Marc Márquez, il “marziano” della MotoGP è ancora Campione

Di Nunzio Cancilla – E sono otto. Marc Márquez, con la vittoria conseguita nel Gran Premio della Thailandia a Buriram, si laurea Campione del Mondo della classe MotoGP per la sesta volta nella sua carriera, la quarta consecutiva da quando nel 2016 ha iniziato questo ciclo che, ad oggi, sembra inarrestabile, dati i soli 26 anni del pilota catalano.

Otto, si diceva, come il numero totale di titoli mondiali conquistati da Márquez, considerando anche i due campionati vinti nel 2010 in classe 125 e nel 2012 in Moto2. Il titolo mondiale appena conquistato permette al “marziano” – come è stato ribattezzato lo spagnolo – di eguagliare il recordman della MotoGP Valentino Rossi, fino a ieri in cima nella classifica dei titoli mondiali vinti nella classe regina sin da quando, nel 2002, la vecchia classe 500 ha lasciato il passo alla MotoGP.

Quella di Buriram è stata soltanto l’ultima impresa in pista di Márquez, ma che si trattasse di un predestinato lo si era capito già da tempo. Lo spagnolo inizia a correre in moto a sei anni, prima in motocross e poi in minimoto, passando in seguito alle corse su pista. Debutta nel motomondiale in classe 125 nel 2008 alla guida di una KTM e in quella stagione ottiene come miglior piazzamento un terzo posto in Gran Bretagna. Termina la stagione al 13º posto, nonostante sia stato costretto a saltare quattro GP per infortunio. Nel 2009 passa al Team Red Bull KTM MotoSport, chiudendo il mondiale all’8º posto, riuscendo a salire sul gradino più basso del podio nel GP di casa in Spagna e firmando le sue prime due pole position nel motomondiale.

Dopo due anni di apprendistato, nel 2010 vince il campionato del mondo della classe 125 in sella alla Derbi RSA del Team Red Bull Ajo Motorsport. Conquista ben 10 vittorie (la prima al GP d’Italia) e dodici pole position. Nel 2011 approda in Moto2 con il Team Catalunya Caixa Repsol e conquista sette vittorie, sfiorando subito il titolo, sfuggitogli a causa di una caduta che lo costringe a saltare le ultime due gare, lasciando così il mondiale a Stefan Bradl. Si rifà già nel 2012 quando domina la classe Moto2 (9 vittorie) e centra il titolo, il secondo della sua carriera. L’anno successivo al debutto in MotoGP con la Honda impressiona sin da subito. Nella sua prima gara nella classe regina, in Qatar, lotta fino alla fine con Valentino Rossi chiudendo in terza posizione. Già alla seconda gara, ad Austin, ottiene la sua prima vittoria in MotoGP, strappando il record che apparteneva a Freddie Spencer di più giovane vincitore di un GP nella top class dopo che, nello stesso weekend, era diventato il più giovane poleman della storia della classe regina.

Marquez in sella alla 125 Derbi RSA

Concluderà la stagione con 6 vittorie e la conquista del titolo iridato al suo primo anno nella MotoGP. Stessa sorte nel 2014, la sua migliore stagione, quando ipoteca il titolo vincendo le prime 10 gare del campionato. Il 2015 è il suo annus horribilis, quando ben sei ritiri gli precludono la possibilità di lottare per il titolo, vinto poi dal connazionale Jorge Lorenzo. Dal 2016 ad oggi è storia recente: quattro mondiali consecutivi in altrettante stagioni sempre in sella alla sua Honda.

Un pilota che non si accontenta mai, che vuole raggiungere traguardi sempre nuovi e battere record su record. E anche in Thailandia Márquez, come nel suo stile, non si è accontentato: avrebbe potuto gestire arrivando alle spalle del nuovo talentino della MotoGP, il 20enne francese di origini siciliane – di cui sicuramente sentiremo parlare nei prossimi anni – Fabio Quartararo, ha voluto festeggiare l’ottavo titolo mondiale con un’altra vittoria, la terza consecutiva, la nona in questa stagione trionfale per lo spagnolo, la 53.ma in top class. È la sua 79.ma vittoria considerando tutte le classi, il 91° podio in top class, il 14° quest’anno, il 12° podio consecutivo: eguaglia la sua miglior sequenza, registrata da Motegi 2013 a Indy 2014. Quello in Thailandia è il suo 130° podio in tutte le classi (in 201 gare, praticamente due su tre). E con quattro gare da disputare (Giappone, Australia, Malesia e Comunità Valenciana) può ancora rimpolpare il suo bottino stagionale, che si preannuncia come il suo secondo migliore di sempre, dopo lo straordinario 2014 che lo vide addirittura 14 volte sul gradino più alto del podio.

Intanto si accontenta dei record che è riuscito a battere e che lo consegnano già alla storia di questo sport: è il più giovane (26 anni e 231 giorni) a vincere sei mondiali in top class, battendo il grande Giacomo Agostini, che aveva 29 anni e 25 giorni quando nel 1971 vinse il suo sesto titolo in 500cc; è il più giovane a vincere 8 titoli in tutte le classi, strappando il record detenuto da Mike Hailwood, che aveva 27 anni e 112 giorni quando vinse il suo 8° titolo (350cc, 1967, Brno). È il terzo pilota ad aver vinto sei o più titoli in top class insieme ad Agostini (8) e Rossi (7, di cui 6 in MotoGP e 1 in 500cc) che al momento lo precedono in questa speciale classifica.

A margine dei festeggiamenti per il titolo, Márquez ha risposto così a chi gli chiedeva se già si sentisse di far parte della top 3 dei migliori piloti di sempre nella storia del motomondiale: «Chi sono i tre piloti migliori della storia? Agostini, Nieto e Rossi, sono quelli che hanno ottenuto più titoli in carriera. Alla fine della mia si vedrà cosa diranno i miei numeri, ma io non penso ai record». Parole che, se da un lato rendono onore a tre piloti storici del motomondiale, dall’altro svelano come i suoi avversari, più che quelli che la domenica affronta in pista, siano quelli del passato. E allora la sfida è già lanciata, verso il nono titolo mondiale.


Immagine copertina da sport.virgilio.it

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