C’era una volta il Maestro Morricone

 
 

Stamattina si è spento Ennio Morricone, autore di capolavori senza tempo che hanno fatto la storia del cinema. Aveva 91 anni.


Chi l’avrebbe mai detto che quei due bambini col grembiulino, decenni e decenni addietro, avrebbero fatto insieme la storia del cinema italiano e mondiale? Chi l’avrebbe mai detto che sarebbero stati in grado di scrivere capolavori eterni e senza tempo, impressi per sempre nelle orecchie e nel cuore? Stiamo parlando di Sergio Leone ed Ennio Morricone, compagni di scuola alle elementari, colleghi sul lavoro a partire dagli anni ’60, oggi riuniti lassù da qualche parte, chissà dove.

Stamattina infatti il Maestro Morricone si è spento all’età di 91 anni, dopo una brutta caduta che gli aveva causato la rottura del femore. Indimenticabile il loro sodalizio per la trilogia del Dollaro (“Per un pugno di dollari”, “Per qualche dollaro in più”, “Il buono il brutto e il cattivo”) e quella del Tempo (“C’era una volta il West”, “Giù la testa”, “C’era una volta in America”); impossibile slegare quelle musiche da quelle scene, quelle immagini da quelle note.

Potremmo stare qui a elencare tutti i premi e i successi del geniale compositore, tutte le colonne sonore che hanno accompagnato le nostre vite, musiche che sono diventate protagoniste esse stesse, plasmate e modellate come creta sulle scene che avanzano sullo schermo. Potremmo stare qui a parlare degli Oscar mancati, per I giorni del cielo (1979), Mission (1987), Gli intoccabili (1988), Bugsy (1992) e Malèna (2001), dell’Oscar alla carriera nel 2007, della statuetta vinta finalmente nel 2016 con The hateful Eight di Tarantino.

Potremmo anche dire che l’altra sua grande passione era il calcio, che mise da parte per dedicarsi solo alla musica già dalla metà degli anni ’50, e che troviamo la sua mano in canzoni storiche italiane come Se telefonando di Mina, Sapore di sale di Gino Paoli e Guarda come dondolo di Edoardo Vianello. Ma oggi preferiamo ringraziare il Maestro per aver donato il suo genio alla storia, per essere stato uno dei musicisti, compositori, arrangiatori più prolifici degli ultimi tempi, e per aver regalato capolavori indiscussi al mondo.

Esempio di metonimia cinematografica, Morricone ci ha permesso di sentire le immagini, e non solo guardarle con gli occhi; è stato in grado di farci vedere la musica, quasi toccarla, e non solo di sentirla: gli archi, i fiati, il pianoforte, con lui hanno assunto forma e colori, un po’ come in “Fantasia” di Walt Disney. Basti pensare a cosa sarebbe stato Nuovo Cinema Paradiso (1989) senza le sue musiche.

E, d’altronde, il Maestro altro non è stato che un mago creativo e originale, che ha trasformato le emozioni astratte in qualcosa di concreto; angoscia, tristezza, malinconia, tensione: sette note combinate insieme che possono creare un puzzle sempre nuovo, sempre diverso, un’infinità di combinazioni che Morricone ha incastrato perfettamente, col suo marchio indelebile.

E di fronte a tanta genialità e a tanta bellezza ci si deve inchinare e dire soltanto una cosa: grazie, Maestro. Per ogni bemolle, per ogni diesis, per ogni croma, per ogni pausa; semplicemente, grazie.


 

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