Valorizzare lo Stretto: ecco perché è importante promuoverne il patrimonio

Di Eloisa Zerilli – Sono due terre che conservano un ricco patrimonio identitario, culturale, paesaggistico e ambientale: Sicilia e Calabria, separate da quello che localmente è chiamato u Strittu, sono accomunate dallo stesso identico destino, ossia quello di far parte del Mezzogiorno d’Italia e di essere per questo economicamente svantaggiate rispetto ad altre Regioni.

Dopo un triennio 2015-2017 di (pur debole) ripresa del Mezzogiorno, si riallarga la forbice con il Centro-Nord. È quanto emerge dall’ultimo Rapporto sull’economia del Mezzogiorno, pubblicato annualmente da Svimez. Proprio in virtù di questo evidente gap, tutti noi dovremmo auspicare a un rilancio dell’Area dello Stretto che passi attraverso la promozione del patrimonio a trecentosessanta gradi.

Quella dello Stretto è, infatti, sempre stata un’area ricca di fascino e splendore, fattori di cruciale importanza che, non a caso, hanno contribuito alla creazione e alla diffusione di tanti miti che lo riguardano. Nell’antichità, ad esempio, la lingua di mare che separa la Sicilia dalla Calabria era nota come Stretto di Scilla e Cariddi, dal nome dei due mostri omonimi che, secondo le leggende, tormentavano la navigazione.

In realtà, negli ultimi anni, il turismo è diventato un settore economico di importanza notevole al punto da essere una delle principali risorse per entrambe le Regioni. Da qui nasce la necessità di lanciare efficaci politiche di marketing territoriale, valorizzando l’offerta turistica di Sicilia e Calabria in un sistema integrato. Il territorio è una trama di luoghi che portano le tracce del tempo storico all’elemento naturale: il patrimonio territoriale è una delle sfaccettature del patrimonio culturale e, in questo, Sicilia e Calabria hanno tanto da raccontare.

Arena dello Stretto di Reggio Calabria

In un’ottica di continua innovazione e promozione del territorio – inteso, dunque, non solo come luogo geografico ma anche come insieme di storia, tradizioni e culture – le istituzioni diventano attori primari dell’impegno alla valorizzazione. Obiettivo precipuo sarebbe quello di creare un ponte, inteso non come mera infrastruttura, ma come partenariato diffuso tra Sicilia e Calabria, volto a valorizzare le ricchezze naturali e storiche, integrandole in modo sinergico con tutte le componenti che caratterizzano l’offerta turistica dei territori.

Per promuovere il patrimonio identitario siciliano e calabrese, le amministrazioni dovrebbero adottare un atteggiamento orientato al mercato, studiandone i prodotti turistici, attraverso la raccolta di informazioni e dati e la loro conseguente elaborazione. Sono tanti i fattori rilevanti da considerare, ancor prima di mettere in atto delle strategie: tra quelli sociali, è opportuno valutare l’immagine che ancora molti stranieri, ma anche italiani, hanno della Sicilia e della Calabria, legata alla criminalità̀ organizzata e alla disoccupazione.

Prima di compiere le proprie valutazioni, inoltre, le amministrazioni dovrebbero acquisire consapevolezza di come, le destinazioni turistiche, alla stessa stregua di altri prodotti, devono presentare determinate caratteristiche, nonché un’immagine che le renda attraenti agli occhi del turista. Si potrebbe valutare, tra l’altro, la creazione di festival ed eventi culturali, comuni a Sicilia e Calabria, che leghino determinati siti di interesse culturale, storico e paesaggistico.

Pensiamo, ad esempio, alla Villa Romana di Casignana, nota come la Piazza Armerina della Calabria, il più grande complesso di mosaici pavimentali di epoca romana del Meridione, dopo Villa del Casale. Solo grazie ad eventi di simile portata, si creerebbe una grande occasione di riappropriazione dei luoghi da parte dei cittadini e una straordinaria opportunità per i turisti.