Coronavirus, concorsi pubblici sospesi e rinvio delle prove scritte per gli aspiranti avvocati

 
 
 

I concorsi pubblici vengono sospesi mentre gli aspiranti avvocati vedono rinviati i lori esami scritti a data da destinarsi a causa dell’emergenza Coronavirus.


La proroga dello stato di emergenza epidemiologica da Covid-19, quale diretta conseguenza dell’incremento dei casi sull’intero territorio nazionale, ha sortito degli effetti immediati e significativi anche sul versante dei concorsi pubblici e sugli esami di stato abilitanti alle professioni.

Il nuovo DPCM del 3 novembre, alla lettera z, ha sancito infatti la sospensione dello svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni, estromettendo dall’ambito di applicazione sia i casi in cui la valutazione dei candidati possa essere effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica, sia i concorsi inerenti al personale del servizio sanitario nazionale.

Per i concorsi pubblici i cui bandi siano attivi resta la possibilità di inoltrare la domanda di partecipazione. Questo significa che chi desidera partecipare a un concorso pubblico o privato può comunque presentare la domanda di partecipazione entro i termini stabiliti dal bando. In questi casi, le domande di partecipazione possono essere presentate attraverso le piattaforme online e, in alcune circostanze, tramite invio postale. Le nuove misure urgenti per il contenimento del contagio resteranno in vigore fino al prossimo 3 dicembre, salvo ulteriori proroghe o modifiche che si dovessero rendere necessarie.

Per quanto attiene invece gli aspiranti avvocati, il rinvio delle prove scritte, programmate per il 15-16-17 dicembre, è stato annunciato dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, con un post sulla propria pagina ufficiale Facebook, nel quale scrive: «L’aggravamento della situazione sanitaria e la conseguente necessità di ridurre, quanto più possibile, le occasioni di diffusione del virus impongono il rinvio delle prove scritte degli esami d’avvocato, programmate per il 15-16-17 dicembre. Mi dispiace dover dare questa comunicazione ai tanti aspiranti avvocati che si apprestano ad affrontare questa importante tappa della loro vita professionale. La decisione ha richiesto il tempo necessario per vagliare e confrontare tutte le possibili soluzioni (compresa quella di una maggiore “parcellizzazione” degli esami su tutto il territorio) che permettessero di evitare lo slittamento: tuttavia, di fronte all’evoluzione del quadro epidemiologico, il rinvio rappresenta purtroppo una scelta obbligata supportata anche dal Ministero della Salute».

Il Guardasigilli ha poi aggiunto: «Si tratta di una decisione in linea con il nuovo DPCM, che ha previsto la sospensione e il rinvio dei concorsi pubblici e degli esami di abilitazione alle professioni fino al 3 dicembre. Chiaramente, le esigenze logistiche e organizzative non consentono di attendere oltre, anche per venire incontro alle esigenze di programmazione di chi deve sostenere l’esame. Per cercare di ridurre i tempi della procedura, il Ministero, confrontandosi con gli altri interlocutori coinvolti, sta già lavorando a tutte le soluzioni organizzative che possano consentire di accelerare la correzione delle prove scritte e diminuire quanto più possibile gli effetti di questo rinvio. A breve indicheremo la nuova data dell’esame».

Appresa la notizia del rinvio, l’amarezza e la delusione dei giovani aspiranti avvocati sono cresciute in modo esponenziale, considerato che la sessione dello scorso anno aveva già subito una battuta d’arresto durante la correzione degli scritti e che le conseguenze di una siffatta scelta comportano inevitabilmente un ritardo nell’ingresso del mondo del lavoro, senza sapere peraltro con certezza per quanto tempo.

Al fine di richiamare l’attenzione delle istituzione nei confronti di tale categoria, Ugo Lombardo, responsabile della rubrica “Economia e Diritto” di Eco Internazionale, ha intervistato (intervista qui di seguito riportata) Giuseppe Marinaro, presidente dell’A.PRA-Palermo, Associazione Praticanti Avvocati e Tirocinanti Legali, con il dichiarato intento di porre in rilievo le criticità emerse a seguito dell’annuncio del ministro Bonafede, nonché di profilare i possibili rimedi alternativi, considerato che il rinvio sine die delle prove scritte per l’abilitazione alla professione di avvocato non può essere considerata una soluzione alternativa di fronte a tanti dubbi e incertezze che animano molti giovani giuristi che si accingono a raggiungere una tappa fondamentale del loro percorso formativo. 

Intervista di Ugo Lombardo, montaggio a cura di Ester Di Bona