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Rider in sciopero: oggi è il No Delivery Day

Oggi in oltre 30 città italiane i rider non effettueranno consegne e invitano la clientela a boicottare per un giorno intero le piattaforme di food-delivery. Le loro rivendicazioni sono semplici e indispensabili: le tutele che fino ad oggi sono state loro negate.


Oggi è il No Delivery Day e in oltre 30 città italiane i rider sciopereranno per chiedere maggiori tutele e non effettueranno consegne a domicilio. Lo sciopero, sostenuto da Uiltucs, è stato indetto durante l’assemblea del 26 febbraio 2021 organizzata dalla rete RiderXiDiritti, durante la quale si è discusso delle tutele non garantite dal CCN e dalle maggiori piattaforme di delivery, quali Deliveroo, Just Eat, Glovo e Uber Eats.

L’evoluzione del mercato del lavoro sempre più rivolta verso la Gig economy e il mancato adeguamento dell’inquadramento dei lavoratori, costituiscono non poche difficoltà in materia di tutele i “nuovi” lavori, ma a poco a poco i nodi vengono al pettine.

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Cosa prevede il CCNL Assodelivery-UGL

Il 16 settembre 2020 AssoDelivery, l’associazione che rappresenta le maggiori piattaforme di delivery, annuncia con un comunicato stampa di aver siglato un accordo con il sindacato Unione Generale del Lavoro (UGL) sottoscrivendo un Contratto Collettivo Nazionale a tutela dei rider, elaborato secondo le disposizioni contenute nel Decreto legge n.101/2019 in materia di “Disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali”, convertito in Legge n. 128/2019 il 2 novembre 2019.

Il nuovo CCNL rider, secondo il comunicato, «aumenta le tutele dei rider che operano come lavoratori autonomi nell’industria italiana del food delivery» prevedendo, in particolare: un compenso minimo pari a 10 euro per ora lavorata; indennità integrative in caso di lavoro notturno, festività o maltempo; un sistema premiale pari a 600 euro ogni 2000 consegne. Sono previste, inoltre, la dotazione di strumenti di sicurezza (quali indumenti ad alta visibilità o il casco se si utilizza una bici) e le coperture assicurative in caso di infortuni.

Secondo il Segretario Generale UGL Paolo Capone, questo è «un cambiamento epocale perché per la prima volta un’organizzazione datoriale riconosce i diritti sindacali ai lavoratori autonomi», ma non tutti sono della stessa opinione, primi tra tutti il ministero del Lavoro e gli stessi rider.

Nunzia Catalfo, allora ministra del Lavoro e delle politiche sociali nel governo Conte bis, ha sottolineato tramite circolare la dubbia legittimità di un un contratto collettivo il cui compenso si fonda sul numero di consegne effettuate dai rider; inoltre, ha aggiunto che questo CCNL non può essere considerato idoneo a derogare alla disciplina di legge poiché sottoscritto da un’unica organizzazione non maggioritaria.

Per quanto riguarda la posizione dei rider, la rete RiderXiDiritti si è subito espressa contro affermando che tale accordo «mantiene il cottimo e blocca l’introduzione di una paga oraria prevista dalla legge 128/2019, in linea con i livelli salariali stabiliti dai contratti collettivi nazionali di settori che prevedono la figura del fattorino».

La maxi-inchiesta della procura di Milano

Il 24 febbraio 2021 si è conclusa una maxi-inchiesta della procura di Milano, che ha messo in luce le condizioni degradanti a cui vengono sottoposti i rider durante le ore di lavoro, il cui stipendio è definito dal numero di consegne effettuate. Durante le indagini, condotte dal procuratore Aggiunto Tiziana Siciliano e dalla pm Maura Ripamonti, sono state verificare le posizioni lavorative occupate da 60 mila rider in tutta Italia e interrogato mille rider.

