Nagorno-Karabakh, la prima violazione del cessate il fuoco

Brevi scontri nell’area di Hadrut nella sera dell’11 dicembre, quattro le vittime. Presto il via al centro di monitoraggio del cessate il fuoco a gestione russo-turca.


Il cessate il fuoco firmato il 9 novembre scorso che ha posto fine alla cruenta “seconda guerra del Nagorno-Karabakh” ha già vacillato. Nella notte di venerdì la prima violazione registrata: quattro vittime fra i militari azerbaijani, feriti due militari e due civili. Yerevan e Baku si accusano vicendevolmente di aver dato inizio al breve scontro. Il Ministero della Difesa russo conferma l’avvenuta violazione, ma non attribuisce responsabilità ad alcuna delle parti. 

L’area interessata è quella meridionale di Hadrut, dove secondo quanto dichiarato sabato dal Ministero della Difesa armeno, sarebbe stato l’Azerbaijan a lanciare un attacco in direzione dei villaggi di Hin Tagher/Köhnə Tağlar e Khtsaberd/Çaylaqqala. Il presidente armeno Sarkissian, fautore del cessate il fuoco, ha convocato una sessione d’emergenza del Parlamento e ha richiesto ai suoi militari di presentare una descrizione esaustiva dello stato di cose in “Artsakh”.

Il Ministero della Difesa dell’Azerbaijan, invece, ha lamentato che, nonostante gli armeni fossero stati messi in condizione di ritirarsi ordinatamente dai territori in questione, abbiano ricreato posti di combattimento e portato avanti operazioni di sabotaggio indirizzate anche ai civili, e che in conseguenza di ciò, le forze di sicurezza azerbaijane si siano trovate costrette a condurre un’operazione di anti-terrorismo. Nella stessa dichiarazione, parole di plauso per le forze di “peacemaking” russe, che hanno svolto il loro lavoro con professionalità.

Sabato sono stati ricevuti a Baku i rappresentanti del “Gruppo di Minsk” dell’OSCE. Discussa la preparazione del centro di monitoraggio del cessate il fuoco, così come previsto dall’accordo del 9 novembre; il centro sarà gestito congiuntamente da russi e turchi, e si troverà nell’area di Aghdam. L’incontro avviene dopo la visita del Presidente turco Erdoğan a Baku, dove ha partecipato alla parata militare in celebrazione della vittoria.

In Armenia, intanto, la spaccatura provocata dal cessate il fuoco rimane di difficile conciliazione. L’opposizione in piazza chiede le dimissioni del Primo Ministro Pashyniyan ed elezioni anticipate, anche se un’alternativa immediata sembra di difficile attuazione. Una parte delle forze armate e dell’opinione pubblica continua a rigettare l’esito del conflitto, considerando il cessate il fuoco una resa inaccettabile da imputare alla debolezza dei politici in carica. Gravissime le possibili conseguenze di un’eventuale ulteriore recrudescenza del conflitto, con gli equilibri fra le forze in campo sostanzialmente mutati nel corso di quest’ultimo mese. 

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