Palazzo Arezzo di Trifiletti, viaggio nel cuore della nobiltà ragusana

Se volete immergervi e rivivere l’atmosfera gattopardesca, quella dei balli eleganti e delle piacevoli conversazioni, allora non vi resta che varcare le porte del Palazzo Arezzo e godervi lo spettacolo.


«Ragùs forte rocca, città ricchissima che vanta antiche origini, nei cui mercati è un continuo andirivieni di genti da tutte le nazioni». Con queste parole, il geografo e viaggiatore arabo presso la corte di Ruggero II di Sicilia Muhammad Al-Idrisi descrisse la città di Ragusa, posta sul lato orientale della Sicilia, caratterizzata da una ricca e avvincente storia che si intreccia tra miti e leggende.

Il popolo ragusano, nelle numerose battaglie che dovette sostenere, si è distinto per la sua tenacia e la sua forza di volontà nel mantenere la sua indipendenza verso i popoli che ne contendevano la conquista. Ma proprio grazie a queste dominazioni, Ragusa divenne una delle città più ricche e fiorenti del Mediterraneo: dai greci ereditò la cultura classica e molte opere urbane, trovandosi al centro di numerosi traffici commerciali con tutte le nazioni che si affacciavano sul mare; dagli arabi ereditò una ricca e fiorente agricoltura, apportando innovazione nel lavoro agricolo.

Durante il periodo normanno Ragusa, grazie alle sue ingenti risorse economiche, fu dotata di una propria autonomia amministrativa, separandosi dal governo di Palermo: con il conte Manfredi III di Chiaramonte nacque l’Unione di Ragusa con la contea di Modica, e divenne una tra le città feudali più importanti della Sicilia.

ragusa storia Palazzo Arezzo di Trifiletti
Ragusa periodo normanno nel dipinto di Giorgio Cavalieri

Nel 1693, mentre era sotto l’influenza dei Borboni, Ragusa venne colpita da un fortissimo terremoto di magnitudo 7.3 con epicentro nella Val di Noto, che rase al suolo l’intera città distruggendo la maggior parte delle magnifiche opere di epoca greca e medievale.

Fin da subito gli abitanti di Ragusa, con pazienza e perseveranza, si impegnarono nella ricostruzione della città, e da tutta l’Italia vennero i più importanti architetti per aiutare nel recupero dei beni perduti a causa del sisma, e costruire nuove opere architettoniche. Tra le più importanti ricostruzioni che possono essere menzionate sicuramente il Duomo di San Giorgio, ricostruita in stile barocco tipica del Seicento, erigendola a simbolo della rinascita della città.

I lavori di ricostruzione dopo il sisma vennero ultimati nel 1888, e da quel momento tutta la parte riedificata venne chiamata Ragusa Ibla, per identificare quell’area che ancora oggi custodisce e mantiene le maggior parte delle opere architettoniche dell’epoca medievale e barocca.

Tra le opere della ricostruzione possiamo ammirare un palazzo che vanta antiche origini e che, per la sua particolare ubicazione, conquista il fascino e la curiosità di tutti i visitatori che vengono a soggiornare a Ragusa: il Palazzo Arezzo di Trifiletti

Il Palazzo Arezzo di Trifiletti venne acquistato da Carmelo Arezzo nella seconda metà dell’Ottocento, divenendo la dimora stabile della casata Arezzo. Gli Arezzo si stabilirono a Ragusa alla fine del Settecento e il loro casato risale al XII secolo. Grazie al barone Domenico Arezzo Prado e sua moglie Donna Concetta Sortino Casa, genitori di Carmelo, la casata degli Arezzo divenne la più potente famiglia di origini feudali dell’epoca nella provincia di Ragusa.

Il palazzo vanta uno stile neoclassico. Una volta che si oltrepassa il cortile il visitatore si imbatte in una grande scalinata a forbice che introduce all’ingresso del palazzo, e già qui si può ammirare lo splendore e la magnificenza del suo interno, diviso in varie sale e stanze decorate con pregevole fattura artigianale.

La prima stanza è quella dedicata ai ritratti, dove sono raffigurati tutti gli antenati della casata Arezzo che hanno dimorato all’interno del palazzo. Superata questa stanza si entra nella sala più prestigiosa dell’edificio, ovvero la “sala delle feste” decorata sfarzosamente con la pavimentazione in piastrelle di maiolica, tutte dipinte a mano per come impone la scuola napoletana di fine Settecento. Qui possiamo ammirare anche dei magnifici affreschi di fine Ottocento. La sala è inoltre arricchita da un mobilio di grande qualità artigianale, e di un tendaggio sfarzoso finemente decorato.

Dal balcone della sala possiamo ammirare un panorama unico nel suo genere, che ci permette di ammirare tutta la piazza sottostante con il Duomo di San Giorgio a fare da sfondo, che si impone alla vista per la sua bellezza.

Proseguendo l’itinerario si entra nel salotto giallo, luogo dove si intrattenevano gli ospiti per fare lunghe e piacevolissime conversazioni. Il salotto è decorato con grandi specchi incorniciati in oro, e numerosi e preziosi tendaggi e divani che rispecchiano un atmosfera gattopardesca. Infine nel palazzo si può ammirare una piccola cappella, dove i devoti della famiglia Arezzo si riunivano in preghiera.

Se oggi noi possiamo ammirare questo gioiello di architettura neoclassica è sicuramente grazie a Domenico Arezzo, che ha deciso di ridare vita al palazzo per renderlo fruibile al pubblico, da lui stesso guidato in questo viaggio che ripercorre le tappe storiche di questa dimora. Come ha affermato in una recente intervista, la nobiltà la intende «semplicemente come il piacere di tramandare e condividere la storia della nostra famiglia e di questo luogo che la rappresenta, con il suo vissuto». Questa condivisione avviene nel segno dell’umiltà, virtù tramandatagli da suo nonno e suo padre, che hanno avuto a cuore il benessere del palazzo e che Domenico porta avanti con orgoglio e passione costante, tenendo alto il nome della sua famiglia.

Tutte le foto di Palazzo Arezzo (palazzoarezzo.it)