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UFO, il rapporto del Pentagono apre nuove prospettive

Il mistero degli UFO sembra destinato a non avere mai risposte. Ma è davvero così o il nuovo rapporto del Pentagono potrebbe aprire nuovi spiragli?


Le numerose fantasie sulle forme di vita extraterrestri sono sempre esistite, fin da tempi immemori. Tra le numerose ispirazioni di natura cinematografica e i tanti piccoli frammenti di documenti – senza contare le innumerevoli testimonianze lasciate da tantissime persone, che fossero semplici allucinazioni o meno – c’è sempre stato un alone di mistero attorno a questi eventi.

Proprio per assenza di fonti certe l’argomento viene spesso derubricato a semplice fantasia. Tuttavia, in questi giorni un documento del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha riacceso in molti la curiosità verso questo affascinante, seppur poco esplorato, ambito di studi.

Facciamo un po’ di chiarezza. Il rapporto, fondamentalmente, non lascia alcuna conferma in merito ai cosiddetti UAP (Unidentified Aerial Phenomena), conosciuti più comunemente come UFO (Unidentified Flying Objects). Viene esplicitato in modo netto che nulla di quanto analizzato lascerebbe presagire che si tratti davvero di qualcosa che nulla ha a che fare col pianeta Terra. Eppure, per la prima volta in questo genere di documenti declassificati dal Dipartimento, non viene neppure esclusa del tutto la possibilità di una origine di natura diversa da quella terrestre. 

Il documento stesso cita cinque possibili cause per gli UAP, tra le quali appaiono anche fenomeni atmosferici naturali come fluttuazioni termiche che allertano i sensori a infrarossi e apparecchiature sperimentali, sia dell’industria statunitense (seppure non vi siano conferme ufficiali) sia di avversari politici e militari degli USA come Cina e Russia, nonostante i percorsi di volo di questi oggetti appaiano anomali. 

Proprio il quinto punto, alla voce “Other”, lascia intendere che si possa trattare di oggetti per l’analisi dei quali mancano le conoscenze scientifiche necessarie. E questo, ovviamente, ha scatenato subito le fantasie di molti, specie nell’opinione pubblica americana da sempre attratta da questo genere di notizie. Innegabile è il peso dei media, già a partire dal dramma radiofonico del 1938 (“La guerra dei mondi”) o dal famoso incidente del 2 Luglio 1947 a Roswell, dove secondo molti appassionati l’esercito americano avrebbe nascosto la verità, spacciando per “sonda precipitata” quelli che in realtà sarebbero stati resti di una navicella aliena.

A fomentare questo entusiasmo hanno contribuito anche le parole di Barack Obama, che proprio in merito a questo tema avrebbe suggerito in modo quasi ammiccante che il Pentagono sa più di quanto voglia rivelare, accennando anche al famoso rapporto di cui abbiamo parlato poco fa. All’Ezra Klein Show, podcast del New York Times, avrebbe parlato anche di quei 144 UAP registrati dal 2004 ad oggi, dei quali soltanto 21 potrebbero essere identificabili come minacce alla sicurezza da parte di altri stati, senza però averne la certezza. 

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Foto di Lim Huey Teng/Reuters, fonte https://www.npr.org

E il sibillino commento di Obama sul fatto che “siamo piccoli organismi su questo piccolo puntino che fluttua nel mezzo dello spazio”, per quanto sembri abbastanza scontato, ha lasciato intendere molto più di quanto magari si volesse dire sul tema. Argomento, peraltro, sul quale è stata richiesta anche l’opinione di un altro ex presidente, ovvero Donald Trump, fautore dell’investigazione che ha dato origine a questo ultimo rapporto del Pentagono.

Il rapporto del Pentagono sugli Ufo fa infatti parte di una disposizione contenuta nel disegno di legge da 2,3 trilioni di dollari per aiuti e stanziamenti per il coronavirus, firmato l’anno scorso. Tra le voci di quel disegno di legge possiamo anche riscontrare la richiesta di «un’analisi dettagliata dei dati e dell’intelligence sui fenomeni aerei non identificati» dall’Office of Naval Intelligence e, soprattutto, dalla Unidentified Aerial Phenomena Task Force. 

Gli esperti dell’intelligence hanno riscontrato, negli oggetti osservati, alcune caratteristiche che lascerebbero molti dubbi sulla loro origine: tra questi, la loro accelerazione, i cambi di direzione immediati, e la loro capacità di sparire in acqua. 

Per gli appassionati di ufologia ci sono dunque abbastanza prove per parlare di una conferma dell’esistenza dei veicoli volanti, descritti in numerosi antichi testi sanscriti e conosciuti come Vimana. Tuttavia, Donald Trump in un’intervista si è mostrato più scettico del suo predecessore, affermando di non voler rivelare altro, per non fomentare le paure o spezzare i sogni di chi potrebbe davvero crederci. 

Ricordiamo che, nel 2019, si era addirittura provato a organizzare un raid contro la famigerata “Area 51”, considerata una sorta di “luogo sacro” per gli appassionati poiché avrebbe al suo interno anche i resti della tanto contestata sonda di Roswell. Un raid che, in un secondo momento, è diventato una specie di Woodstock, tra fan del mistero e appassionati di alieni e misteri. Sembra quindi una scelta prudente decidere di non rivelare eventuali dettagli, ammesso che ci sia effettivamente qualcosa da rivelare. Dunque, tra rapporti insoddisfacenti e frasi intriganti, ancora oggi continuiamo a restare avvolti in questo mistero.