Piazza Mondello, nuovi interventi e vecchie incomprensioni

L’anno prossimo Piazza Mondello sarà al centro di un’autentica rivoluzione, come non se ne vedevano da tempo. La borgata di Mondello, d’altronde, è uno dei simboli della trasformazione urbana palermitana.


È stato recentemente confermato il finanziamento per il restyling della piazza di Mondello. Il cuore dell’omonima borgata marinara sarà al centro di un intervento di totale rifacimento del manto stradale e dell’arredo urbano. «Un segnale importante di rilancio di una delle località balneari più invidiate d’Italia che merita tutta l’attenzione possibile da parte dell’amministrazione comunale» hanno dichiarato i consiglieri comunali Ottavio Zacco e Caterina Meli.

Un milione e mezzo di euro. Sarà questa la spesa che richiede il rifacimento di piazza Mondello, a partire dalla pavimentazione speciale composta da pannelli “autobloccanti” e “autopulenti” capaci, grazie alla composizione di biossido di titanio, di catturare e ridurre lo smog.

I lavori di cui ancora non si conosce esattamente la data di avvio – manca l’autorizzazione della Soprintendenza ai beni culturali – includeranno anche la realizzazione di aree verdi e lo spostamento della “sirenetta che guarda il mare“, la scultura dell’artista palermitano Nino Geraci, che subirà uno slittamento di qualche metro più in alto sempre all’interno della piazza.

Si ipotizza che le prime operazioni su piazza Mondello inizieranno nei primi mesi del prossimo anno. Ma questo luogo di ritrovo, solitamente estremamente affollato, soprattutto nella stagione estiva – pandemia permettendo – non è nuovo a interventi rivoluzionari, di cui la storica borgata palermitana compone la sua travagliata e complessa evoluzione nei secoli.

Durante la seconda metà dell’Ottocento il litorale che oggi conosciamo era ancora una palude desolata. Già gli arabi l’avevano identificata col nome di «Marsâ ‘at Tin», ovvero “porto del fango”. Dopo secoli di isolamento, sarà il principe Francesco Lanza di Scalea a sostenere convintamente la trasformazione del golfo in una elegante località balneare. Nel 2008, in piazza Valdesi – l’altra piazza di riferimento a Mondello – verrà persino inaugurato un busto in onore del principe, uno dei primi a credere e a investire nel sogno marittimo palermitano. 

La malaria imperversava e gli agricoltori e i pescatori della borgata abbandonarono progressivamente l’area di Mondello, lasciando in solitudine la tonnara, di cui si scorge la torre in prossimità della piazza centrale. La necessaria bonifica “per colmata” fu realizzata con l’ausilio di massi dissodati da Monte Pellegrino – oltre ai numerosi detriti già trasportati dai corsi d’acqua dolce – e di un enorme quantitativo di sabbia (più di 10 mila tonnellate) che prima faceva da diga sul golfo di Mondello

Piazza Mondello
Xilografia da La patria. Geografia dell’Italia, Strafforello Gustavo

Nel 1910 si autorizzò la vendita dei terreni annessi alla tenuta della Real Favorita di Palermo, adiacenti all’area del litorale, e fu l’inizio della rinascita della borgata di Mondello. La società belga Les Tramways de Palerme si occupò della spianata di Valdesi e l’anno successivo ottenne la possibilità di realizzare le altre opere utili alla sistemazione del territorio intorno alle nuove linee di trasporto pubblico.

Successivamente al risanamento delle paludi, l’urbanizzazione dell’area doveva essere seguita dall’imprenditore siciliano Luigi Scaglia, ma per uno strano caso la responsabilità della valorizzazione di Mondello andò alla società di Bruxelles. Molte abitazioni (le storiche ville del quartiere residenziale) presentano infatti un’architettura che potremmo definire “nordica”, essendo molti di quei progetti destinati a progetti pensati per il litorale della Manica. 

Mondello diventa così nel corso del XX secolo un luogo di villeggiatura dell’alta borghesia palermitana. Nel Secondo dopoguerra il nuovo piano regolatore generale del 1944 prevedeva non solo la ricostruzione delle zone danneggiate dai bombardamenti, ma regolava anche una rinnovata espansione edilizia a partire dall’arco del golfo che va da Mondello paese a punta Celesi (il versante destro del golfo per intenderci) allargandosi in direzione di Partanna.

Piazza Mondello

Nel 2007 era giunto uno progetto di pedonalizzazione del lungomare che aveva trovato espressione nella piazza, allora dominata dalle automobili. Era stata prevista una nuova pavimentazione – che la rendesse una “vera” piazza – e la sistemazione di elementi di arredo fisso. Alla fine, però, rimase solo una distesa asfaltata, caratterizzata dalla storica fontana della sirenetta posta al centro, circondata da una serie di panchine, alcune con le spalle impietosamente rivolte al mare.

Il rendering dell’ultimo progetto per piazza Mondello è stato aspramente criticato, scambiato per «una serie di piste per l’atletica» e giudicato cromaticamente non in linea con i colori e l’aspetto della borgata.

Piazza Mondello rendering

C’è molto di più: i comitati civici hanno lamentato la mancanza di ascolto in fase di progettazione. «Condivisione zero. Coinvolgimento zero. Un progetto calato dall’alto in fretta e furia nel 2019, per bloccare i soldi della Regione. E poi, in due anni, nessuno ha messo attorno ad un tavolo i portatori di interesse, in professionisti e le varie categorie. Cosa significa? E perché la politica del territorio, non sente il bisogno di avviare un progetto di partecipazione con i cittadini?».

L’immagine che è girata sul web però «è da rifare» ha commentato Ottavio Zacco, che è presidente della VI Commissione consiliare del Comune di Palermo (quella relativa allo Sviluppo economico, al Turismo e alle Attività culturali). «Innanzitutto, a scanso di equivoci, specifico che dal rendering fatto circolare sul web non si coglie appieno la tipologia d’intervento alla quale sarà sottoposta la piazza di Mondello – e continua – Si tratta di un gioco di mattoni, disposti in modo tale da dare, se osservati dall’alto, l’effetto della rete dei pescatori a mare». 

I materiali, all’insegna di una politica votata al green, e il disegno che formeranno saranno proprio il centro della rivoluzione della piazza, stavolta davvero pedonale, dall’ingresso che dà su via Teti fino alla chiesa di San Girolamo sita all’incrocio con via Fortuna. È il caso di dirlo: in attesa di maggiori precisazioni grafiche sul progetto, si spera che questa riqualificazione del territorio sia la nuova «fortuna» della borgata.

Foto in copertina Giovanni Fasola


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