Pandemic UK (Aggiornamento del 27 marzo)

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Il primo caso confermato a Londra fu registrato il 13 febbraio, quando una donna che era recentemente tornata dalla Cina andò al Lewisham Hospital sul retro di un Uber. Cinque settimane dopo e Londra è una città totalmente diversa. La legge di emergenza del Coronavirus arriverà in pochi giorni e, tra le altre cose, consentirà alla polizia di trattenere le persone per proteggere la salute pubblica.

Medici e pazienti si ammaleranno e moriranno senza adeguati dispositivi di protezione individuale (DPI) in tutto il servizio sanitario nazionale”, ha avvertito la British Medical Association (BMA): i medici rischiano gravi malattie e decessi a causa della mancanza di scorte e molti altri potrebbero ammalarsi se non vengono presi provvedimenti immediati. Come abbiamo già sottolineato nell’ultimo articolo dedicato all’emergenza nel Regno Unito migliaia di membri del personale NHS chiedono un intervento immediato per garantire che il personale disponga di adeguati dispositivi di protezione individuale e affermano di sentirsi trattati  come “carne da macello” nella battaglia contro COVID-19.

I test di massa a domicilio devono essere resi disponibili “entro pochi giorni”, aveva affermato l’agenzia governativa  Public Health England. Il test, che prevede la puntura del dito per produrre una goccia di sangue che viene analizzata dal dispositivo, verrà prima convalidato a Oxford per garantire che funzioni come sperano gli scienziati. Ciò dovrebbe accadere questa settimana e il test dovrebbe quindi essere disponibile per gli operatori sanitari e anche per il pubblico in generale. Ma il Prof. Chris Whitty, il principale consulente medico del governo, ha ridimensionato l’idea che milioni di test sarebbero disponibili su Internet la prossima settimana.

Intanto, da qualche giorno ci si è resi conto che i reparti di terapia intensiva sono già in crisi (il Northwick Park Hospital di Harrow, parte del North West University Healthcare Trust di Londra, ha inviato un messaggio al personale giovedì notte avvertendo che si era esaurito lo spazio di terapia intensiva), tanto che si costruiscono reparti di pronto intervento di fortuna per il timore che Londra possa finire i posti di terapia intensiva in poco tempo. Il cancelliere Rishi Sunak parla di azioni governative senza precedenti per implementare la capacità di NHS per quanto riguarda attrezzature mediche, numero di letti e staff (reclutato in larga parte  su base volontaria – questo il link per la candidatura). 

Il problema, come confermato dagli svariati casi emersi in queste settimane, resta l’accesso alle prime cure. Chiamare i  numeri di emergenza è un’impresa, le linee dell’111 sono spesso intasate e non sono mancati casi di persone in evidente difficoltà respiratoria che si sono sentite rispondere che se non c’era febbre non potevano mandare nessuno perché non era la priorità.

Come non era prioritaria la chiamata di Davide Saporito, barista morto di malaria a Londra per via del servizio sovraccarico che non ha consentito di salvargli la vita; o come Kayla Williams, a cui è stato detto di non essere un caso prioritario e a cui era stato consigliato di restare a casa a curarsi, assumere antipiretici e aumentare cibo e liquidi. A Fabian Williams, marito di Kayla, è stato consigliato di usare 999 per l’emergenza e consultare l’111 online.

La fortuna sta nel fatto che le comunità locali e i vari quartieri si sono auto-organizzati già da un paio di settimane e ci sono anche episodi positivi che fanno passare per un momento l’amaro in bocca. Non abbiate paura di chiedere aiuto alla comunità in caso di bisogno (qui il link con l’elenco delle chat di supporto per la zona East London). 

Finalmente sta anche passando il messaggio che Covid-19 non è una “malattia che colpisce gli anziani” e che anche le persone più giovani ed in salute possono essere colpite.

I ricercatori dell’Imperial College di Londra hanno trovato un chiaro legame tra l’età e la probabilità di essere ricoverati in ospedale con coronavirus. Meno del 5% dei minori di 50 anni aveva bisogno di essere ricoverato in ospedale a causa dei loro sintomi, dato che sale al 24% per i 70-79 anni. Allo stesso modo, solo il 5% delle persone sotto i 40 anni che sono finiti in ospedale ha avuto bisogno di cure critiche, rispetto al 27% delle persone di 60 anni e al 43% di persone di 70 anni, dato che sale al 71% per le persone di età superiore agli 80 anni, secondo le stime basate su casi in Cina e in Italia – due dei paesi più colpiti.

L’età media delle persone che sono state ricoverate in unità di terapia intensiva in Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord era di 63 anni. Nel frattempo, i Center for Disease Control and prevention (CDC) hanno riferito che il 53% delle persone ricoverate in ospedale aveva più di 55 anni, il che significa che circa la metà aveva dai 55 anni in giù (fonte dati BBC).

Nonostante tutte queste misure governative possano sembrare una buona assicurazione (se non dal punto di vista della sanità pubblica, almeno sotto il punto di vista economico), questi provvedimenti non hanno ancora chiarito la posizione dei disoccupati, di coloro che stavano passando da un lavoro ad  un altro, dei lavoratori con contratti a zero ore e di tutte quelle fasce di popolazione che già senza pandemia, vengono poco o per niente considerate dal sistema economico.

Nel pacchetto di misure ci si dimentica anche delle vittime di violenza domestica, comune denominatore tra i vari paesi colpiti da Covid-19: UK non fa eccezione. Mentre i media internazionali si preoccupano della salute del principe Charles infetto e mormorano della morte del Duca di Edimburgo, decine di migliaia di lavoratori sono stati licenziati, hanno abbandonato il posto per paura (molte aziende hanno chiesto ai lavoratori di andare a lavorare senza prendere le più basilari precauzioni) o sono partiti verso la città di origine, per l’incertezza data dalle tutele inesistenti dei contratti del lavoro flessibile /0 ore.

Molti gli italiani che hanno deciso di spostarsi confermando, ancora una volta, che il virus si muove e può agevolmente seguire i percorsi dell’economia reale.