La storia l’hanno fatta anche loro: le aviatrici in guerra

Di Giusy Granà – Quante volte abbiamo sentito dire che la storia è fatta dagli uomini? Non è del tutto così. Anche le donne hanno dato un contributo significativo nello svolgimento della Seconda Guerra Mondiale. A 74 anni dalla proclamazione della fine della Seconda Guerra Mondiale avvenuta nel 1945, si ricorda l’operato di chi si è battuto in guerra, ciascuno per la sua parte, per i propri principi e valori.

Le donne che si citeranno hanno in comune il fatto di essere riuscite a mettersi in gioco, a mettere in discussione ruoli prettamente maschili. Pioniera del volo è senza dubbio Amelie Earhart nonché prima donna a compiere la traversata atlantica in solitaria. Per il suo spirito d’avventura è esempio di coraggio e innovazione, tanto che creò una sua linea di moda di abiti da utilizzare in volo per le donne aviatrici. Scomparve nel nulla nell’oceano Pacifico nel tentativo di girare il mondo nel 1937.

Amelia Earhart, 1937

In riferimento al secondo conflitto mondiale, nacquero organizzazioni pioneristiche costituite da donne, anche civili, che pilotavano aerei militari così da lasciare gli uomini impegnati nei combattimenti. Aerei come Spitfire – il più amato dalle aviatrici -, Hurricanes, Hellcats e Mustang venivano pilotati per conto della United States Army Air Forces. Dall’unione della The Women’s Flying Training Detachment  e della Women’s Auxiliary Ferrying Squadron nacque nel 1943 la Women Airforce Service Pilots nota con l’acrononimo di WASP.

Le WASP volarono per oltre 60 milioni di miglia su vari aerei militari, contando 1.074 membri ben addestrati e fu loro riconosciuta la Medaglia d’oro al Congresso, cioè la più alta onorificenza civile assegnata dal governo degli Stati Uniti. Si precisa che le donne nell’aviazione furono già impiegate tre anni prima, dal 1940 nell’Air Transport Auxiliary (ATA) ed esse furono le prime a pilotare aerei militari.

Figura che non si può non citare è quella di Jacqueline Cochran, prima donna a rompere la barriera del suono, fu prima impegnata con le forze aree britanniche, e successivamente richiamata in patria al comando della WASP, la quale ha raggiunto con 755 km/h, il record di velocità femminile, superato successivamente registrando gli 865 km/h. Si tratta dell’unica donna che detiene ufficialmente il titolo di collaudatore, in possesso della licenza per mettersi ai comandi di circa sessanta aeroplani diversi, da quelli lenti e sicuri mezzi da turismo ai veloci aviogetti da combattimento .

L’industria americana produceva migliaia di aeroplani e occorreva pertanto il personale per trasferirli dalle fabbriche alle basi operative. Queste attività impiegava moltissime donne, ma il loro lavoro non finiva qui in quanto alcune di loro si battevano in combattimenti veri e propri. Un esempio è costituito da Lidija Litvjak, pilota e asso dell’aviazione militare sovietica alla quale si attribuisce l’abbattimento di 13 aerei dell’aviazione tedesca.

Le aviatrici sovietiche, chiamate “streghe della notte”, grazie alla loro tenacia sono riuscite a portare avanti quattro anni di guerra mantenendo tra loro un rapporto solidale. Donne forti e coraggiose pronte al sacrificio, basta pensare alle lunghe notti invernali passate in attesa del successivo decollo senza lasciare i velivoli o alle notti insonni durante le missioni.

Lidija Litvjak, Yekaterina Budanova e Maria Kuznetsova (Russia Beyond)

Le donne impiegate nella WASP venivano inoltre addestrate con precisione per il traino dei bersagli di guerra e venivano impartite loro nozioni base del volo e circa l’acrobazia aerea, e fu insegnato loro come fronteggiare le emergenze  e recuperare il controllo del velivolo. Le aviatrici più brave, che avevano acquisito esperienza, venivano poi assegnate alle scuole di volo in qualità di istruttrici superando in bravura gli uomini. Esse erano preferite dai propri allievi in quanto pazienti e comprensive rispetto agli istruttori maschi. Diversamente dalle aviatrici americane, quelle sovietiche erano addestrate al pilotaggio di aerei da caccia e anche a sparare a un bersaglio mobile.

Si rivela valida Betty H. Gillies, la prima donna impegnata nell’addestramento dei piloti militari statunitensi a volare sui velivoli plurimotori cioè quelli di maggior mole, utilizzati per ricognizione, trasporto e bombardamento. Altro membro dell’Auxiliary Air Transport Service è stata Mary Ellis, morta all’età di 101 anni, la quale ha guidato un centinaio di aerei per portare altri aerei al fronte. Mary non partecipò direttamente ai combattimenti in quanto in quel momento storico le donne ne erano escluse. Tuttavia diede il suo contributo contro la Germania nazista. Delle 168 donne membri dell’ATA durante la guerra sono ancora in vita Eleanor Wadsworth e Jaye Edwards.

Se da un lato la guerra ha ridotto l’Europa in un cumulo di macerie, dall’altro lato ci ha lasciato un’eredità storica inestimabile costituita anche dalle biografie di queste donne che, per amore della propria patria hanno donato i proprio sforzi, o addirittura, la propria vita.


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