Abbiamo più di 3783 motivi per non “sfilare” come gli Ebrei deportati

Un numero, 3783, come un mantra, ripetuto e mostrato in pubblica piazza dai “deportati” No Pass che, talvolta, invece della stella di Davide, mostrano la svastica. Ma cosa rappresenta questo numero?


Come sempre i numeri sono frutto di operazioni e di interpretazioni, questo in particolare è il risultato di una reinterpretazione dei dati ufficiali dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità). Nello specifico si fa riferimento ad un editoriale pubblicato dal Tempo dove si fa una banale riduzione dei casi basandosi su percentuali estrapolate dal bollettino dell’ISS del 19 Ottobre 2021. 

È chiaro che la capacità di analisi dei movimenti No Vax e No Pass sia particolarmente fuorviata da movimenti extra-parlamentari e sociali proprio per alimentare dissenso ed paura, certamente legittimi, ma che non riescono a trovare risposte nella logicità degli eventi. 

Si sono vestiti da deportati, come se fornire il vaccino gratuito contro una malattia sconosciuta fosse paragonabile ad essere deportati nei campi di concentramento. Come se chiedere di fornire un certificato o di indossare la mascherina fosse paragonabile agli abusi ed ai soprusi che subivano i deportati ebrei (e non) nei campi.  

Siamo nel periodo più buio della storia dell’uomo, nulla a che vedere con il Medioevo raccontato nei libri. Abbiamo oggi tutti gli strumenti per comprendere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato.  Abbiamo tutte le conoscenze per agire con coscienza, ma a quanto pare è solo un’illusione. L’illusione del benessere, del progresso. Dice Giorgio Montanini in uno dei suoi famosi spettacoli,  “progresso ma non evoluzione”. 

Siamo nel periodo storico più tecnologico di sempre, e il futuro lo sarà ancor di più, ma l’accesso libero ed incondizionato a migliaia di device e di informazioni non è stato accompagnato negli anni dalla abilità di comprendere nel migliore dei modi queste informazioni che nella maggior parte dei casi vengono interpretate liberamente.  

Lo slogan è «LIBERTÀ, LIBERTÀ», ma la vera domanda è: libertà da cosa? O libertà di cosa?  Libertà dal virus o dai vincoli di una collettività con il rischio di una maggiore individualità e  alienazione delle idee? Libertà di muoversi o libertà di ammalarsi pesando sempre di più su un  sistema sanitario già martoriato da anni?  

La libertà si trova spesso fuggendo da essa, arroccandosi in correnti di pensiero che non le appartengono ma che sono rassicuranti. È più facile e sicuro pensare che i veri morti di  Covid-19 siano 3783 e non quasi 150 mila, fa meno paura, protegge. È più semplice pensare che le bare di Bergamo siano solo una messa in scena; che il vaccino sia uno strumento per controllare la popolazione; che il Green Pass sia una marchio della bestia di Satana – identificato in un Mario Draghi con gli occhi infuocati. 

È un processo naturale della moderna psiche umana, la negazione. Negare elementi logici,  appoggiando teorie quantomeno fantasiose, è un meccanismo di difesa per sentirsi al sicuro, e potrebbe essere utile nel momento in cui al sicuro lo si è per davvero, ma questa pandemia ha  dimostrato che siamo tutti uguali; ci ha buttato in faccia la cruda realtà della selezione naturale di cui tanto parlava Darwin, non una modifica genetica, ma chi più si adatta all’ambiente e alle modifiche contestuali. 

Esistono gli strumenti per stravolgere la selezione naturale e sono stati usati negli anni – il progresso di cui si parlava prima – e per un certo periodo sono andato di pari passo con l’evoluzione. Oggi questi strumenti vengono rifiutati andando incontro spesso a situazioni di estremo pericolo: da qui l’involuzione. 

Che venga urlato questo numero – 3783 – che venga tatuato, tramandato ai posteri, ricordando sempre che «la storia la scrivono i vincitori». Bisogna ricordare ai posteri, però, che nulla fu fatto per arginare il problema della diffusione di notizie false, nulla fu fatto per rassicurare il popolo e dare certezze.  

In farmacia le scatole di Xanax vendute in un mese sono più di 3783, ma quello non preoccupa, sarà il solito fenomeno che il “boom economico” ci sta lasciando addosso.

Di Francesco Lo Secco