I 50 anni di André “flipper” Agassi

 

Il prossimo 29 aprile, l’ex tennista statunitense André Agassi compirà 50 anni. Oltre a essere uno dei personaggi più amati e chiacchierati di tutti i tempi, è uno dei più forti tennisti di tutti i tempi. In carriera ha vinto 60 titoli ATP e 8 tornei del Grande Slam, guidando la classifica mondiale per un totale di 101 settimane (nono all-time). È uno dei soli otto giocatori nella storia capaci di conquistare il Career Grand Slam, ma è l’unico che ai quattro Slam ha saputo anche aggiungere le ATP Finals, la medaglia d’oro Olimpica in singolare (Atlanta 1996) e la Coppa Davis. La sua rivalità più famosa è quella con Pete Sampras, che ha dato vita ad alcuni degli incontri più spettacolari degli Anni ’90. Si sono affrontati 34 volte, con 20 successi di Sampras e 14 di Agassi.

Una carriera lunga, fatta di cadute e risalite quella di “Andreino”, così lo chiamava uno dei maestri del giornalismo mondiale, Gianni Clerici. È il 10 aprile 1995 quando Andre Agassi diventa per la prima volta numero 1 del mondo, dopo cinque mesi passati in seconda posizione. Nel marzo precedente, lo statunitense aveva perso la finale di Indian Wells contro Pete Sampras, il suo acerrimo nemico, per poi prendersi la rivincita in quella di Miami. Passano quattordici giorni e inizia il regno di Andre che durerà per trenta settimane. Ancora sedicenne, all’inizio del 1987 Agassi sfonda il muro della top 100 e, neanche due anni dopo, ci sono solo Wilander e Lendl davanti a lui nel ranking.

Il mondo intero parla di quel ribelle statunitense, capelli lunghi e pantaloncini jeans, mentre non solo i suoi avversari, ma tutti gli appassionati ormai hanno imparato a conoscere la sua incredibile abilità nel colpire la palla in anticipo – un salto epocale nel tennis. Rapidità dei piedi, appoggi perfetti, coordinazione, Andre sventaglia dritti micidiali, ma è il rovescio l’arma in più che gli permette di essere aggressivo da entrambi i lati: da qui un altro soprannome “Flipper Agassi”, questa volta nato dal giornalista Giampiero Galeazzi.

Dall’inizio di quel 1995 dove batte Sampras in finale a Melbourne, André diventa numero 1 con un nuovo record, fino a quel punto della stagione aveva ottenuto 26 vittorie su 28 match. Nell’estate nordamericana di quel 1995 vince infatti dopo ventisei incontri di fila, ma perde la finale dello US Open, quella che gli farà scrivere: «Non importa quanto vinci, se non sei l’ultimo a vincere sei un perdente. E alla fine perdo sempre, perché c’è sempre Pete».

Sampras – Agassi

Inserito nella International Tennis Hall of Fame il 9 luglio del 2011, Agassi si è ritirato allo Us Open del 2006, dopo una carriera ricca di cadute e risalite, ben raccontate nella sua autobiografia Open, pubblicata a tre anni dal ritiro. Nel libro, oltre ad aver raccontato di aver fatto uso di metanfetamine in un periodo difficile della sua vita e di aver mentito in merito all’ATP (confessione che ha generato parecchie controversie), la storia d’amore con Steffi Graf (ex tennista e sua attuale moglie), ha spiegato il suo rapporto di amore-odio con il tennis, iniziato quando a soli due anni papà Mike lo sottoponeva già a duri allenamenti, con l’obiettivo di renderlo un campione.

Dopo anni di assenza dal circuito, Agassi è tornato nel Tour nel maggio alla viglia dell’Open di Francia nel 2017, come coach di Novak Djokovic, Ma la collaborazione non ha funzionato, interrompendosi dopo meno di un anno. Da allora, Agassi ha iniziato una partnership con Grigor Dimitrov.