Paola Egonu, la forza oltre la schiacciata

Schiacciatrice della nazionale italiana di pallavolo, Paola Egonu è anche un esempio di lotta alle discriminazioni.


Paola Egonu è nata il 18 dicembre 1998 a Cittadella, in Veneto, è alta 1.89 e pesa 79 kg. La sua famiglia ha origini nigeriane: il padre faceva il camionista a Lagos, la madre l’infermiera a Benin City. «Mi sento afro-italiana. Canto l’inno di Mameli ma non dimentico da dove provengo», queste le parole pronunciate durante un’intervista di qualche anno fa al Corriere della Sera. «Mi sento a casa a Milano e Conegliano, a Lagos e Abuja e pure a Manchester, dove si sono trasferiti i miei genitori per dare più possibilità ai miei fratelli. Sono Sagittario: instabile, volubile, simpatica, pazza, permalosa. In cinque secondi passo dall’essere la ragazza più felice del mondo all’umore nero». 

Paola Egonu ottiene la cittadinanza italiana a quattordici anni, dopo il rilascio del passaporto italiano al padre. Era stato proprio quest’ultimo a chiedere alla giovane di scegliersi uno sport. «Finivo i compiti presto e mi mettevo sul divano. Ho visto che la pallavolo mi divertiva e ne ho fatto un’opportunità, sebbene per questa scelta, a tredici anni, lasciavo mamma, papà, fratello, sorella, le amiche, le sicurezze, tutto». Per poter perseguire il suo sogno, Paola sceglie infatti di rimanere in Italia, nonostante la decisione della sua famiglia di trasferirsi a Manchester.

All’inizio dell’adolescenza, entra così a far parte della società federale del Club Italia, dove ricopre il ruolo di schiacciatrice. Nella stagione 2013-2014 scende in campo alla conquista del campionato di serie B1. L’anno seguente gioca in serie A2, ottenendo, con la nazionale italiana, il campionato mondiale under 18 e il titolo di migliore schiacciatrice a livello individuale.

Col Club Italia disputa quattro stagioni e, durante la stagione 2016-17, realizza ben 46 punti in una sola partita, record assoluto di sempre in A1. Nella stagione 2017-2018 passa all’Agil Novara e, la scorsa stagione, si trasferisce all’Imoco di Conegliano, sua squadra attuale. Gioca nel ruolo di opposto-schiacciatrice e, nel suo palmarès, figurano una Coppa Italia e due Supercoppe italiane.

Egonu si aggiudica la medaglia di bronzo in occasione del campionato mondiale di categoria, giocando per la nazionale Under 19 e Under 20. Nel 2015, appena sedicenne, arrivano le prime convocazioni in Nazionale maggiore. L’anno successivo gioca il suo primo campionato in serie A1 con il Club Italia e contribuisce significativamente alla qualificazione della Nazionale al torneo di volley dei Giochi Olimpici di Rio de Janeiro.

A maggio 2018, in occasione della prima uscita stagionale, la Nazionale italiana subisce una sconfitta contro il Giappone per 3-1 (23-25; 25-20; 25-22; 25-19). Insoddisfatta della performance della squadra, rientra sconfortata in albergo: «sono tornata in albergo e ho chiamato la mia fidanzata. Piangevo e lei mi ha consolata, mi ha detto che le sconfitte fanno male, ma sono lezioni che vanno imparate. E che ci avrei sofferto, però, poi, sarei stata meglio». Con queste parole, in un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Paola fa coming out e ufficializza la sua relazione, con la semplicità e la spontaneità che la contraddistinguono, rispondendo al giornalista: «lo trovo normale». 

Nell’ottobre dello stesso anno, l’Italia riuscirà poi a vendicare la sconfitta contro il Giappone, proprio grazie alle sua potenti schiacciate. Come riportato dal Corriere della Sera in quell’occasione: «Le donne fanno la storia. Italia batte Giappone 3-2 (25-20, 22-25, 25-21, 19-25, 15-13), vince la decima partita su dieci e vola alla semifinale del Mondiale di pallavolo. Davide Mazzanti è il CT di queste donne che sanno solo vincere. Monumentale Paola Egonu, 36 punti e consacrazione planetaria per una ragazza che ha ancora diciannove anni».

Nel 2019, i lettori del settimanale ‘D’ di Repubblica conferiscono alla schiacciatrice (per la prima volta a una donna del mondo dello sport) il premio Donna D, in quanto “a soli vent’anni Paola è già una stella della pallavolo, del pensiero libero e della società moderna”. Lo stesso anno, la Nazionale vince il bronzo agli Europei di volley femminile, battendo la Polonia nella finale per il terzo posto e riscattando la sconfitta in semifinale contro la Serbia.

Durante quest’ultima stagione, la campionessa ha dovuto affrontare la quarantena, che ha causato la sospensione del campionato di volley. «A patto che l’epidemia passi, accetto tutto: il pubblico di Conegliano è la parte più bella delle partite ma, pur di finire, sarei disposta anche a giocare a porte chiuse. Se non si potesse continuare e assegnassero lo scudetto alla prima in classifica, non mi dispiacerebbe: andrebbe a noi di Conegliano!

Ma ovviamente Busto Arsizio, che è seconda, non sarebbe d’accordo: rimangono 7 o 8 partite da giocare, incluso lo scontro diretto». Lo scorso ottobre, la squadra di Paola Egonu ha potuto sfidare la Unet E-Work Busto Arsizio uscendone  vincitrice, confermando così la sua posizione in vetta alla classifica e proseguendo la sua “corsa” verso il titolo italiano. 

Oggi, in Italia, il processo di emancipazione femminile risulta ancora lento e procede per gradi. Una donna come Paola Egonu sta mostrando la sua forza non solo in campo, con la potenza delle sue schiacciate, ma soprattutto nella vita, grazie alla capacità di fronteggiare tre tipi di discriminazione: nei confronti delle donne, degli stranieri e dei gay. L’esempio di Paola Egonu è un incoraggiamento a non considerare la propria condizione come un limite ma piuttosto come una risorsa per realizzare quegli ideali di libertà personale e di parità di cui Paola è diventata “messaggera”.