L’Italia ha perso il valore della lotta alle mafie

 
 

Pubblichiamo la riflessione di Vincenzo Musacchio, giurista e docente di diritto penale, associato della School of Public Affairs and Administration (SPAA) presso la Rutgers University di Newark (USA). Presidente dell’Osservatorio Antimafia del Molise e Direttore scientifico della Scuola di Legalità “don Peppe Diana” di Roma e del Molise.

Il ritorno dei boss mafiosi nei loro territori nuocerà, e non poco, ai cittadini onesti e indifesi. Tra boss di primo livello e narcotrafficanti, sono stati concessi i domiciliari a circa quattrocento detenuti. Altri quattrocento chiedono di uscire. Chi ha gestito la faccenda a livello ministeriale non ha la minima idea di cosa sia la lotta alla mafia e il valore della presenza sul territorio di persone legate ai clan, che hanno capacità criminali e organizzative inquietanti.

C’è il pericolo che vi sia immediatamente nuova linfa vitale per i clan. Il mafioso difficilmente nella vita fa altro dall’essere tale. Metterlo fuori significa dargli la possibilità di ripristinare i collegamenti criminali che aveva prima di andare in carcere. Il nostro Paese, non è una scoperta recente, ha proprio nelle mafie il suo punto nevralgico. Per affrontare quest’emergenza serviva, dunque, trovare un equilibrio tra garanzie ai detenuti e contrasto alla criminalità organizzata.

Lo dico dopo alcuni giorni, a mente fredda: sono state impartite direttive totalmente inopportune. Dire che una persona, già afflitta da patologie, in carcere può contrarre il Covid-19 stando al 41-bis è un controsenso! Chi ha emanato la circolare, che sembrerebbe abbia fatto uscire i boss dal carcere, doveva sapere (o sapeva?) gli effetti che avrebbe potuto produrre. Quando si scrive su un argomento così importante questa valutazione costituisce una premessa fondamentale, che va determinata con la massima ponderazione.

Vincenzo Musacchio

Mi sono chiesto, e ho chiesto ad alcuni magistrati antimafia, come mai prima di concedere i domiciliari, non si è valutata la possibilità di trasferire queste persone in un centro penitenziario ospedaliero dove potessero essere curati bene ma in sicurezza. Sconcertati anche loro! Concordo che il carcere non debba diventare tortura e la salute del detenuto vada tutelata ma ritengo vi fossero modalità per evitare la prima e garantire la seconda.

Con il nuovo decreto legge in fase di approvazione, sembrerebbe che gli organi requirenti forniranno informazioni sul soggetto che il Tribunale di Sorveglianza è chiamato a esaminare. Ricordo, tuttavia, che siamo di fronte a pareri non vincolanti. Sembrerebbe che Bonafede comunque voglia vincolare il giudice che aveva scarcerato il mafioso di rivalutare periodicamente le sue condizioni di salute e quelle ambientali degli istituti carcerari. Se così fosse, saremmo di fronte ad una norma totalmente inutile poiché il giudice qualora sottoponga un soggetto alla detenzione domiciliare, perché è in condizioni d’incompatibilità con il carcere, qualora la sua salute dovesse migliore automaticamente torna in galera.

Nutro molti dubbi anche sulla costituzionalità di una norma penale che abbia effetto retroattivo. Senza voler polemizzare, a me pare uno specchietto per le allodole. Ancora una volta si legifera senza affrontare le riforme in maniera organica e ponderata. Monitoraggio continuo, osservazione, decisioni ponderate e più controlli sarebbero state soluzioni idonee per evitare le scarcerazioni.

Stiamo perdendo il valore e l’importanza della lotta alle mafie. Non bisogna abbassare la guardia. Quando si lottano le mafie occorre sapere nei minimi dettagli chi e cosa si ha di fronte. L’ala stragista è stata ridimensionata ma si è rafforzata con le seconde generazioni in mafia economica e finanziaria che opera nel silenzio più assoluto e si accorda con la politica e il mondo imprenditoriale. Queste scarcerazioni hanno gravi ripercussioni poiché ad esempio diventerà più difficile chiedere ai cittadini di collaborare con lo Stato denunciando le vessazioni cui si è sottoposti. Occorre recuperare al più presto il senso della lotta alle mafie prima che sia troppo tardi!


 
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