PacMan entra negli “Anta”. Il videogioco più amato di sempre compie 40 anni

 

La pallina gialla ha cominciato nel 1980 (precisamente il 3 aprile grazie allo statunitense Midway Games) a divorare biscottini nel labirinto cercando di evitare i fantasmini. E da allora non ha più smesso. Dai sonori totem a gettoni fino allo smartphone, dalle console al computer, stesso schema (basico), medesimi suoni: l’obiettivo resta sfuggire ai fantasmi e mangiare quanti più puntini blu si può per andare avanti di livello.

In un mondo dove siamo ormai abituati a console di ultima generazione, visori che ci portano in una realtà virtuale, trame di gioco sempre più complicate e partite in multiplayer online con giocatori connessi da ogni parte del mondo, ricordiamo PacMan, appartenente a quella stirpe di videogiochi strettamente suddivisi in due dimensioni.

Si giocava al bar inserendo un gettone in un cabinato arcade e ci si dava da fare con manopole e bottoni colorati per completare le varie missioni. Nel caso di PacMan, il più famoso gioco di questo genere, l’obiettivo era scappare da quattro fantasmini colorati attraverso un labirinto e mangiando più “pallini” e frutti possibile.

Nessuno è mai stato in grado di spiegare l’incredibile successo riscosso da questa creazione di Toru Iwatani e firmata Namco. In breve tempo, dopo la commercializzazione negli Stati Uniti, PacMan è diventato a tutti gli effetti un’icona, tanto che la sua immagine è stata usata più volte come logo per indicare in generale i “videogiochi”.

Non sono mancati col suo successo le prime collaborazioni e i primi accessori per tutti, con quello strano personaggio giallo: gadget, magliette, felpe, pigiami e ogni sorta di abbigliamento. Per quanto invece riguarda le collaborazioni con altre aziende, senza dubbio quella più chic e più recente, riguarda quella con Paco Rabanne per il profumo One Million.

Ma come nacque realmente PacMan? La leggenda vuole che Toru Iwatani nel lontano 1979 ebbe infatti l’ispirazione durante una cena con degli amici guardando una pizza a cui era stata tolta una fetta (esattamente la forma che ha la creatura gialla). Dopo poco più di un anno da quella pizza, il 22 maggio 1980, un team di sviluppo di otto persone tra sviluppatori e tecnici hardware diede alla luce il primo PacMan. Dal 1980 al 1987 l’azienda Namco realizzò più di 300 mila macchine.

Dei tanti record che PacMan, oggi splendido arcade quarantenne stampato nella memoria di tutti i nerd di 40-50 anni, c’è quello segnato nel 1999 da Billy Mitchell, videogamer di professione che raggiunse il punteggio perfetto dopo aver superato tutti i livelli, 3.333.360 punti. Nel 2005 il gioco si è anche conquistato il Guinness World Record come videogioco commerciale di maggior successo nella storia: nel 1982 furono 200 milioni i dollari incassati dalla versione Atari.

Che sia esagerato oppure no, quell’immagine è ormai parte della memoria collettiva. Chi ha giocato e amato PacMan conosce anche i segreti del labirinto, come il nome dei quattro fantasmini, ciascuno con un suo carattere: Blinky, il rosso e il più aggressivo; Pinky, la femmina e la più lesta e pronta a fare imboscate; Inky, il blu ed il più intelligente e infine Clyde, l’arancione, il più insidioso perché imprevedibile sul tracciato.

Per tutti i nostalgici che volessero giocare a PacMan basta digitare il suo nome su Google e divertirsi con il doodle creato dal motore di ricerca dieci anni fa, in occasione del trentesimo compleanno del videogioco.

Bandai Namco Entertainment invece invita i fan di tutto il mondo a partecipare all’iniziativa “Join the PAC” e prepararsi a un anno di festeggiamenti (che dureranno per tutto il 2020) per celebrare il 40esimo anniversario di PacMan come icona dei videogiochi e della cultura popolare. Per scoprire tutte le attività, le partnership e le tante sorprese, potete visitare www.pacman.com. Quale miglior occasione, dunque, per festeggiare il suo ingresso nei quarant’anni, se non quello di una bella partita? Ancora auguri pallina gialla.