiutano solo a creare il panico, non ci aiutano», ha continuato il Presidente in un discorso trasmesso il 12 febbraio scorso dalla televisione ucraina.

Intanto, però, molti Paesi – tra i quali anche l’Italia – hanno espressamente chiesto ai propri cittadini di abbandonare il territorio ucraino. La Farnesina ha inoltre vietato ogni spostamento non essenziale verso Kiev, e deciso di ritirare tutto il personale non essenziale dalla nostra sede diplomatica nella capitale ucraina. Ad ogni modo, secondo quanto dichiarato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, l’ambasciata italiana resterà pienamente operativa.

A seguito di un colloquio, durato più di un’ora, il Presidente degli USA Joe Biden ha fatto sapere a Vladimir Putin, senza troppi giri di parole, che gli Stati Uniti, insieme ai propri partner e alleati, nel caso in cui la Russia dovesse procedere con i suoi piani di invasione, non esiterebbero a intervenire in maniera forte e decisa, imponendo severi costi al Cremlino. 

Quali potrebbero però essere le conseguenze sui diritti umani in caso di effettivo scoppio di una guerra?

Secondo quanto riportato in un report condiviso dalla sezione italiana di Amnesty International il 28 gennaio scorso, «un’altra escalation del conflitto armato in Ucraina avrebbe conseguenze devastanti per i diritti umani nella regione: minaccerebbe le vite civili, i beni di sussistenza e le infrastrutture, produrrebbe un’acuta crisi alimentare e potrebbe causare sfollamenti di massa».

A pagarne le conseguenze, come sempre, sarebbero gli strati sociali più a rischio della popolazione ucraina, oltre ai più giovani e agli anziani. Nel Paese è già stato registrato un impatto negativo sui diritti economici e sociali. I prezzi dei beni di primi necessità e dei medicinali stanno difatti crescendo in maniera esponenziale.

Ne risente anche il diritto all’istruzione. Nelle ultime settimane le scuole sono state chiuse a fasi intermittenti, per motivi legati alla sicurezza degli studenti e di tutto il personale scolastico.

Secondo quanto dichiarato da Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International, le conseguenze dell’uso della forza militare da parte della Russia potrebbero avere effetti devastanti sulle vite dei cittadini ucraini. Non solo, anche la semplice minaccia di un attacco armato russo sta di fatto già danneggiando milioni di persone, anche all’infuori dell’Ucraina.

Già nel 2014, con l’annessione illegale della Crimea da parte della Russia e con le indipendenze unilaterali delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk nella regione orientale del Donbas, intere comunità sono rimaste divise e migliaia di vite sono state spezzate. «Le forze armate hanno calpestato impunemente i diritti civili»: così ha concluso Camallard. 

L’esercito russo si è più volte reso tristemente protagonista di gravi violazioni dei diritti umani e comportamenti apertamente ostili al Diritto Internazionale e al Diritto Internazionale Umanitario, ovvero il diritto che tutela i civili all’interno di conflitti armati, sia internazionali, sia interni; non solo in Ucraina, ma anche in Siria nel 2015, in occasione dei bombardamenti su Idlib, Aleppo e Homs, i quali causarono oltre 200 morti tra i civili. E ancora nel 2020, sempre in Siria, quando l’aviazione militare russa distrusse interi ospedali ed edifici scolastici.

Un altro aspetto molto importante di cui tenere conto è la possibile crisi migratoria che un’invasione dell’Ucraina provocherebbe. Amnesty International afferma che già nel biennio 2014-2015, durante il conflitto nella regione orientale del Donbass, milioni di persone sono state costrette ad abbandonare le proprie abitazioni.

Con un nuovo conflitto si stima che una ingente quantità di persone sarebbe costretta a migrare verso i confini europei, in particolare verso quella Polonia che già da qualche mese è impegnata nella costruzione di un muro anti-migranti al confine con la Bielorussia. Varsavia non ha di fatti tardato nel mostrare tutta la sua preoccupazione a riguardo.

Le violenze e le violazioni dei diritti umani compiuti dalle truppe russe e dai gruppi armati filorussi nella regione del Donbass, sono state inoltre denunciate dall’autorevole ONG internazionale con sede a New York, Human Rights Watch, attraverso la sezione dedicata all’Ucraina del World Report 2022

Torture, esecuzioni extra giudiziali, limitazione della libertà di parola, sparizioni forzate, detenzioni arbitrarie, discriminazioni di etnia, sesso, orientamento sessuale e religione, e mancato accesso a cure e servizi essenziali (perché non bisogna dimenticare che esiste ancora una pandemia in corso); sono solo una parte della lunga lista di atrocità commesse nella regione, da parte dei gruppi paramilitari separatisti e dalle forze armate russe.

L’Ucraina, Paese indipendente dal 1991, ormai da anni al centro delle mire espansionistiche di Mosca – la quale ha probabilmente sempre pensato di poterla riannettere in qualsiasi momento e a suo piacimento – si trova al centro di un conflitto ben più grande, che nemmeno la fine del Comunismo Sovietico e della Guerra Fredda hanno saputo assopire. Stati Uniti (e NATO) e Russia continuano dunque la loro infinita battaglia diplomatica e ideologica, a scapito di una popolazione che fin dai tempi dello stalinismo ha vissuto sofferenze inaudite.

Ciò che ci si augura, è che nei prossimi giorni la escalation di tensioni si plachi, evitando ad ogni costo lo scoppio di un conflitto armato, di potenziali proiezioni mondiali, nel cuore dell’Europa.


Immagine in copertina di Ministry of Defense of Ukraine

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