Australian Open, Djokovic suona la nona sinfonia

Si è concluso ieri il primo Grande Slam di tennis di questo 2021. Gli Australian Open hanno registrato i successi di Novak Djokovic per gli uomini e di Naomi Osaka per le donne.


Per il terzo anno consecutivo Novak Djokovic ha vinto gli Australian Open. In finale il serbo ha battuto in tre set il russo Daniil Medvedev, aggiudicandosi per la nona volta in carriera lo Slam australiano. Adesso, sono diciotto gli Slam vinti in carriera dall’attuale numero uno del ranking, due in meno rispetto a Roger Federer e Rafael Nadal. 

Troppo forte Djokovic per Medvedev, che non è riuscito a scalfire la difesa del serbo e che, dal secondo set, è andato totalmente in confusione, arrivando anche a spaccare la racchetta alla fine dello stesso set. Per il russo, che non perdeva una partita da ottobre (20 vittorie consecutive), si tratta della seconda sconfitta in un grande Slam su altrettante finali, dopo quella subita agli US Open del 2019 contro Nadal. Nonostante questa sconfitta, il russo può ritenersi ugualmente soddisfatto, in quanto è riuscito a risalire fino alla posizione numero tre del ranking, superando lo svizzero Dominic Thiem.

La finalissima di ieri, tra Djokovic e Medvedev è stata una partita senza storia. La netta vittoria in tre set (7-5, 6-2, 6-2) ha confermato ancora una volta il valore del serbo, che resta l’atleta più forte del panorama tennistico internazionale. D’altronde, qualche giorno fa in conferenza stampa, Nole aveva dichiarato senza peli sulla lingua: «Non è ancora arrivato il momento per la nuova generazione di sorpassarci»; i risultati ottenuti gli danno pienamente ragione. Il serbo infatti ha conquistato ieri la sua nona vittoria in Australia, il suo diciottesimo Slam in carriera e il suo ottantaduesimo titolo in assoluto. 

La vittoria della Rod Laver Arena 

Se dal punto di vista sportivo la sfida di ieri non è stata particolarmente emozionante, sicuramente è stato un appuntamento speciale dal punto di vista organizzativo. La Rod Laver Arena, sede della finale, era infatti piena di spettatori: una vittoria enorme per il tennis e per lo sport in generale, dopo un anno di rinunce, sacrifici e sofferenze, causati dalla pandemia. I vincitori morali degli Australian Open sono gli organizzatori dello Slam. 

Nonostante le critiche iniziali e qualche trattamento particolare riservato ai tennisti ‘vip’ rispetto ai tennisti di secondo piano, gli organizzatori, così come il Paese intero, non si sono fatti cogliere impreparati e hanno ottenuto un successo enorme sulla pandemia. Tanti tennisti hanno dovuto affrontare un isolamento totale in camera d’albergo, costretti ad allenarsi lì, senza poter parlare nemmeno in corridoio con allenatori o preparatori; situazione completamente diversa per i tennisti della top 3, che si sono potuti allenare in condizioni privilegiate. 

Gli organizzatori degli Australian Open sono riusciti a ridare speranza e a regalare un sorriso a tutti gli appassionati di tennis. Quando la minaccia di una nuova diffusione di SARS-CoV-2 si era abbattuta sull’Australia, mettendo a rischio lo svolgimento degli Australian Open, è stato imposto un mini lockdown che ha fatto rientrare l’emergenza e ha permesso al pubblico di poter assistere alla fase finale del torneo.

La finale femminile

Per quanto riguarda il torneo femminile, la regina dell’edizione 2021 degli Australian Open è Naomi Osaka. La tennista giapponese, numero tre del ranking mondiale, dopo aver eliminato in semifinale la pluricampionessa Serena Williams, ha battuto in finale in due set (6-4, 6-3) la statunitense Jennifer Brady. Per la Osaka si tratta del quarto titolo dello Slam, il secondo nella terra dei canguri dopo quello ottenuto nel 2019. La statunitense Brady può consolarsi col raggiungimento della finale e con la risalita nel ranking fino alla ventiduesima posizione. 

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