La grande festa e la fine del Ramadan

Di Sarra Jouini – Il Ramadan è un mese che racchiude una certa solennità, in cui preghiera e meditazione accompagnano le giornate dei fedeli e scandiscono le ore che li separano dall’Iftar: il pasto che interrompe il digiuno.

Il Ramadan è un wajb, un obbligo, ma anche uno dei cinque pilastri dell’islam. Storicamente risale al periodo in cui a Maometto furono rivelati i primi versetti del Corano e divenne un precetto da seguire nel secondo anno dell’Egira (624 d.C.). Il Ramadan è anche il nono mese del calendario lunare, la cui struttura è differente rispetto a quello solare: esso dura 29 o 30 giorni circa e dipende dall’avvistamento della luna crescente; per tale motivo retrocede ogni anno di dieci o di undici giorni e la sua mobilità fa sì che cada sempre in stagioni differenti. Dall’osservazione della luna in questa fase, dove scienza e tradizione si mescolano, prende avvio il Ramadan.

Il digiuno comincia dunque all’alba con la voce del Muezzin, che si diffonde dall’alto dei minareti invitando i fedeli alla preghiera, e si interrompe al tramonto. Gli orari variano da paese a paese e, a tal proposito, curiosa è l’impostazione relativa a quelli nei quali il sole non tramonta presto; per ovviare a questa problematica, essi possono seguire le regole di quelli vicini oppure della Mecca.

ramadan allah

Poco prima dell’alba è ancora possibile mangiare, e generalmente viene consumato un pasto leggero che prende il nome di Suhur, al contrario della sera dove viene consumato un pasto più abbondante, l’Iftar. Nei paesi del Nord Africa, il rituale di apertura del pasto serale risale a una vecchia tradizione: Maometto, infatti, era solito interrompere il digiuno mangiando dei datteri e bevendo un bicchiere d’acqua.

Non si tratta dunque di una semplice cena ma di un momento conviviale molto importante: la tavola viene imbandita con cura e precisione, i profumi della tradizione si sentono più che mai e aumenta lo spirito di accoglienza e di condivisione. I piatti serviti sono diversi, così come è diverso il panorama culturale musulmano: si susseguono diverse portate, che vanno dalle zuppe, come la Chorba, al couscous, alternando cibi tipici della cucina tradizionale ed evitando quelli fritti e ricchi di grassi.

Il digiuno deve essere osservato da tutti i musulmani sani, dalla pubertà in poi, fatta eccezione per i bambini, gli anziani, coloro che riversano in gravi o delicate condizioni di salute, le donne in gravidanza, le donne che allattano e col ciclo mestruale; tuttavia, qualora l’interruzione avvenisse in maniera del tutto accidentale, questa non vanificherebbe il digiuno. Infine, oltre al divieto di mangiare, non si può bere, fumare, praticare sesso o cedere a qualunque forma di tentazione. Le limitazioni riguardano anche la sfera morale, infatti non sono ammesse le maldicenze, le imprecazioni, le liti, i cattivi pensieri, le bugie e tutto ciò che turba il quieto vivere.

ramadan medina

Così configurato, il Ramadan appare molto di più che un semplice digiuno: è il mese della purificazione e della meditazione. La dimensione spirituale viene coltivata attraverso la preghiera e la riflessione interiore, che sono chiara testimonianza di fede. I fedeli imparano anche la disciplina e l’autocontrollo per poter domare i propri istinti e operano carità e beneficenza verso i bisognosi. Sentire la fame è un sacrificio che avvicina il fedele verso chi si trova ai margini della società e in condizioni di povertà.

Il Ramadan si conclude con la festa della Rottura, Eid al- Fitr o Eid al-Saghir (festa piccola), che celebra la fine del digiuno e dello sforzo fatto durante tutto il mese ed è anche la seconda festività in ordine d’importanza. La fine del Ramadan, così come l’inizio, è spesso incerta e difficile da determinare; alcuni fedeli attendono trepidanti la comunicazione da parte delle autorità religiose, le quali, dopo aver scorto la prima falce di luna, a occhio nudo, comunicano il responso alla comunità islamica; altri, invece, si affidano ai dati dati astronomici.

In entrambi i casi, tuttavia, l’avvistamento di questa falce, spesso timida ed esile, segna non solo la fine del Ramadan, ma anche l’inizio di un nuovo mese lunare, detto Shawwal.

Finito dunque l’obbligo di digiuno, iniziano grandi festeggiamenti in tutto il mondo musulmano: essi vanno dalla preghiera mattutina in moschea, alla preparazione di lunghe tavolate per condividere i pasti con i bisognosi, ma anche con chi non abbraccia la fede musulmana; un segno, questo, che contribuisce ad aumentare quello spirito di armonia che è tipico di questo mese. I festeggiamenti possono durare diversi giorni e sono contrassegnati dalla presenza degli affetti e del perdono, si mettono da parte anche i dissidi poiché l’animo è stato finalmente purificato.

Con gioia, si scambiano doni e si regalano vestiti nuovi ai bambini, si fanno anche offerte per i poveri versando la Zakat al fitr, un’elemosina obbligatoria, che deve essere donata prima della preghiera della festa dell’interruzione, altrimenti è considerata una semplice carità.