Ursula Von der Leyen: la prima donna a capo della Commissione Europea

Nelle ultime settimane il nome di Ursula Von Der Leyen è balzato agli onori della cronaca per le sue dichiarazioni, prontamente rettificate, sul MES e sugli aiuti che l’Italia e gli altri stati europei dovrebbero ricevere a causa dell’emergenza pandemica in corso. Ursula Albrecht, in Von Der Leyen, è l’attuale Presidente della Commissione Europea, ma la sua storia e la sua formazione sono figlie del periodo storico in cui ha vissuto ed è cresciuta professionalmente. Prima donna a ricoprire la suddetta carica, è stata per 14 anni min

istra dei governi Merkel. La sua visione politica unisce perfettamente due aspetti alquanto diversi: un rigido conservatorismo in ambito economico ed un’apertura cosmopolita nei confronti dell’integrazione europea.

Nata nel 1958 a Ixelles, vicino Bruxelles, è figlia di un’importante famiglia tedesca e del padre Ernst, dipendente delle nascenti istituzioni europee. Dopo gli studi alla London School of Economics, abbandona il suo percorso per trasferirsi alla Facoltà di Medicina di Hannover, dove conosce il suo attuale marito. Madre di sette figli, nati tra il 1987 ed il 1999, di fede evangelico-luterana, si trasferisce in America dal 1992 al 1996 in America per seguire il marito, il quale aveva ricevuto un incarico alla Standford University.

Nel 2003 inizia la sua lunga carriera politica con un incarico da ministro degli Affari Sociali. Qui viene notata dalla giovane Angela Merkel, che nel 2005 le affida il Ministero per gli Affari della Famiglia e della Gioventù fino al 2009.

Il prospero sodalizio tra le due continua e durante il secondo mandato Merkel viene eletta Ministro presso il dicastero del Lavoro e degli Affari Sociali: qui contribuisce alla sponsorizzazione delle unioni omosessuali e dei temi dell’immigrazione. Dal 2013 al 2019 svolge l’incarico di Ministro della Difesa e già da allora sembra essere la diretta discendente di Angela Merkel a capo del governo tedesco.

La sua politica anche in quest’ultimo incarico prosegue seguendo un doppio binario: conservatorismo nei confronti del Patto Atlantico e apertura della politica estera tedesca in direzione di una maggiore assertività. In questi anni Von Der Leyen si ritrova ad affrontare a più mandate la minaccia del ritorno delle forze neonaziste in seno all’esercito tedesco. I tentativi di arginare queste fazioni culminano nel 2017 con il siluramento del generale Walter Spindler, capo della sezione di addestramento dell’esercito.

Il 2 Luglio 2019 viene scelta per succedere a Jean-Claude Juncker per la carica di Presidente della Commissione Europea. Decisione presa dalle forze politiche europee anche in seguito al veto messo da Emmanuel Macron all’altro candidato, considerato eccessivamente sovranista: il bavarese Manfred Weber. Il 10 settembre 2019 Von Der Leyen presenta la sua Commissione, ancora fortemente centralizzata sulla potenza tedesca, ma favorevole ad un’apertura e ad un consolidamento dell’Unione Europea, oltre ad una politica di stampo “Green“.

Le sfide all’orizzonte sono appunte quelle di uno sviluppo dell’economia verde, della stabilizzazione della struttura europea e della rivoluzione tecnologica e diplomatica prodotta dai rapporti tra USA e Cina. A complicare il suo mandato, come è noto, si è aggiunta la sfida globale della lotta alla pandemia da COVID-19.

Per capire meglio chi sia l’attuale Presidente della Commissione Europea citiamo le sue parole durante il suo discorso di insediamento: «Immagino l’Europa dei miei figli e nipoti come un’unione che non sia debole e in preda agli interessi nazionali. Il mio obiettivo sono gli Stati Uniti d’Europa». Sembrerebbe dunque che Ursula Von Der Leyen abbia tutte le carte in regole per guidare una struttura così complessa come l’Unione Europea verso una decisiva e permanente stabilizzazione futura.


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