Militari contro il Covid-19

In questo momento particolarmente difficile, il Governo ha introdotto nuove restrizioni per contenere e contrastare ulteriori contagi fra la popolazione. Per questo motivo anche l’Esercito Italiano è stato schierato su gran parte del territorio, in ausilio alle già presenti forze dell’ordine. In verità i militari sono già presenti in strada dal 2008, anno di inizio dell’operazione Strade Sicure, ma la loro presenza in tutte le città italiane è stata rafforzata a seguito degli attentati terroristici che hanno scosso l’Europa.

Adesso la nuova sfida è contro un nemico infido e invisibile come il Coronavirus, che impone di seguire nuove regole e un impegno costante da parte di tutti. Centinaia di uomini e donne in divisa, appartenenti al corpo sanitario, combattono dalle prime ore dell’emergenza a fianco dei medici civili. Nuovi ospedali da campo vengono allestiti quotidianamente dal nulla, anche in 72 ore. Una corsa contro il tempo per cercare di aiutare le strutture ospedaliere ormai allo stremo, come quelle di Piacenza e Crema. Il contributo di medici e infermieri dell’Esercito è concreto anche a Lodi, Bergamo e Alzano Lombardo, Castelnuovo Bocca d’Adda, Somaglia, Codogno e Casalpusterlengo, per un totale di 86 unità impiegate. Varie sono le infrastrutture messe a disposizione dall’esercito che garantiscono la presenza di 3.480 posti letto su tutto il territorio nazionale.

È in corso la rimodulazione del servizio in Campania e Sicilia. A Salerno saranno impiegati altri 60 soldati per controllare il territorio, così da supportare le Forze dell’Ordine. È stato altresì messo a disposizione un nucleo di biocontenimento elitrasportato nella città di Rimini, nel caso in cui fosse necessario trasportare pazienti infetti da Covid-19.

Oltre al loro ausilio in ambito medico, i militari sono stati inviati a nord e a sud per potenziare i controlli mediante posti di blocco e controlli a tappeto per identificare le persone che violano le misure restrittive previste in tema di mobilità.

La città maggiormente colpita dal virus è Bergamo e a causa della carenza di posti disponibili nei cimiteri lombardi, i militari sono stati impiegati anche per il trasporto delle tante bare in altre Regioni affinché le salme possano essere cremate. Le immagini che documentano il fatto sono molto forti, così come lo è l’impegno dei militari.

Se da un lato c’è chi ritiene indispensabile la loro presenza per far rispettare le restrizioni indistintamente a tutti i cittadini, c’è chi dall’altro lato si oppone all’impiego delle forze armate manifestando il proprio dissenso con scritte sui muri da cui si evince non solo un disprezzo nei confronti dell’autorità pubblica ma soprattutto la voglia di non sottostare alle regole rese necessarie per il bene della popolazione.

L’emergenza sanitaria si fa sempre più seria e per questo motivo l’Esercito italiano ha avviato una procedura straordinaria di arruolamento mediante chiamata diretta di 120 ufficiali medici e di 200 sotto ufficiali infermieri, rivolta a persone di età non superiore a 45 anni e che abbiano conseguito una laurea magistrale in Medicina e Chirurgia e della relativa abilitazione all’esercizio della professione per i primi, mentre per i secondi si richiede una laurea in Scienze Infermieristiche e della corrispondente abilitazione professionale. Per non vanificare il loro operato è importante rispettare le disposizioni delle autorità governative.