Decreto Franceschini, sbloccata la soglia di valore per l’esportazione di opere d’arte

Il decreto Franceschini (367/2020) ha portato importanti cambiamenti nel settore dei beni culturali, sbloccando il mercato delle opere d’arte e rendendolo finalmente più fluido.


Il settore della cultura, e dell’arte in generale, è stato uno dei più colpiti dalla pandemia negli ultimi mesi. Nonostante questo, però, ci sono stati dei rilevanti provvedimenti che hanno riguardato proprio il settore in questione, in particolare uno.

È del 31 luglio 2020, infatti, il decreto n. 367 firmato dal ministro Dario Franceschini che ha abrogato il precedente decreto Bonisoli, consentendo con una semplice autocertificazione l’uscita definitiva dall’Italia di opere d’arte realizzate da autori scomparsi da oltre 70 anni e con un valore inferiore a 13.500 euro.

Questo provvedimento rende molto più fluido e snello il mercato dell’arte, poiché non sarà più necessario ottenere un attestato di libera circolazione per l’uscita di queste opere.

arte decreto franceschini

Il ministro Franceschini, sin dal suo insediamento nel settembre 2019, ha cercato di recidere i legami col suo predecessore Bonisoli, smantellando molti provvedimenti presi da quest’ultimo durante il suo periodo al governo (giugno 2018 – settembre 2019).

Con la decisione in questione, Franceschini ha abrogato il comma 6 dell’art. 7 del decreto 246/2018, introdotto appunto dal decreto Bonisoli nel luglio dello stesso anno. Quest’ultimo, a sua volta, andava ad abrogare il decreto Franceschini di maggio 2018, in un tira e molla deleterio e ingiustificato. 

Col nuovo decreto, è stata innalzata la soglia temporale dai 50 ai 70 anni, al di sotto della quale i beni di un autore deceduto non potevano essere bloccati per l’esportazione. Il decreto non si applica a una serie specifica di opere, quali i reperti archeologici, le parti di monumenti, i manoscritti o gli incunaboli.

Ma qual è l’obiettivo del decreto, e quali le sue conseguenze? Come ha dichiarato Alessandra Di Castro, Presidente dell’Associazione Antiquari d’Italia: «Questo ci permette di rendere operativa la riconversione dell’attività sulle piattaforme online poiché semplifica e agevola il lavoro di una gran parte degli antiquari italiani che possono proporre sul web oggetti, anche di decorazione, con prezzi ragionati potendo accedere a un mercato più ampio. 

La soglia poi risolve le tempistiche e alleggerisce il lavoro degli uffici esportazione del ministero che possono dedicare più tempo agli approfondimenti». Prosegue dicendo: «L’autocertificazione rimette a noi la responsabilità della dichiarazione e credo avverrà con una semplice procedura. Già in altri Paesi europei esistono i tetti di valore, anche più alti, da 100mila euro per i dipinti e 50mila per le sculture, e lì le procedure sono snelle e ben rodate».

Un aumento di responsabilità in mano agli operatori del settore dunque, ma con la garanzia (e la speranza) di rendere più fluido un meccanismo inutilmente lungo e farraginoso. Come spiegato da Sonia Farsetti, Presidente dell’Associazione nazionale Case d’Asta: «la soglia è un atto dovuto, è il riconoscimento di una legge dello Stato. Per le case d’asta è una questione di snellezza dell’operatività […]. L’anno scorso ci volevano 40 giorni per avere un appuntamento con le soprintendenze che slittavano a 60, insomma l’autorizzazione per far uscire qualcosa era sine die. Così i mercati non funzionano, mentre ci vogliono certezze e questa soglia lo è […]. L’autocertificazione semplificherà la vita a tutti».

Una piccola conquista, dunque, che arriva dopo anni di attesa. Risale all’agosto 2017, infatti, l’entrata in vigore della Legge Concorrenza che introdusse la soglia di valore: ma, da allora, non si è attuata l’anagrafe della circolazione internazionale e la soglia rimase in standby

Osserva l’avvocato Giuseppe Calabi, esperto di diritto dell’arte: «Il nuovo decreto è partito dalla premessa della “necessità di dare attuazione all’art. 1, comma 175, lett. g), n. 2), della legge n. 124 del 2017, rendendo operativa la disposizione dell’art. 7 del decreto ministeriale 17 maggio 2018”». Il decreto, quindi, abrogando il comma 6 dell’art. 7 del decreto Bonisoli, ha svincolato la soglia di valore dall’anagrafe della circolazione internazionale.

Restiamo in attesa di vedere in che modo il provvedimento avrà attuazione nella pratica, e se davvero semplificherà l’attività di un settore già alquanto provato dall’emergenza sanitaria ancora in corso.

Fotografia in copertina BTO


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