Percuotere, voce del verbo suonare

Di Alice Antonacci – Incontro Gaspare Renna in un bar. Chiediamo due caffè. Inizia a raccontarmi che fra poco partirà e ha la curiosità e la trepidazione di chi si sta muovendo verso nuove avventure; a breve si trasferirà, per continuare a studiare al Conservatorio della Svizzera Italiana, a Lugano. É maestro di strumenti a percussione, diplomato al ‘Conservatorio Vincenzo Bellini’ di Palermo, oggi “Conservatorio Alessandro Scarlatti”.

Mi racconta che ha da sempre avuto a che fare con la musica e che da piccolo ci giocava. Uno dei suoi primi ricordi è legato a dei momenti vissuti con uno zio che suonava il piano e di cui lui si divertiva a copiare le posizioni delle mani provando a riprodurre, andando ad orecchio, quello che lo zio aveva fatto poco prima. “Ecco i vostri caffè”. Verso un po di zucchero nella tazzina e mentre lo mescolo sto inconsapevolmente “suonando”.

Nella foto, Gaspare Renna. Foto di Giulia Lo Giudice

Una figura chiave per Gaspare è senza dubbio quella di suo fratello Nicolò, maestro di chitarra classica. Sicuramente essere cresciuti insieme ha costituito, e costituisce, uno stimolo reciproco. I due suonano infatti in un duo, il Renna Duo. Nicolò gli ha dato il La per vedere la musica non più e non solo come passatempo e divertimento bensì come un percorso da costruire e di cui fare la propria professione, studiando e continuando ad apprendere e mettersi alla prova.

Quello degli strumenti a percussione è un mondo che da profani si può cogliere forse solo in parte ma che contiene al suo interno diverse sfaccettature, strumenti e ovviamente suoni. Gli chiedo cosa prova nel suonare gli strumenti a percussione e mi risponde che quello che sente è l’esigenza di dire qualcosa e di dirla in musica ‘percuotendo’. Le percussioni fanno infatti riferimento non ad uno strumento in sé, bensì all’azione che si compie, per l’appunto quella di percuotere. Per usare le sue parole «non si può violinare qualcosa, ma cosa puoi fare? La puoi percuotere!». Ecco perché quando ho mescolato lo zucchero nel caffè ho impropriamente suonato, e l’ho scoperto al tavolino di un bar in un giornata d’estate.

Mentre chiacchieriamo mi racconta dei preziosi insegnamenti e consigli della sua docente presso il Conservatorio di Palermo, Fulvia Ricevuto, delle esperienze con un coro tutto al femminile diretto dal maestro Monica Faja, e dell’incontro con diversi musicisti con i quali ha avuto modo di suonare e di esibirsi. Un forte input gli è stato offerto da Mircea Ardeleanu in occasione di una master class tenuta insieme ad altri due maestri. Fermandosi a chiacchierare con lui ha avuto modo di riflettere sul proprio percorso, di pensare e di continuare a crescere in ambito musicale, di arricchire il proprio bagaglio di esperienze incontrando musicisti di tutta Europa e di tutto il mondo. Ed è a questo che si lega il suo prossimo passo.

Uscendo dal Conservatorio puoi insegnare, dedicarti a suonare e sperimentare oppure fare entrambe le cose, che è quello che Gaspare sta facendo al momento e che conta di fare nell’immediato futuro. Quello che traspare è la sua voglia di continuare a migliorarsi, di crescere, di imparare e di insegnare, avere la possibilità di trasferire agli altri ciò che si è appreso, metterlo in condivisione, farlo conoscere e creare qualcosa di nuovo come avviene nelle commistioni, musicali e non, dove si cerca di far convivere elementi diversi usandoli come spunto e come occasione per proporre qualcosa di nuovo.