Palermo ospita l’arte di Michelangelo Merisi: un tuffo dentro la “Caravaggio Experience”

In un contesto in cui ogni aspetto delle nostre vite quotidiane sembra essere impregnato dalla tecnologia, l’arte sta al passo coi tempi anche attraverso le mostre multimediali, un modo del tutto nuovo ed interattivo per fruire dei capolavori pittorici d’autore, siano essi contemporanei o passati.  L’imponente edificio settecentesco della Fondazione Sant’Elia, che si erge in via Maqueda, nel centro storico di Palermo, ospita una esperienza immersiva che prende il nome di “Caravaggio. La fuga e l’indagine”; le installazioni ci accompagnano in un percorso multimediale diviso su sei delle stanze del palazzo, in cui l’arte di Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio, riprende vita.

(il Bacco di Caravaggio, olio su tela 1593-1594, foto di Roberta Restivo © per Eco Internazionale)

Merisi nasce a Milano nel 1571, durante la prima adolescenza studia pittura nella bottega di Simone Peterzano, dove conosce importanti personalità artistiche del tempo come Giovanni Paolo Lomazzo e Giuseppe Arcimboldi. Tra il 1592 e il 1596 soggiorna a Roma, le esperienze nella Capitale gli permettono di perfezionare il suo stile; qui ottiene la sua grande prima commissione pubblica, ovvero le tele della cappella Contarelli in s. Luigi dei Francesi, voluta dal cardinale Francesco Maria del Monte in occasione del Giubileo del 1600.

Le opere hanno un successo strepitoso; la sua carriera procede trionfante per circa sei anni, fino a che Merisi, rimasto coinvolto in una rissa col vecchio amico Ranuccio Tomassoni morto durante lo scontro, fugge da Roma poiché colpito dal Bando Capitale emesso contro di lui dal tribunale ecclesiastico. Caravaggio trascorre gli ultimi anni della sua vita tra Malta, la Sicilia e Napoli; qui raggiunto dalla notizia del perdono papale, ricevuto grazie all’intercessione della potente famiglia Colonna, decide di rientrare a Roma nel 1610.

Una volta giunto a Porto Ercole, all’epoca una delle sedi di transito per l’ingresso nel territorio di competenza della Curia, viene trattenuto, e a pochi giorni dall’arrivo morirà in solitudine, si presume a causa di febbri malariche.

Le opere in scena del pittore lombardo sono ben cinquantotto; esse appaiono nitide e cristalline grazie all’impiego di video-proiettori in Alta Definizione e ad un sistema di pannelli LCOS (Cristalli Liquidi su Silicio): la combinazione di queste tecnologie permette, infatti, di preservare la qualità dell’immagine rendendone visibili anche i più minuscoli dettagli. Le musiche del compositore Stefano Saletti fanno da filo conduttore all’intero percorso: corde, archi, percussioni, ance e distorsioni danno vita a suoni duri e acidi che accentuano la drammaticità dei dipinti; pertanto grazie a immagini, ricostruzioni sceniche e audio lo spettatore viene totalmente coinvolto e trasportato in un’altra dimensione.

L’esperienza ha inizio all’interno di una saletta didattica e introduttiva che prepara lo spettatore alla visita; essa è arricchita con elementi scenografici ispirati alle opere caravaggesche, dove il pubblico può “entrare in scena” e fotografarsi come i personaggi delle opere. Da qui si passa alla Sala dei fiori che fa da collegamento agli altri ambienti dove sono disposte le videoinstallazioni.

Tra le proposte della Caravaggio Experience, impossibile non soffermarsi sulla tappa del percorso che vede una intera stanza dedicata al dipinto “Natività con i Santi Lorenzo e San Francesco d’Assisi”, realizzato da Merisi nel 1600; l’opera, custodita per secoli nell’oratorio di San Lorenzo di Palermo, venne trafugata nella notte tra il 17 e il 18 ottobre 1969, e non fu mai più ritrovata.

(La navata centrale dell’Oratorio palermitano e il celebre dipinto trafugato, foto di Roberta Restivo © per Eco Internazionale)

Chiude il percorso uno spazio dall’atmosfera pacificante dove luci soffuse si alternano ad altre più intense; qui ci si ritrova letteralmente immersi nel mondo di Caravaggio, affascinati dai dettagli delle sue linee esaltate dalla scomposizione e ricomposizione digitale realizzata da Stefano Fake, artista e video designer italiano, considerato uno dei principali esponenti della “Immersive Art” a livello internazionale.

Un’imperdibile occasione dunque per conoscere profondamente l’artista; l’esposizione sarà fruibile fino al 30 di Aprile 2020 nel sopracitato edificio di via Maqueda, al civico 81. Ne riportiamo i giorni e i relativi orari di apertura: dal Lunedì al Venerdi, dalle 9 alle 18, Sabato e Domenica dalle 10 alle 20.


Tutte le foto sono di Roberta Restivo