seduzione

Il mercato della seduzione: come conquistare la donna dei sogni

Problemi a relazionarti? Difficoltà a conquistare una donna? Ci sono le accademie di seduzione per sapere cosa le piace e come impressionarla (in un mondo fatto di “impressioni”).


Durante quest’ultimo anno caratterizzato dalla pandemia di Covid-19, in Italia è senz’altro andato in crisi tutto quel complesso sistema di relazioni sociali, inevitabilmente condizionato dal distanziamento sociale e dalle limitazioni sugli spostamenti. Inutile nascondere che le ripercussioni psicologiche siano state e continuino a essere importanti, oltre che oggetto di numerosi studi, in Italia come nel resto del mondo. Ma ci sono comportamenti e dinamiche uomo-donna che sembrano rimanere cristallizzati nei millenni, almeno retoricamente, come se l’uomo fosse il soggetto attivo alla conquista della donna, la quale subisce e, solo successivamente, sceglie. Anzi, sceglie con consequenzialità quasi “scientifica” su metodi preconfezionati adottati dal maschio predatore. L’unico in grado di guidare le “operazioni”.

In una società che spinge, talvolta radicalmente, talvolta illusoriamente, verso l’uguaglianza dei sessi su tutti i piani, proliferano modelli strutturati di formazione indirizzati a una precisa e standardizzata rappresentazione della donna. Da alcuni anni si è infatti sviluppato un settore che riguarda le relazioni, o per meglio dire, la seduzione dell’essere umano femmina. Sono nate vere e proprie «accademie» maschili di seduzione che promettono risultati eccellenti e reazioni al limite della certezza matematica da parte della donna dei desideri, che si tratti di una ex o di una nuova fiamma da traghettare in «fuck-close».

Non è una novità che esista un mercato sui comportamenti inerenti l’auto-miglioramento in ottica di realizzazione personale, lavorativa ed economica. Non è un caso che in queste «accademie» a insegnare (oltre che a dirigerle) ci siano imprenditori, ingegneri gestionali, ex corsisti di guru della self-confidence. Esistono anche corsi femminili di seduzione, ma quelli rivolti agli uomini sono di più, più grandi e più ricchi. 

Perché «accademie»?

È difficile a spiegarsi. In Italia, da diverso tempo, molte scuole decidono di iniziare a chiamarsi “accademie” per aumentare l’appeal della propria attività. Lo stesso meccanismo avviene anche per quelle che “scuole” non sono. Un percorso qualunque, inquadrato nella definizione di accademia, aumenta inevitabilmente la propria autorevolezza. I due termini in questione sono molto diversi e sono le stesse autoproclamate accademie di seduzione ad allontanarsi avvedutamente dalla definizione di scuola

scuola accademia atene seduzione

Partendo dall’etimologia, la parola “scuola” (dal greco scholḗ, «tempo libero» e successivamente «luogo di lettura») indica un’istituzione destinata all’educazione e all’istruzione di studenti, nello specifico grazie a professionisti che detengono un certo tipo di conoscenza.

La parola “accademia”, invece, fa riferimento all’approfondimento delle conoscenze di più alto livello. Proprio il prestigio di questo appellativo porta molti istituti a utilizzarlo, spesso impropriamente. Derivante dall’eroe di guerra Academo, il quale aveva donato agli ateniesi un terreno divenuto poi un giardino dove Platone filosofava con i suoi discepoli, il termine accademia indica un luogo di formazione che unisce la teoria, la pratica e l’ambito (in qualche modo) spirituale.

Esempi possono essere: un’accademia di formazione politica per ragazzi, un luogo di studio delle tradizioni culinarie, un istituto che si occupa di «belle lettere» o «belle arti» e così via. Un’accademia di seduzione non sembra rientrarvi correttamente sia perché non appartiene alla sfera dell’istruzione, sia perché non approfondisce un sapere (nell’accezione tradizionale).

Chi sono le “guide spirituali” verso la svolta?

Accademia o scuola che sia, ogni buon motivatore deve saper vendersi bene e vendere bene il proprio prodotto: in questo caso abbiamo degli esperti delle “dinamiche femminili” che vendono trucchi. E non parliamo di cosmesi: si vendono (e anche a costi elevati che superano i mille euro) consigli e chicche per la facile conquista di una donna. La maggior parte dei tutor vanta migliaia e migliaia di risultati esaltanti che sono stati raggiunti dai propri corsisti, con tanto di foto e video di presunti nuovi “graduate lover” che baciano ragazze.

