«Aiutateci a tornare»: l’appello di un’italiana residente a Londra

 
 

La vita degli expat durante l’emergenza Covid-19 ha fatto emergere moltissime falle nel sistema di tutela dei cittadini italiani all’estero, ma non solo. Emanuela Burchia – business planner – e suo marito Frank Mercedes – che lavora per la Tesco – entrambi residenti in UK, sono rimasti bloccati in Repubblica Domenicana dal 20 Marzo

«Avevamo comprato il volo attraverso Netflights con British Airways con partenza da Londra il 3 Marzo e rientro il 21 Marzo». Il 16 Marzo Emanuela chiama l’assistenza per accertarsi dell’operatività del volo; nonostante l’inizio di sospensioni e cambiamenti delle tratte aeree a causa della pandemia, British Airways (BA) conferma il volo. 

«Il 19 marzo decidiamo di chiamare la BA per controllare lo stato del volo: ci informano che il volo era stato anticipato al 17 marzo e che avevano provato a contattarci ma i nostri dettagli non erano corretti». Affermazione curiosa, dal momento che Emanuela e Frank avevano già ricevuto le carte d’imbarco. La coppia non demorde e subito decide di presentare un reclamo alla compagnia aerea.

«Abbiamo spiegato che la conferma del volo inizialmente prenotato era arrivata al mio indirizzo email, il che significava che i nostri dettagli personali erano corretti». In assenza di altri voli disponibili la compagnia decide di offrire un volo di ritorno il 19 Aprile.  «Abbiamo chiamato costantemente per controllare lo stato del volo, ma durante una telefonata ci informano che il volo era stato cancellato».

Il 13 Aprile British Airways rassicura la coppia comunicando la disponibilità di un volo il 3 Maggio, che viene però cancellato nuovamente il 17 Aprile; questa volta la notifica arriva via email.  «Da quel momento in poi BA diventa irreperibile. Durante questo periodo ovviamente abbiamo fatto diversi complaints (reclamo, ndr), sia a Netflights, che non ha mai risposto, sia alla BA, che ha ignorato la nostra richiesta fino a quando mia sorella non li ha taggati su Twitter».

«Dopo l’ennesima telefonata, fatta il 20 maggio, ci hanno aggiunto nella lista del 2 luglio». Contemporaneamente, la coppia chiede aiuto all’ambasciata britannica tramite email. Dall’ambasciata rispondono, chiedendo le generalità e le condizioni mediche. 

«Lì ho spiegato le condizioni di mio marito (che non mi sento di divulgare). A seguito della prima email ne abbiamo ricevute altre due. In una, identica alla prima, richiedono nuovamente le generalità e le condizioni mediche. La seconda, ricevuta il 14 Maggio, informa che non ci sono voli charter, solo commercial via Stati Uniti e completamente a nostro carico». Dunque, volo e visti a carico della coppia.

Verso la metà di Aprile Emanuela ha dei problemi di salute e ha necessità di vedere un dottore. Telefona quindi all’ambasciata britannica, la quale rimbalza la richiesta al Commonwealth office che, a sua volta, risponde che non essendo cittadina britannica non poteva intervenire e che quindi avrebbe dovuto rivolgersi alla Farnesina.

«Considerando che sono cittadina italiana, iscritta all’AIRE con residenza negli UK da circa 9 anni e che mio marito è cittadino inglese, abbiamo contattato la Farnesina, la quale ha confermato di non poterci aiutare poiché avrei dovuto firmare un’autocertificazione dichiarando di aver lasciato il Regno Unito per sempre a causa della pandemia. Solo in questo modo potevo essere rimpatriata in Italia, ma solamente io, mio marito è inglese».

A questa situazione drammatica si aggiungono altri problemi: il 30 Aprile Emanuela perde il lavoro, Frank è a rischio licenziamento e le risorse economiche scarseggiano. La coppia vive attualmente a 45 minuti da Santo Domingo in un appartamento privato, spendendo 65£ a notte. Gli alberghi e gli ostelli infatti sono chiusi a causa della pandemia: la coppia ha dovuto arrangiarsi come ha potuto. 

«Ovviamente non abbiamo più risorse economiche e l’unico aiuto offerto è stato quello di far domanda per un prestito», come prevedono le linee guida del governo:


Getting flights back to the UK.

The government is working in partnership with the airline industry to help British people travelling abroad to return to the UK.

If you are in a country where UK-bound flights are still available, book or rebook your flight and return home as soon as possible. Airlines are responsible for getting their passengers with pre-booked tickets home from countries where commercial flights are still operating.

Where commercial flights are not available, you may be eligible for a special charter flight. You should check the ‘Return to the UK’ section of your country’s travel advice page to see if a flight is available. See also our general guide to the booking process for special charter flights.

If there are no commercial or special charter flights for the country you’re in, follow the guidance in the ‘Staying during coronavirus’ section of that country’s travel advice and see our guide to staying where you are if you cannot return home.

If you cannot afford the cost of a flight to return, and have exhausted all other funding options, you may be eligible to apply for an emergency loan from the government:

  • to apply for a loan for a commercial flight, find out who to contact about emergency loans
  • you can request a loan to pay for a special charter flights, when you are asked to pay. See the travel advice ‘Return to the UK’ section for the country you are in

Ci auguriamo che le istituzioni attenzionino la vicenda e assicurino un ritorno a casa che non prosciughi gli ultimi risparmi di questa coppia rimasta incastrata tra gli ingranaggi del sistema.