Game Boy, la console portatile più amata di sempre

Il 1989 è sicuramente una data di grande rilevanza storica. Molti importanti fatti sono accaduti in questo anno: basti pensare alla fine della guerra fredda con la caduta del muro di Berlino o la protesta degli studenti in piazza Tienanmen; in Italia viene introdotto il rito abbreviato con l’entrata in vigore del nuovo Codice di procedura penale, i Pink Floyd suonano a Venezia su una chiatta a Piazza San Marco davanti una folla di duecentomila persone e presso il CERN di Ginevra viene presentato il documento che dà inizio al progetto del World Wide Web. Ma il 21 aprile di quell’anno la casa videoludica Nintendo distribuiva in Giappone, la console portatile più amata di sempre: il Game Boy.

Questo piccolo pezzo di tecnologia fu un prodotto in grado di rappresentare una vera e propria rivoluzione nel mondo del gaming portatile, tanto da garantire a Nintendo un ruolo da leader indiscusso. L’idea nacque da uno degli impiegati più importanti della casa produttrice nipponica, Gunpei Yokoi. Egli fu il creatore della croce direzionale a 4 tasti, usata ancora oggi in molti joypad attuali e autore di alcune delle saghe videoludiche più apprezzate da tutti come Metroid e Kid Icarus.

Game boy

La console era dotata di un processore Zlog Z80 a 8 bit con uno schermo a cristalli liquidi integrato, capace di visualizzare fino a quattro tonalità di grigio/verde, una croce direzionale di colore nero posizionata sulla sinistra della console, due pulsanti viola sulla destra (“A” e “B”) e dei tasti “select” e “start” in basso al centro; erano necessarie 4 batterie stilo AA per il funzionamento. I giochi erano integrati in cartucce di dimensione 5,8 cm x 6,5 cm, con ROM da 256 kb fino a 8 MB.

Il Game Boy ebbe un vastissimo parco titoli a disposizione, permettendo a Nintendo di piazzare sul mercato (fino alla dismissione nel 2003, escludendo le successive versioni Pocket, Light e Color) più di 60 milioni di copie in tutto il mondo. Molti giochi divennero popolari grazie a questa console: il celeberrimo Tetris (30,26 milioni di copie vendute) ne è un esempio, venduto al lancio insieme alla console, o il capitolo con protagonista l’idraulico baffuto più famoso al mondo, Super Mario Land (oltre 18 milioni di copie vendute).

Game boy

Il marchio per eccellenza è, senza ombra di dubbio, quello dei Pokémon, il quale ancora oggi riesce a far innamorare generazioni di “poké-allenatori”; con le tre versioni Rosso, Blu e Verde (in Giappone uscì anche la versione “Giallo”), Nintendo vendette 31,37 milioni di copie in tutto il mondo, titolo che si piazzò in prima posizione come il gioco più venduto per Game Boy. Altre saghe non meno importanti sono quelle di Kirby, che vide i natali nel 1992 con Kirby Dream Land e la riedizione dei capitoli per Super Nintendo di Donkey Kong con la serie Donkey Kong Land.

Ogni amante di videogiochi che si rispetti, non può negare che questa piccola console abbia fatto la storia. Molte altre case provarono invano a scimmiottare il grandioso lavoro di Gunpei Yokoi, ma la sua visione videoludica a 360 gradi e la sua immaginazione non furono mai eguagliate.

Nell’aprile del 1989, presentando il Game Boy a giovani programmatori, li esortò a immaginare senza i vincoli delle tecnologie del momento. Concluse il suo intervento dicendo: «La nostra immaginazione resterà sempre più viva se saremo capaci di tenerci affamati e folli». Frase che fu ripresa, quindici anni dopo, da Steve Jobs nel celebre discorso pronunciato all’Università di Stanford.