I tutor garantiscono monitoraggio dei progressi e assistenza continua, telefonica – telematica in generale – e dal vivo. Sì, dal vivo: oltre alle sessioni in videochiamata e ai video corsi, tutor e corsista possono recarsi al pub o in giro per la città per andare “a caccia”, e le consumazioni e le altre spese eventuali di entrambi le paga sempre l’iscritto. Si mette alla prova il livello di apprendimento dell’accalappiamento professionistico in discoteca, o comunque in un luogo adeguato allo scambio di occhiate e gesti tattici. Dalla teoria alla pratica.

Il trainer che accompagna l’aspirante seduttore, insegnerà come «conquistare la ragazza dei sogni» o come «riempire la propria vita di situazioni» – lasciando ben poco spazio all’immaginazione – o, addirittura, «come riconquistare una ex» anche utilizzando “modelli di previsione” nei botta e risposta in chat. Il tutto dall’alto della lunghissima esperienza che si legge nei curricula dello staff di questa o quell’altra accademia, che si dilungano in racconti biografici costellati di sofferenze, struggenti racconti di cuori infranti, delusioni iniziali e, quindi, di svolte che hanno portato a numerose conquiste e relazioni «a medio termine».

bacio seduzione ragazza

Alcuni racconti si lasciano andare a un sentimentalismo davvero poco convincente, come quello in cui si legge che «ogni singolo attimo, ogni singolo appuntamento, ogni singolo momento vissuto accanto ad una ragazza, è unico e irripetibile. Così come uniche sono le donne, ognuna fatta a suo modo e ognuna speciale a suo modo». Ma è pur sempre il racconto di un insegnante di leggi della seduzione.

Cosa promettono le accademie di seduzione?

Girls, girls, girls (come recita il titolo dell’album di una celebre band hair metal). Ogni accademia di seduzione si rivolge all’uomo che vuole migliorare la propria vita sentimentale e il proprio approccio con l’altro sesso. Ogni corsista necessita di sapere «cosa dire e fare esattamente per conquistare le ragazze sia dal vivo che in chat». L’accademia insegnerà i segreti per avere la ragazza «o le ragazze» dei propri sogni. L’obiettivo è costruire il seduttore perfetto.

Identikit del seduttore patentato: sicuro di sé, privo di blocchi esistenziali; comunicativamente magnetico e attento osservatore del linguaggio del corpo; deve avere un atteggiamento da leader; deve capire con «che tipo di donna» ha a che fare; deve saper risaltare nel marasma degli altri concorrenti sui social; non deve fermarsi mai nella confortevole certezza di essere “arrivato”, giunto al massimo delle proprie capacità. 

In sintesi, lo studio della donna va dalla cura della propria copertina social alla previsione di «ciò che la fa impazzire»; l’uomo deve apparire come uno spietato manager in carriera. Alle donne, dunque, piacerebbe questo. Non c’è spazio per le fragilità, la timidezza, l’introversione e la stravaganza.

Il “sistema” funziona?

Un’accademia di seduzione dispensa consigli su un approccio positivo e, soprattutto, consapevole della persona che si ha di fronte. Oggi, infatti, si hanno a disposizione decine di riferimenti per costruire l’identità (apparente) di una persona: le fotografie, i luoghi visitati, le pagine seguite, i post, i commenti sui social, gli eventi a cui si sceglie di partecipare e tanto altro. 

Sottolineando l’ovvio, ovvero come la donna non sia oggetto di conquista, dotato di reazioni e pulsioni standardizzabili, l’esito di un avvicinamento basato sullo studio di una particolare donna potrebbe essere statisticamente positivo, e sono due gli elementi decisivi, ma non dipendono da una intrinseca abilità seduttiva.

Il primo è che, in un mondo sospinto dalle impressions (le views dei post), tutti, o quasi, siamo vittime dell’omologazione sociale 2.0. Si tende a riconoscersi in una categoria esistenziale – la nerd, il metallaro, l’asociale, il negazionista (che per ovvie ragioni non vuole definirsi così!) – e a ruotare intorno agli stessi interessi coincidenti con quelli di altri “simili”. E qui le piattaforme social giocano un ruolo polarizzante nell’aggregazione di utenti somiglianti.

Quindi è plausibile (e allo stesso tempo drammatico) poter capire se utilizzare con qualcuno l’approccio A, l’approccio B o l’approccio C, eccetera. E questo ci porta dritti al secondo elemento: quella vera e propria finzione scenica costituita dall’adattamento “liquido” dell’atteggiamento in base ai gusti e alle preferenze della persona da conquistare. In questo caso, meglio un’accademia teatrale, degna tra l’altro di chiamarsi così. 

Morale della favola

In definitiva, va detto che non esistono leggi che descrivono la scelta femminile di un uomo invece di un altro. E non esiste neanche il tipo X adatto a Y: per questo, per l’esigenza di mercificare ogni scelta, c’è Amazon e le recensioni dei prodotti (quando va bene). Negli incontri esiste soprattutto il caso, la sorte. Nel bene e nel male.


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