C’era una volta Babbo Natale, su una panchina

Di Silvia Scalisi – I veri artisti sono coloro che riescono a vedere l’arte anche, e soprattutto, dove non c’è. Sono quelli che in un platano vedono una donna dal collo lungo e con una chioma di capelli ricci, in una scrivania un elefante dalla lunga proboscide, in un freddo e spigoloso pezzo di marmo un corpo dalle linee calde e sinuose. Sono quelli che in una panchina vedono una slitta.

È proprio questa l’ultima visione di Banksy, che qualche giorno fa, nella fredda e uggiosa Birmingham, ha fatto spiccare all’ignaro senzatetto Ryan e alla “sua” panchina un volo degno di ogni favola natalizia che si rispetti.

Un video di soli 33 secondi, apparso sul profilo Instagram dello street artist, di una forza e sensibilità uniche nella sua disarmante semplicità.

Con estrema compostezza e dignità, vediamo il senzatetto Ryan che beve un sorso d’acqua, prende il suo borsone color verde militare che contiene, verosimilmente, quel poco che possiede, lo sistema a mo’ di cuscino sulla sua panchina, ricercando una parvenza di comodità, si sdraia, senza nemmeno una coperta per coprirsi, il cappuccio del giubbotto sulla testa per ripararsi un po’ dal freddo, le gambe troppo lunghe per quel giaciglio che lo costringe a lasciare i piedi fuori.

Fin qui, una scena di triste e ordinaria quotidianità, a cui purtroppo possiamo assistere in qualunque città o metropoli che, però, improvvisamente, si tinge di qualcosa di magico; l’inquadratura si allarga e a poco a poco spunta quello che non ti aspetti: un murales raffigurante i contorni di due renne sul muro scuro che trainano idealmente la panchina di Ryan, trasformandolo per un attimo in un poetico e inusuale Babbo Natale.

Trentatré secondi in cui si susseguono mille sensazioni: dalla tristezza, alla malinconia, alla commozione.

La panchina di Ryan è accanto a un cestino, di quelli che stanno agli angoli dei marciapiedi per raccogliere le cartacce gettate distrattamente dei passanti. Un rifiuto accanto ad altri rifiuti, invisibile per le persone che camminano frettolose sul marciapiede, inesistente per gli automobilisti che sfrecciano sulla strada: però, se si sposta lo sguardo di qualche centimetro, quell’invisibile diventa il sogno più bello, per grandi e piccoli.

Un sogno che, almeno per qualche minuto, è diventato realtà. Scrive infatti Banksy sul proprio profilo: «Dio benedica Birmingham. Nei 20 minuti in cui abbiamo filmato Ryan su questa panchina, i passanti gli hanno dato una bevanda calda, due barrette di cioccolato e un accendino – senza che lui chiedesse mai nulla.»

Un invito, dunque, a essere più generosi e buoni a Natale, a compiere gesti di solidarietà (al contrario dei non ben identificati vandali che hanno pensato di ridicolizzare il murales qualche giorno dopo disegnando dei nasi rossi alle renne), ma soprattutto un messaggio di denuncia sul problema dei senzatetto, sempre più diffuso nelle grandi metropoli e non solo, voci silenziose di persone che una casa in cui tornare per Natale non ce l’hanno.

«Sarò a casa per Natale / Puoi contare su di me / Per favore prepara neve e vischio / E regali sotto l’albero»: non è un caso che la canzone I’ll be home for Christmas cantata da Joy Williams accompagni questi 33 secondi di pura poesia.

“Sarò a casa per Natale”: forse si dovrebbe dare più valore a questa frase, che acquista un senso per chi una casa dove tornare ce l’ha, e dovrebbe essere più consapevole di questa ricchezza.


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