Alla conclusione delle indagini, la procura di Milano ha notificato a Uber, Glovo, JustEat e Deliveroo i verbali in base ai quali hanno l’obbligo di assumere regolarmente i 60 mila rider come lavoratori coordinati e continuativi, oltre a essere sanzionati per 773 milioni di euro per violazione di norme sulla salute e sicurezza. Ufficialmente sono indagate sei persone, tra amministratori delegati e rappresentanti, delle principali società di delivery.

Durante la conferenza stampa, il procuratore di Milano Francesco Greco ha più volte ribadito le condizioni paragonabili alla schiavitù dei fattorini, costretti a lavorare a cottimo senza garanzie sulla salute, sulla sicurezza, né tantomeno economiche: «Si tratta di cittadini a cui viene sottratta la possibilità di avere le tutele dovute e le garanzie per il loro futuro».

L’assemblea della rete RiderXiDiritti e il No Delivery Day

Temi cruciali trattati durante l’assemblea nazionale organizzata dalla rete RiderXidiritti sono stati principalmente: l’accordo siglato tra Assodelivery e UGL e i risultati della maxi-inchiesta sulle condizioni lavorative dei rider recentemente conclusa dalla procura di Milano. Ciò che si evince dal resoconto finale dell’assemblea, che vi è una forte condivisione dell’idea che il contratto siglato tra AssoDelivery e UGL, definito dalla rete come “contratto capestro” e “contratto truffa”, sia illegittimo proprio per la persistenza dei pagamenti a cottimo e le basse tutele per la sicurezza e la salute.

Ad avvalorare questa posizione vi è proprio la conclusione delle indagini della procura milanese che mettono sotto i riflettori quella che è stata definita dai rappresentanti dei RiderXiDiritti come la tangentopoli del food-delivery.

Alla fine dell’assemblea, durante la quale hanno partecipato i rider di oltre 30 città italiane, è stata indetta una giornata di mobilitazione nazionale per rivendicare «i veri diritti contro i falsi contratti». Gli obiettivi che la rete dei rider si prepone di raggiungere sono: il rifiuto del contratto di Assodelivery e UGL, il lavoro a cottimo e le prestazioni occasionali; chiedono inoltre, di avere garantito un monte ore a paghe orarie, il riconoscimento dei diritti sindacali e un nuovo contratto collettivo di settore, con annessi i relativi diritti.

Attraverso una lettera aperta i rider hanno invitato i propri clienti a non effettuare acquisti durante lo sciopero boicottando, dunque, tutte le piattaforme in segno di solidarietà e hanno chiesto al ministero del Lavoro di essere ascoltati. A questo appello si è unito anche il segretario della Cgil Maurizio Landini, che ha affermato: «Basta sfruttamento è ora che il ministro del lavoro Andrea Orlando riattivi rapidamente il tavolo di negoziazione tra le parti sociali per dare una risposta alla richiesta di un contratto nazionale a partire da quello della logistica fatta da questi lavoratori».

Protocollo anti-caporalato per i rider

Un piccolo passo avanti è stato compiuto proprio due giorni prima della mobilitazione nazionale. Il 24 marzo è stato siglato un protocollo di intesa “anti-caporalato” dal ministero del Lavoro, le piattaforme di food-delivery e i sindacati confederali, alla presenza del ministro del Lavoro Andrea Orlando. Con questo accordo le aziende si impegnano a prevenire comportamenti scorretti nei confronti dei rider e a non ricorrere ad aziende terze, prima che venga creato un albo ufficiale delle piattaforme; inoltre, è prevista l’introduzione di un organismo con il compito di vigilare e segnalare alla procura eventuali irregolarità nelle condizioni lavorative dei rider.

È innegabile che questo protocollo rappresenti un passo importante verso l’acquisizione di nuove tutele, ma la strada verso quelle garanzie contrattuali la tutela della salute e della sicurezza che i rider chiedono di ottenere nella giornata di oggi sembrano ancora lontane. Dunque, «Non per noi ma per tutt*!». Oggi è il No Delivery Day.