Fiume Oreto: lo stato dei lavori


Di Beatrice Raffagnino – Venerdì 29 Novembre l’Aula Consiliare del Comune di Monreale ospiterà la presentazione del manifesto d’intenti “Un fiume in comune: l’Oreto e la sua Valle” promosso e sottoscritto dai membri del Comitato promotore per la stipula di un contratto di fiume e di costa dell’Oreto. Con l’occasione il seguente articolo si propone di fornire un quadro, il più possibile chiaro ed esaustivo, circa il percorso, sin qui seguito, da associazioni, produttori agricoli, proprietari, cittadini, rappresentanti del mondo universitario e portatori di interesse, nell’intento condiviso di riappropriarsi in fine del fiume e della sua valle. 

Lo scorso 12 Novembre, il FAI ha inoltrato una comunicazione alle istituzioni competenti, attraverso la quale sollecitava, entro la fine del mese in corso, da un lato un riscontro circa la concreta volontà di agire in partenariato da parte degli Enti Pubblici interpellati, e dall’altro la definizione concordata di un progetto a cui legare i 65.000 euro, messi a disposizione del fiume nell’ambito della nona edizione del censimento nazionale “I luoghi del cuore”.  È da sottolineare, in particolare, che in essa  non si fa alcun accenno alla scadenza dei termini per ottenere definitivamente il contributo in questione. Il Fai infatti, alla luce del costruttivo dialogo instaurato con le amministrazioni comunali e indirettamente con le associazioni coinvolte, mira a «dare ai media e agli 83 mila cittadini che hanno votato il fiume come loro Luogo del cuore un aggiornamento concreto sugli avanzamenti progettuali», ma nello stesso tempo, essendo consapevole della situazione di profondo degrado e dell’estensione del territorio preso in considerazione, adatta la fase di pianificazione ed attuazione degli interventi alle specificità presenti in concreto e sulla base di queste determina anche i tempi d’esecuzione .

Ferma restando dunque la necessità di non interrompere il processo virtuoso, innescatosi con la vincita del Concorso promosso dal FAI,  e di arrivare quanto prima all’individuazione e messa in atto concordata di un progetto che valorizzi il risultato ottenuto, occorre precisare che non esiste alcun allarme, né tanto meno una situazione di stallo.  Al contrario, quella che sembrava essere soltanto una semplice raccolta di firme si è rivelata invece un utile strumento di coesione sociale oltre che un potente volano di consapevolezza e responsabilizzazione.

Improvvisamente il “fiume dimenticato da tutti” ha cominciato a  rimbalzare sui social network, sulle televisioni e sui giornali, entrando in fine nelle case dei cittadini che per anni l’avevano ignorato. I commercianti, le associazioni, le scuole, i singoli professionisti, i residenti si sono trovati tutti uniti dallo scopo comune di raggiungere i voti necessari per ottenere la vittoria, perché in fondo non erano i 65.000 euro il vero nocciolo della questione. 65.000 euro sono un’inezia rispetto alla riqualificazione dell’intero corso dell’Oreto. La verità pura e semplice è che grazie a questo censimento ciascuno è tornato a credere di poter realizzare con le proprie forze un seppur minimo concreto cambiamento.

Quando poi si è giunti al termine delle votazioni e il fiume ha ottenuto il secondo posto, quello che davvero la città ha vinto è stata la possibilità di andare oltre la ristretta ottica del concorso e riuscire finalmente ad esigere risultati. Infatti l’accresciuta consapevolezza circa l’importanza dell’Oreto e della sua valle, il clima di fiducia venutosi a creare, le relazioni sorte nell’ambito dell’iniziativa del FAI hanno gettato le basi per la formazione di una vera e propria rete di portatori di interesse che sin da subito hanno visto nel risultato ottenuto non un punto d’arrivo, ma piuttosto un punto di partenza per arrivare passo dopo passo a riabbracciare l’intero corso fluviale.

Avendo il FAI successivamente subordinato il rilascio del contributo alla presentazione di un unico progetto condiviso e alla stipula di un contratto di fiume che facesse da garanzia di un’effettiva pianificazione pubblica di scala territoriale (ovvero un percorso dal basso che coinvolgendo tutti i portatori di interesse ottenesse l’avallo delle amministrazioni dei Comuni coinvolti realizzando di fatto una rete intorno al fiume) i soggetti coinvolti hanno dato vita ad un Comitato Promotore per il Contratto di Fiume, sottoscrivendo un apposito manifesto d’intenti che verrà presentato nelle aule consiliari dei comuni di Palermo, Altofonte e Monreale.

Non si tratta sicuramente di un percorso semplice ma del resto non tutti i grandi cambiamenti sono rumorosi ed evidenti nell’immediato. Ad oggi, d’altra parte, i risultati non mancano: il percorso in atto ha, infatti, cementato le relazioni tra i comuni di Palermo, Altofonte e Monreale, coinvolgendo istituzioni, associazioni, professionisti, singoli cittadini di tutti e tre gli ambiti territoriali; gli studenti svolgono analisi delle acque e partecipano a escursioni e a progetti di alternanza scuola-lavoro, inerenti al fiume; sempre più artisti prendono l’Oreto come punto di riferimento per estemporanee e mostre e si moltiplicano le iniziative di sensibilizzazione e gli interventi di pulizia in diversi tratti del corso fluviale. A ciò si aggiunga il progetto che lo scorso Marzo gli architetti Liuzzo e Sarta del Comune di Palermo hanno candidato al Bando relativo alla Misura 6.5.1 (“Azioni previste nei Prioritized Action Framework (PAF) e nei Piani di Gestione della Rete Natura 2000”), del PO FESR Sicilia 2014/2020. Quest’ultimo in particolare destina circa 7 milioni di euro all’infrastruttura verde “ZSC ITA020012 – Valle del Fiume Oreto – Sentiero Natura ed interventi manutentivi” ed interessa il tratto che va dal Ponte Corleone alla foce (quest’ultima esclusa).

A distanza di mesi il progetto in parola è stato ritenuto ammissibile dall’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente e adesso sarà attentamente valutato da una commissione tecnica che stabilirà se inserirlo o meno e in che misura all’interno della graduatoria definitiva di finanziamento. Sarà dunque in questo contesto magmatico e in continuo mutamento che si innesterà il progetto che sfrutterà i fondi del FAI: un piccolo ma fondamentale tassello in un grande puzzle di acque e terre lungo ben 22 km.


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