La fine di un incubo, il Palermo si salva!

Di Daniele Compagno e Marco Costanzo – Comincia tutto dalla Procura di Palermo che presenta un’istanza di fallimento alla società del Palermo calcio il 18 novembre 2017. All’istanza sono state allegate le informative depositate dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza e la consulenza dell’esperto di bilanci Alessandro Colasi. Il buco di bilancio della società rosanero sarebbe di oltre 70 milioni di euro.

L’istanza di fallimento nasce dal procedimento penale aperto nell’estate del 2016, a carico dell’allora presidente rosanero Maurizio Zamparini, in cui venivano ipotizzati i reati di falso in bilancio, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio. Una doccia fredda per il proprietario Zamparini, ma soprattutto per un milione e mezzo di tifosi rosanero sparsi per l’Italia. La cifra in ballo, inoltre, potrebbe essere ancora più elevata se i conti fossero peggiorati negli ultimi tempi. Ma il patron non ci sta e tra l’incredulità e lo sgomento, dichiara subito ricorso.

Nel frattempo i legali del Palermo, ribadiscono che i conti della società sono verificati dalla società di revisione, studiano a fondo la situazione economica della società e presentano le loro controdeduzioni.

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Sede FIGC

Nel maggio 2017 per i pm della Procura mancherebbero all’appello circa 70 milioni di euro: 40 potrebbero riguardare le operazioni – ritenute fittizie – di compravendita del marchio con la società Mepal; altri 30 sarebbero debiti societari.

Nell’anno successivo alla prima retrocessione in serie B dell’era Zamparini, il 2013-2014, per coprire le perdite, l’assemblea dei soci, il 21 gennaio 2014, aveva deliberato la riduzione del capitale sociale a 13,5 milioni di euro (dai precedenti 25 milioni), mentre il 26 giugno è stata iscritta una riserva di patrimonio di 25 milioni per il conferimento di ramo d’azienda alla controllata Mepal delle attività di diffusione, sviluppo e valorizzazione del marchio “Palermo Calcio”, unitamente a quelle di produzione e vendita dei prodotti di merchandising.

Da qui comincia il periodo nero per il Palermo calcio che lo porta a varie vicissitudini societarie. Dopo ben 16 anni Zamparini lascia la società (in quanto perde il primo ricorso) e viene condannato agli arresti domiciliari per autoriciclaggio e falso in bilancio, ed al Palermo calcio viene riconosciuta la responsabilità oggettiva per illecito sportivo

La società passa quindi nelle mani di fondi inglesi (la Sport Capital Group) che a loro volta nell’arco di 2-3 mesi lasciano nella mani di Rino Foschi il ruolo di Presidente e direttore sportivo, mentre le quote societarie passano alla consigliera Daniela De Angeli. Grazie alla mediazione di quest’ultima, arriviamo all’attuale nuova proprietà, la Arkus Network, un’azienda turistica a livello nazionale, capitanata dai fratelli Tuttolomondo.

Non è finita qui però. Nel momento cruciale del campionato di serie B, con la qualificazione ai play off per il terzo posto raggiunto, ecco un nuovo terremoto che scuote la società rosanero. Il 13 maggio del 2019 il Tribunale Federale Nazionale ha accolto la richiesta del procuratore della Figc e retrocede il Palermo in Serie C (ultimo posto in classifica e retrocessione) per illecito amministrativo. Nei mesi precedenti, come abbiamo detto, il club era stato al centro di confuse trattative di acquisto che il Tribunale Federale ha ritenuto condotte in maniera irregolare ed effettuate con lo scopo di alterare il bilancio societario.

Partono subito i ricorsi  alla Corte di appello della Figc per evitare questa sanzione. La prima udienza non porta a niente, in quanto il presidente Sergio Santoro ha deciso di astenersi, dopo che un articolo di giornale lo dava per indagato per corruzione in atti giudiziari. Arriviamo dunque al 29 maggio, mercoledì scorso, quando si procede con l’udienza ed il Palermo si salva in appello. Niente retrocessione, ma conferma della Serie B. La sentenza della Corte di appello della Figc riduce  infatti la sanzione per il club rosanero, accusato di illecito amministrativo, penalizzandolo di 20 punti in classifica nel campionato cadetto appena concluso. La squadra siciliana non retrocede più in Serie C.

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Manifestazione dei tifosi rosanero al Teatro Massimo

In sostanza, la Corte federale di appello della Federcalcio ha accolto parzialmente il ricorso della società rosanero, trasformando la sanzione della retrocessione all’ultimo posto in classifica in una penalizzazione di venti punti e 500 mila euro di multa. Il Palermo chiude il campionato dunque a 43 punti, posizione che lo tiene fuori sia dai playoff che dalla zona retrocessione. Retrocede quindi il Foggia oltre al Padova e il Carpi. Un sospiro di sollievo per tutta la Città e per la nuova dirigenza che si ritiene in parte soddisfatta da quest’ultima sentenza, e che si augura un’immediata promozione il prossimo anno nel campionato che le spetta, la serie A.


Foto in copertina da palermocalcio.it