La voce di Nwanyeruwa, la donna Igbo che fece tremare i coloni inglesi

Il 18 novembre 1929, nel villaggio di Oloko, Nwanyeruwa si ribellò al capo di mandato inglese Okugo, un’azione che mobilitò migliaia di donne nigeriane nella Women’s War.


Ci troviamo nello Stato di Abia a sud della Nigeria, nel villaggio di Oloko, quando il 18 novembre del 1929, una donna di nome Nwanyeruwa si ribellò al capo di mandato inglese Okugo, per via delle imposizioni fiscali che imponeva il governo inglese sulle sue colonie. Per capire meglio la motivazione alla base di questa ribellione è necessario fare un passo indietro nel tempo. 

Le origini dei malcontenti, difatti, risalgono al 1914 quando il primo governatore coloniale Lord Lugard, nel Sud della Nigeria, istituì un sistema di governo indiretto, che permetteva agli amministratori britannici di esercitare il loro potere, attraverso capi di mandato locali nominati dagli stessi. Un forte risentimento cominciò a crescere in seno alla popolazione, la quale non accettava i cambiamenti culturali che apportava il governo coloniale britannico su di essa, così come non condivideva l’abuso di potere nei confronti delle proprietà private sequestrate e degli oppositori di governo che venivano incarcerati. 

Così, quando nel 1929 fu stabilito dal governo britannico l’applicazione di un piano di tassazione nei confronti delle donne del mercato Igbo  la popolazione tutta ma, nella fattispecie, Nwanyeruwa, fece sentire la propria voce, ribellandosi all’ennesima ingiustizia occidentale che il villaggio Oloko, così come tutta la Nigeria, continuava a subire ormai da moltissimi decenni. 

Da non sottovalutare è proprio la cultura Igbo nel villaggio di Oloko e diffusa in tutto lo Stato di Abia, in quanto si caratterizza per essere nettamente in contrasto, per principi e visioni, con la cultura britannica. Difatti, sappiamo che tradizionalmente le donne ricoprivano un ruolo molto importante in politica, tale da influenzare le decisioni del governo. Inoltre le donne godevano di una propria autonomia economica e sociale rispetto al coniuge, e gestivano il commercio di cibo, stoffa e artigianato nel mercato del villaggio. 

La crisi economica mondiale del 1929 ebbe delle forti ricadute sulle colonie inglesi in tutta l’Africa: il crollo dei prezzi dell’olio di palma non fu bilanciato con un aggiustamento delle aliquote fiscali, e le imposte da pagare sul bene prodotto divennero un enorme fardello, in prima battuta per la popolazione maschile. Quando la situazione divenne tragica per le casse del governo coloniale, il capo di mandato Okugo decise di procedere al censimento di terre e bestiame appartenenti alle donne, il ché avrebbe significato tassare dunque le donne stesse. 

Così il 18 novembre del 1929 Mark Emeruwa, funzionario di Okugo, si presentò alle porte del mercato per mettere in atto le disposizioni del governo coloniale. Nwanyeruwa, non appena seppe della nuova politica fiscale, si oppose fermamente e mandò via Emeruwa, pronta a mobilitare tutte le donne del villaggio per salvaguardare il destino della propria comunità. Quella che si determinò fu la conosciuta “Women’s War”, una guerra non violenta che coinvolse oltre 25 mila donne Igbo, le quali protestavano contro i capi di mandato e la tassazione sulle donne.

La Guerra delle Donne, seppure si svolse nell’arco di due mesi, ebbe un forte impatto sociale oltre che politico, tanto da essere considerata una delle prime battaglie anti-imperialiste per l’indipendenza dei popoli africani. La partecipazione delle donne è stata fondamentale proprio per il perseguimento dell’unione dei popoli africani contro il potere egemone occidentale.

La tassazione delle donne prevista dal governo coloniale, inoltre, fu argomentazione della Commissione d’inchiesta Aba, che ebbe luogo a marzo del 1930, dove furono intervistati oltre quattrocento testimoni, soprattutto donne. Nwanyeruwa di fronte la Commissione riportò le parole che aveva usato per difendersi da Emeruwa, attaccando inoltre pubblicamente il capo di mandato Okugo. 

Nonostante non nascessero come violente, le ribellioni per le strade da parte delle donne riuscirono a colpire i luoghi della politica coloniale, come i distretti dei capi di mandato, i tribunali indigeni e le carceri, dalle quali le donne riuscirono a far scappare molti detenuti. È per questa ragione che, purtroppo, le autorità coloniali per ripristinare l’ordine decisero di sopprimere le proteste uccidendo e ferendo moltissime donne coinvolte.

Malgrado ciò, la Women’s War scatenata dalla coraggiosa Nwanyeruwa, è stata d’ispirazione per altre proteste avvenute negli anni ’30, ’40 e ’50  nelle provincie di Owerri, Calaba, Onitsha e tra il popolo Ngwa. Ciò che ottennero le donne fu soprattutto un miglioramento del loro status sociale, dal momento in cui molti capi di mandato si dimisero e al loro posto subentrarono le donne Igbo. Tuttavia, le donne Igbo poterono finalmente gioire quando il provvedimento fiscale sulle donne fu abbandonato, un traguardo ottenuto grazie alla voce di Nwanyeruwa, un’invincibile guerriera in grado di far tremare i coloni britannici e, soprattutto, di lasciare un importante segno di stampo femminista e anticoloniale nella storia della Nigeria.

La Women’s War, insieme alle altre proteste scatenatesi nel resto della Nigeria, contribuì a scuotere gli animi della popolazione intera, affinché questa potesse raggiungere, infine, l’obiettivo massimo: l’indipendenza dal dominio inglese, conseguita il 1° ottobre del 1960.