Per il Parco della Salute, per Palermo, per noi: mettiamoci la faccia!

L’associazione Vivi Sano Onlus che gestisce il Parco della Salute – danneggiato da un incendio doloso – dal 2015, ha lanciato, su richiesta di tanti, una raccolta fondi che andrà avanti sino al 29 febbraio, data in cui è prevista l’inaugurazione della nuova area attrezzata. Istituzioni e associazioni, professionisti e semplici cittadini, si sono mobilitati per contribuire nel loro piccolo alla causa.

C’è chi, al posto dei fiori per il funerale del marito, richiede donazioni da destinare al Parco; chi, tra un goal e l’altro, srotola striscioni lungo le curve del Barbera; chi, ancora, organizza iniziative di sensibilizzazione nelle scuole. Non mancano, poi, eventi e manifestazioni, come lo spettacolo di beneficenza del laboratorio teatrale “Arte a tutto tondo”, dal titolo “Sister Act-ion”, andato in scena al Teatro Savio lo scorso mercoledì, o la Caccia al Tesoro sui Beati Paoli, organizzata stamattina, dall’associazione “Tu sei la città”, il cui ricavato sarà devoluto al Parco.

«L’atto vandalico accaduto la notte del 31 gennaio, paradossalmente, ci conferma che Palermo è piena di persone sane che si mettono a disposizione per sostenere un luogo “adottato” dalla parte civile della nostra città», commenta Daniele Giliberti, Amministratore Delegato di Vivi Sano Onlus. E, mentre la polizia continua ad indagare, nel tentativo di dare un nome ai volti ripresi dalle telecamere, installate nei pressi dell’area, i professionisti invitano Palermo a “metterci la faccia”.

L’avvocato Fabio Punzi si è infatti fatto promotore di un’iniziativa dall’alto valore civico e morale. Si tratta di un esposto, una denuncia contro ignoti, che verrà, più avanti, depositata presso la Procura della Repubblica.

«Chiunque si senta parte offesa, in quanto cittadino, potrà sottoscriverlo, senza alcuna spesa da sostenere. Penso che, al di là della cattura dei responsabili, questa città debba abituarsi , non solo all’indignazione, ma anche alla denuncia, a sentirsi parte lesa a prescindere dalle vittime delle singole situazioni. È un’iniziativa che vuole dare un segnale, un gesto di senso civico e legalità. Per chi volesse unirsi a noi, può passare presso il mio studio, in via Catania 51, dal lunedì al venerdì, avvisando prima telefonicamente al 3298898270. Bastano carta d’identità e codice fiscale».

Vivere a Palermo vuol dire vivere sballottati in una continua altalena di incanto e disperazione, cambiamento e decadenza. Vuol dire sentirsi, allo stesso tempo, parte integrante di qualcosa e totalmente estranei rispetto alla propria città. Quando sei di Palermo ti accorgi di non saper bene cosa vuol dire. In fin dei conti chi è il palermitano, quello che non conosce l’ordine o chi invece lotta per la bellezza? È la persona che accoglie per definizione oppure quella che non viene mai veramente accolta? E noi… Noi rappresentiamo davvero Palermo?

Veduta del Foro Italico, Palermo

Ci sono storie negate e muri invisibili di gomma che attraversano silenziosi la città tutto porto ma senza uscita, dove progettare concretezza nasconde spesso la volontà di restare comodi comodi al punto di partenza. Tramite quelle storie Palermo ci ha impartito alcune tra le più dure lezioni ricevute sul tema della fiducia e su come l’assenza di risposte a domande sempre più pressanti finisca con lo scavare vere e proprie voragini tra i cittadini.

Ci ha insegnato molto anche sui concetti di giusto e sbagliato, bene e male. È giusto o sbagliato rubare se si ha fame? È giusto o sbagliato continuare ad abbandonare luoghi già abbandonati? È giusto o sbagliato non comprendere ciò che non ci è stato spiegato? Esiste una zona grigia in cui tutti indistintamente, che ci piaccia o no, viviamo e l’unica risposta che possiamo trovare ad ogni domanda che ci siamo fatti è che probabilmente le domande sono utili per abbattere muri, ma di certo non bisogna mai restare troppo tempo fermi in loro compagnia. Mettiamoci la faccia!


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