charging bull new york

Charging Bull di Arturo di Modica, da gesto sgradevole a simbolo di Wall Street

Arturo di Modica, l’artista siciliano divenuto famoso negli States, è recentemente scomparso all’età di 80 anni lasciandosi dietro l’eternità: il Charging Bull, simbolo della forza economica americana.


Tutti conoscono il grosso toro rampante di Wall Street: l’imponente scultura di bronzo di tre tonnellate e mezzo che è diventata ormai un simbolo nella città di New York, o più precisamente il simbolo del mercato finanziario. Il padre della famosa scultura Charging Bull è Arturo di Modica, recentemente scomparso all’età di 80 anni, nella sua città natale del ragusano. La storia di questo toro comincia come un regalo di Natale sotto l’albero.

The Bull of Wall Street

L’artista siciliano, dopo aver frequentato l’Accademia di belle arti di Firenze, decise all’età di 32 anni di trasferirsi nella Grande Mela e aprire lì il suo studio. Era il 1989 quando, durante la notte tra il 15 e il 16 dicembre, l’artista conobbe la fama posizionando con l’aiuto di alcuni amici la grossa statua di fronte il palazzo della borsa, senza alcun permesso.

Possiamo solo immaginare lo stupore dei broker che quella mattina trovarono il grosso toro, troneggiare, all’ingresso del loro luogo di lavoro. Cercarono di capire se fosse uno scherzo chiedendosi chi fosse stato, mentre l’artefice era proprio lì, accanto la sua opera a distribuire volantini!

charging bull di modica

Inizialmente fu chiesto di rimuovere la statua, ma dopo il ricorso al New York City Department of Parks and Recreation si decise di optare per un trasferimento del Charging Bull accanto al parco di Bowling Green, all’inizio di Broadway Street. L’artista aveva vinto e divenne molto famoso attirando l’attenzione di giornalisti e media di tutto il mondo.

Buon Natale America!

Quel toro era davvero un regalo: la scultura costò 360.000 dollari e venne realizzata a spese dell’artista e donata come simbolo per celebrare l’America «una terra ricca di opportunità in cui anche chi partiva dal basso poteva aspirare a diventare un uomo di successo con un po’ di impegno e tanto spirito d’iniziativa», in effetti, come l’artista stesso. Ma era anche un simbolo di rinascita dopo il famoso crollo finanziario del 1987, il famoso Lunedì nero, in cui vennero bruciati solo in quella giornata 500 miliardi di dollari.

Un crash iniziato a Hong Kong si propagò ai mercati europei e poi agli Stati Uniti. Quella giornata passa agli archivi come la prima crisi finanziaria contemporanea, ma a differenza della crisi del ’29, che vide anni di recessione economica, quella dell’87 vide i mercati azionari riguadagnare velocemente la loro compostezza. Nelle due giornate di scambio successive, i mercati Usa riconquistarono più della metà delle perdite del “Black Monday”. Ed è a questa forza che si ispira l’opera di Arturo di Modica.

Il simbolo del capitalismo portafortuna

Che fosse un simbolo, oltre che di forza morale, anche del capitalismo americano era abbastanza chiaro. Sicuramente l’artista aveva ben chiaro il ruolo fondamentale del potere economico in uno stato come gli USA e questo si denota nelle sue mosse successive.

Nel 2004 l’artista dichiarò di voler mettere all’asta la statua, vendendone solo i diritti dell’immagine – che era effettivamente un ottimo affare – con una clausola fondamentale: il mantenimento della locazione originale della statua. L’artista rimase però l’unico proprietario della scultura.

Nel 2009 lo scultore aveva citato in giudizio Random House per aver utilizzato l’immagine del suo lavoro per la copertina di un libro sulla caduta della società di servizi finanziari Lehman Brothers. Arturo Di Modica intentò una causa in tribunale federale, chiedendo danni non specificati. Chiese inoltre che l’immagine venisse rimossa dal libro, intitolato A Colossal Failure of Common Sense. Questo perché la scultura era ormai protetta da copyright dal 1998.

E ancora, nel 2017 un avvenimento curioso portò l’artista a dire nuovamente la sua. Il 7 aprile di quell’anno, venne installata proprio di fronte al suo toro Fearless girl, ovvero la “Ragazza senza paura”: una statua bronzea raffigurante una bambina che fiera si staglia di fronte al toro in segno di resistenza.

charging bull fearless girl

L’opera fu realizzata per la Festa della donna dall’artista Kristen Visbal e dalla società pubblicitaria McCann, su commissione della società di investimenti State Street Global Advisors (SSGA). Arturo di Modica parve non gradire la cosa, soprattutto per l’installazione dell’opera senza il suo consenso e, a pensarci, la cosa sembra abbastanza buffa detta da lui.

Oltre che a minacciare una consistente battaglia legale, il problema dell’artista siciliano, era lo storpiamento del senso del suo toro che da elemento celebrativo diventava il simbolo di una forza da contrastare «è un insulto al mio lavoro e ne cambia il significato originario, che era di libertà, pace, forza, potere e amore». 

Con la bambina che fronteggia il Toro, il Charging Bull «non è più portatore di un messaggio positivo», aveva dichiarato l’avvocato dell’artista, Norman Siegel, «è stato trasformato in una forza negativa, in una minaccia».

Oggi il Charging Bull è una vera e propria star della città, all’incrocio tra Broadway e Morris Street a Lower Manhattan; è addirittura tra le attrazioni più visitate dopo la Statua della Libertà e i turisti si affollano attorno ad essa tra selfie e “toccatine” porta fortuna. Negli ultimi anni della sua vita, l’artista era tornato nella sua città natale, Vittoria, dove stava progettando un’opera da donare alla città: due enormi cavalli in bronzo di 40 metri l’uno, che si uniscono come in un arco, da posizionare uno di fronte all’altro a scavalcare il fiume Ippari. Un sogno spezzato ma, essendo presenti i bozzetti, chissà se l’opera verrà comunque realizzata in suo onore.