Una «Libra» da condividere

Di Francesco Paolo Marco Leti – La storia della moneta è una materia affascinante. Fin quando il suo valore è insito nell’oggetto dello scambio (l’oro o gli altri metalli preziosi), il problema non si pone. Le criticità sorgono quando la moneta diventa uno strumento fiduciario, non avendo più in sé un valore. La storia è ricca di fallimenti monetari: la stessa cartamoneta, la banconota, prima di affermarsi ha subito diversi problemi. Un esempio storico classico è quello degli “assegnati”, la moneta della Francia rivoluzionaria che, pur fondando il proprio valore sui beni confiscati alla Chiesa, si rivelò un profondo fiasco, al punto tale da essere definitivamente ritirati –interrompendo il loro corso legale – nel 1797.

Alla base della moneta vi è un rapporto fiduciario fra le controparti, che la ritengono valida per eseguire gli scambi. In parole povere, accetterò della moneta perché sono sicuro che tutti la accettano, quindi avrò la possibilità di scambiarla per beni o servizi. Alla base della fiducia nella moneta vi è la garanzia dello Stato: una delle caratteristiche di quest’ultimo, infatti, è proprio la capacità di “battere” moneta. È la presenza dello Stato che rassicura i cittadini: è certo che, se utilizzo una moneta che ha corso legale in un paese, potrò usufruirne per pagare le tasse o i servizi forniti dallo Stato, consentendo alla moneta medesima di essere universalmente accettata nei confini statali e di essere scambiata senza problemi.

La “moneta” di Facebook (Libra) ha queste caratteristiche? Ovviamente no. Dietro la piattaforma digitale non vi è alcuno Stato, con la conseguenza che la sua universale accettazione si basa esclusivamente sulla fiducia di cui gode la piattaforma. Proprio per alzare questa fiducia, Facebook si è circondato di partner finanziari di primo ordine: da carte di credito a compagnie di telecomunicazione, da piattaforme di e-commerce a compagnie di servizi di pagamento.

Il valore della moneta dovrebbe fondarsi su un paniere di monete e la sua emissione dovrebbe poggiarsi su una riserva monetaria reale messa a disposizione dai partner. L’obiettivo è creare una sorta di sistema di scambio parallelo in diretta concorrenza col sistema bancario.

Gli Stati non sono rimasti certo a guardare e hanno disapprovato la creazione di questa moneta, considerata una minaccia alla stabilità monetaria. Il Ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, ha invitato gli altri membri del G7 a non trasformare Libra in una moneta sovrana a causa della destabilizzazione che potrebbe provocare al sistema monetario internazionale.

La Presidente della Commissione dei Servizi Finanziari della Camera dei Rappresentanti americana, Maxine Waters, ha invece sottolineato i rischi per la sicurezza sulla privacy per gli utenti, già recentemente flagellata dallo scandalo “Cambridge Analytica”: il fornire servizi finanziari permetterebbe a Facebook di ottenere una montagna di dati sensibili la cui sicurezza sarebbe a rischio. Quello che possiamo considerare certo è che gli Stati non rimarranno nel silenzio mentre una compagnia privata tenta di sfilare una loro prerogativa.

Richiami ancora più allarmati sono stati rilasciati qualora la piattaforma si comportasse da semplice fornitore di servizi finanziari. Al riguardo, Randal Quarles, Presidente del Financial Stability Board e vice-Presidente della Federal Reserve (Fed), ha sottolineato come sia necessaria una stringente regolamentazione, del tutto simile a quella cui sono soggette le banche, per poter operare in sicurezza sui mercati finanziari.

Anche il Presidente della Financial Conduct Authority inglese (Fca), Andrew Bailey, e il Presidente della Bank of England, Mark Carney, hanno evidenziato l’impossibilità di eseguire operazioni senza le necessarie autorizzazioni. Ovviamente i rischi su riciclaggio o evasione fiscale saranno enormi, senza un’adeguata regolamentazione e controllo in materia.

Concludendo, quella di Facebook potrebbe essere una rivoluzione reale, il primo caso di una moneta scollegata dall’autorità di uno Stato, potrebbe diventare la storia di un nuovo gruppo finanziario, o potrebbe trasformarsi nel più grosso fallimento della storia. A nessuno piace essere pagato coi soldi del Monopoli, o no?


Immagine copertina da Cointelegraph