ripresa economica

Una ripresa economica superiore alle aspettative

In base alle recenti pubblicazioni della Commissione, del Fondo Monetario e dell’OCSE, la ripresa economica sembra in fase di rafforzamento a livello europeo.


Il clima economico sembra volgere al meglio sul Belpaese e sul continente europeo. Le recenti previsioni delle principali Istituzioni internazionali suffragano questa impressione. In particolare sembra avere una tendenza migliore del previsto la ripresa nel 2022 che sembra rafforzarsi in modo considerevole, raggiungendo o addirittura superando, in alcuni scenari, la crescita del prodotto interno lordo prevista per l’anno corrente.

Rimanendo al solo Stivale, le previsioni del Fondo Monetario Internazionale sono molto ottimiste e possono essere lette nei risultati dell’“Article IV Consultation with Italy” per il 2021. In questo documento è possibile desumere come la crescita per il 2021 e il 2022 si sia rafforzata rispetto alle stime precedenti e sia prevista una crescita del 4,3% (prevista al 4,2% in precedenza) per quest’anno e del 4% (contro il 3,6% precedente) per il prossimo. 

La crescita verrà trainata da diverse componenti fra le quali spicca il settore dell’export, gli investimenti, che finalmente si scongeleranno dopo il continuo rinviare delle aziende a causa della pandemia e i consumi interni che mostrano una dinamica sostenuta. Non indifferente in questo rilancio è il supporto dello Stato che sosterrà l’economia attraverso una forte politica di deficit che inizierà a ridursi soltanto dal prossimo anno. Tutti questi dati possono essere meglio visualizzati attraverso la tabella pubblicata sul sito del Fondo Monetario Internazionale.

Le dolenti note riguardano i dati sulla disoccupazione e sul bilancio dello Stato. Per quel che concerne la prima voce è previsto il superamento della doppia cifra sia quest’anno che il prossimo. Riguardo all’indebitamento del Paese è possibile osservare come sfiorerà il 160% quest’anno per poi ridursi drasticamente il prossimo. 

Il Fondo elogia la politica economica messa in campo dalle Autorità politiche nazionali sostenendo come abbiano costituito un argine al dilagare della crisi economica e mette in guardia il governo dai potenziali rischi nel prossimo futuro per il paese. Fermo restando il rischio pandemico, ancora in fase di risoluzione, i rischi maggiori proverrebbero, naturalmente, dal mancato completamento o dalla non implementazione delle riforme messe in campo dal governo Draghi per modernizzare il Paese. 

Inoltre, viene indicato come un campanello d’allarme il deteriorarsi delle condizioni del settore finanziario: al riguardo viene consigliata una maggiore attenzione all’erogazione dei prestiti pur sostenendo la necessità di evitare un credit crunch che sarebbe disastroso per l’economia nel suo complesso. 

Ripresa economica, le previsioni della Commissione Europea

Anche le Previsioni Economiche di Primavera della Commissione Europea presentano dati in netto miglioramento. Secondo le ultime stime, il Pil crescerà del 4,2% nel 2021 e del 4,4% nel 2022. Le stime precedenti indicavano un 3,4% per l’anno in corso e un 3,5% per l’anno prossimo. La raccomandazione principale della Commissione è evitare di ridurre, o sospendere, in anticipo le politiche economiche a sostegno della ripresa, in quanto non si è ancora fuori del tutto dal tunnel pandemico. 

Dal punto di vista dell’inflazione, si può dire che non ci sono grandi variazioni. Viene indicata solo una piccola crescita per l’anno in corso e spicca il 2,4% della Germania nel 2021, che sarà riassorbita già a partire dal prossimo anno. Anche il tasso di disoccupazione presenta un picco per quest’anno, una riduzione per il prossimo anno e un andamento simile presenta anche il dato del deficit pubblico. Tutti questi numeri sono esemplificati al meglio nella tabella 1 presente nel documento redatto dalla Commissione. 

Senza dubbio si tratta di dati in miglioramento significativo sia a livello continentale che a livello nazionale e hanno alla base un traino dei consumi interni, il rilancio degli investimenti (in linea con le previsioni del FMI) e la forte incidenza che presenterebbero i vari PNRR nazionali per le economie europee. 

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Il World Economic Outlook dell’OCSE

Infine un ultimo riferimento per comprendere l’andamento economico globale, può essere rintracciato nel World Economic Outlook del maggio di quest’anno dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Al suo interno può essere rinvenuta la diarchia che sta caratterizzando la campagna vaccinale a livello globale: in fase conclusiva nelle economie avanzate, in difficoltà sia per le economie povere che per quelle emergenti. 

L’andamento della campagna vaccinale si riflette sulle prospettive economiche dei paesi: dove la campagna vaccinale è molto avanti sono presenti dati economici migliori, figli di una ritrovata libertà e di un rilancio dei consumi e degli investimenti. Al contrario, le economie in ritardo nella vaccinazione della popolazione presentano una crescita quasi assente, se non ancora una contrazione, figlia delle politiche di contrasto della diffusione pandemica. 

L’Organizzazione afferma chiaramente i rischi di questa diffusione diseguale dei vacciniit is very disturbing that not enough vaccines are reaching emerging and low-income economies. This is exposing these economies to a fundamental threat because they have less policy capacity to support activity than advanced economies. A renewed virus-driven weakening of growth would be harder to cushion, resulting in further increases in acute poverty and potentially sovereign funding issues if financial markets were to become concerned»). Nonostante questa crescita diseguale, nel complesso, la crescita globale si dimostra più robusta (5,8%) di quanto in precedenza previsto (4,2% delle previsioni in dicembre) e presenta un’esplosione nelle economie avanzate molto al di sopra delle previsioni.

In conclusione, sembrerebbe che le politiche anticicliche messe in campo a livello globale abbiano dato i loro frutti, insieme alla forza mostrata dai vari governi e dalle multinazionali del settore farmaceutico per sintetizzare e produrre un vaccino efficace in modo rapido. Non è un caso, a questo proposito, il sostegno ancora una volta consegnato a queste politiche economiche nell’attuale G7 in Cornovaglia, dove è interesse delle principali cancellerie la definizione di una politica espansiva coordinata. 

Una volta iniziata la campagna vaccinale e allentate le misure di contenimento del virus, la crescita è ricominciata con una straordinaria capacità di recupero, ben al di sopra delle stime precedenti. In ogni caso un dato di crescita del Pil nazionale paragonabile a quello di quest’anno o del prossimo non è presente negli ultimi decenni e per trovarne di simili è necessario ritornare ai ruggenti anni del “boom economico”. Per l’Italia, questa forte crescita è evidentemente sintomo sia della capacità di resilienza dell’economia del Belpaese, sia della bontà delle scelte economiche effettuate dagli ultimi Esecutivi.


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