Giornata storica in Spagna: trasferiti i resti di Francisco Franco

Di Mattia MarinoMadrid, Spagna. Ieri, ad un mese dalla sentenza emessa dal Tribunale Supremo Spagnolo – la quale approvava la riesumazione dei resti di Francisco Franco prevista secondo decreto governativo – è stata dissotterrata la salma dell’ex dittatore dal Valle de los Caídos, il monumento situato a 55 chilometri da Madrid dove, dal 1975, era sepolto l’ex caudillo de España.

Il Valle negli anni ha generato moltissime polemiche. Esso fu infatti costruito da migliaia di prigionieri repubblicani, incarcerati a seguito della sconfitta nella Guerra Civile Spagnola, la quale vide proprio l’ascesa al potere di Francisco Franco, con l’istaurazione di un regime autoritario e di chiaro stampo fascista, che durò quasi quarant’anni.

Il Valle de los Caídos o Basílica de la Santa Cruz del Valle de los Caídos

La Corte ha imposto il trasferimento dei resti di Franco al cimitero di Mingorrubio di Madrid, dove è sepolta anche sua moglie Carmen Polo; invece della Cattedrale de La Almudena, come desiderava la famiglia, comunque assolutamente contraria a qualsiasi spostamento. I familiari di Franco, nei mesi passati, hanno presentato vari ricorsi contro il provvedimento governativo al Tribunale Supremo Spagnolo ed alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo, i quali però sono stati respinti definitivamente il 24 settembre scorso, attraverso la sentenza della Corte Suprema di Madrid. Anche la Chiesa Cattolica, in questo periodo, si è espressa a sfavore dell’iniziativa del Governo. Nel dicembre 2018 il priore dell’Abbazia dove il dittatore era sepolto si dichiarò assolutamente contrario alla riesumazione ed al trasferimento della bara di Franco.

Il decreto, approvato dal Governo di Pedro Sanchez il 24 agosto 2018, e convalidato a maggioranza dal Congresso dei Deputati il 13 settembre 2018, è stato uno dei grandi cavalli di battaglia del Premier Socialista, e della sua amministrazione. «Nel Valle de los Caídos potranno riposare solo i corpi degli spagnoli che persero la vita a conseguenza della Guerra Civile Spagnola, come luogo di commemorazione, ricordo ed omaggio alle vittime del conflitto», così citava il testo del decreto ratificato. Nonostante nessun gruppo politico si oppose alla riesumazione, i partiti di centrodestra Ciudadanos e Partido Popular si astennero dalla votazione, giudicando la disposizione come una “straordinaria ed urgente necessità” e preferendo invece una legge ordinaria dato che, quarantatré anni dopo la morte di Franco, non esiste alcuna urgenza.

Nello stesso giorno della storica sentenza della Corte Suprema, il 24 settembre scorso, il Premier spagnolo teneva un discorso all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ricordando le pagine più nere della storia spagnola, e come a causa della dittatura la Spagna non fosse stata tra i Paesi fondatori dell’ONU nel 1945. «Oggi chiudiamo simbolicamente il circolo democratico. Oggi chiudiamo un capitolo oscuro della nostra storia e cominciamo i lavori per trasferire i resti del dittatore Franco da dove hanno riposato immoralmente per tutto questo tempo. Perché nessun nemico della democrazia merita un luogo di culto e di rispetto istituzionale. È una grande vittoria della democrazia spagnola», dichiarò il Presidente.

L’ 11 ottobre scorso, ad un meeting del Partito Socialista Spagnolo (PSOE), il Primo Ministro in carica, ed in corsa per la rielezione alle prossime elezioni politiche del 10 novembre 2019, ha dichiarato: «La riesumazione del dittatore è una grande vittoria della democrazia spagnola». «Ricordiamoci che qualcuno disse che era impossibile, però alla fine la democrazia rispetta i suoi impegni» ha concluso Sanchez.

Primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez

Ieri, a seguito del compimento del processo di riesumazione e trasferimento dei resti di Franco, Pedro Sanchez, in una dichiarazione istituzionale ha parlato della “fine di un affronto morale”. Il processo di disseppellimento è stato presenziato dal Ministro della Giustizia Spagnola Dolores Delgado, da oltre venti familiari di Franco e da un gruppo di scientifici forensi. Il feretro è arrivato al cimitero madrileno in elicottero. Qui è stato accolto da una nutrita folla di nostalgici del regime (circa un centinaio), oltre che dal golpista Antonio Tejero Molina, ex tenente colonnello della Guardia Civil, protagonista del fallito colpo di stato del 23 febbraio 1981. La concentrazione di gruppi franchisti è stata permessa dal Tribunale Supremo di Madrid in quanto la sua proibizione sarebbe stata una violazione del diritto di riunione, sancito dall’articolo 21 della Costituzione Spagnola. Quanto accaduto ieri segna il 24 di ottobre come una giornata trascendentale, ed una delle più importanti della storia recente spagnola.


Foto in copertina da Clarín