Pietro Mennea: la Freccia del Sud che ha cambiato la storia dell’atletica

Classe 1952, Pietro Mennea nacque da una famiglia modesta a Barletta, in Puglia. Si narra che Mennea all’età di 15 anni sfidò in velocità una Porsche e un’Alfa Romeo sui 50 metri in uno stradone di Barletta, battendole entrambe e vincendo 500 lire.

La sua lunga carriera agonistica iniziò nel 1968 quando si iscrisse all’AVIS di Barletta e iniziò a partecipare alle competizioni nazionali; durante una competizione svoltasi a Termoli, venne notato dall’ex velocista e allenatore marchigiano Carlo Vittori. Debuttò ai Campionati Europei nel 1971, durante i quali si classificò al terzo posto con la staffetta 4×100 e al sesto posto nei 200 metri piani.

Il suo debutto olimpico risale al 1972 a Monaco di Baviera, quando vinse il suo primo bronzo nei 200 metri salendo sul podio con lo statunitense Larry Black e il sovietico Valerij Borzov, divenuto da questo momento il suo storico rivale. Nel 1974 vinse a Roma l’oro nei 200 metri e l’argento nei 100 metri ai Campionati Europei.

Dopo lo sconforto dovuto agli insuccessi collezionati ai Giochi Olimpici di Montreal (1976) durante i quali non vinse nessuna medaglia, Mennea si riscattò due anni dopo agli Europei Indoor a Praga, vincendo l’oro nei 400 metri piani.

Ma è nel 1979 che la Freccia del Sud scrisse una delle pagine più memorabili dell’atletica. Quel 12 settembre 1979 durante le Universiadi, alle 15.20 a Città del Messico (23.20 in Italia), Pietro Mennea partì dalla quarta corsia dello Stadio Azteco con la pettorina numero 314 e corse per 200 metri: i primi cento metri in 10’’34 “manuali” e i secondi cento metri in 9’’38, per un totale di 19’’72. La Freccia del Sud stabilì il nuovo record mondiale superando il record detenuto dallo statunitense Tommie Smith (19’’83) realizzato 11 anni prima nella stessa pista.

Mennea, intervista dopo Record del Mondo 19″72

Sempre in Messico, Mennea ottenne il record europeo dei 100 metri con 10″01, tempo che fino al 2018 ha rappresentato il record italiano, migliorato da Filippo Tortu (classe 1998).

I momenti di gloria della Freccia del Sud non si arrestarono dopo aver stabilito il record mondiale. Storica rimarrà la finale dei 200 metri dei Giochi Olimpici di Mosca del 1980, quando il campione olimpico dei 100 metri Allan Wells sorpassò all’inizio della gara Mennea, pensando così di avere la vittoria in tasca, per poi essere superato dall’italiano negli ultimi metri. Mennea vinse l’oro per 2 centesimi di secondo.

Nel 1983 stabilì addirittura la miglior prestazione mondiale (manuale) dei 150 metri piani, con 14″8 sulla pista dello stadio di Cassino. Questo primato è ancora imbattuto, in quanto nel 2009 Usain Bolt è riuscito a stabilire un tempo di 14″35 su pista rettilinea.

Decise di ritirarsi dalla carriera agonistica per dedicare più tempo allo studio: si laureò in Scienze politiche e successivamente conseguì anche le lauree in giurisprudenza, scienze motorie e sportive e lettere. Nella sua vita è stato avvocato, docente universitario e anche eurodeputato (1999-2004). Nella sua lunghissima carriera (1971-1988) Mennea è stato 3 volte campione italiano sui 100 metri, 11 volte sui 200 (la prima nel 1971, l’ultima nel 1984). È anche l’unico atleta a essersi qualificato per quattro finali olimpiche consecutive, dal 1972 al 1984.

Mennea detenne il record mondiale dei 200 metri per 16 anni e 324 giorni, fino a quando nel 1996 Michael Johnson non stabilì il nuovo record di 19’’66. Celebri rimarranno le prime parole dell’atleta italiano, pronunciate con ancora il fiatone ai giornalisti che lo raggiunsero al termine della gara: «Un ragazzo del Sud Italia senza piste oggi è riuscito a fare il record del mondo, anche se mi dispiace averlo tolto al favoloso Tommie Smith».