Bernie Sanders: l’eterno secondo che vuole sfidare di nuovo Trump

Di Gabriele Imperiale  Bernie Sanders potrebbe ricordare a molti, per carriera e per fortuna, il motociclista spagnolo Daniel Pedrosa. Pilota con grinta da vendere, talento puro, all’avanguardia in una MotoGp in costante evoluzione, ma allo stesso tempo destinato ad arrivare sempre a un metro dalla vittoria. Una vita alla Honda, senza mai volere andare via. Passata tra vittorie convincenti nelle classi minori, attimi di indimenticabile bravura in mezzo agli dei del moto mondiale e cocenti sconfitte. Unica costante: quel pizzico di fortuna in più mancato.

Una sorte avversa che lo ha relegato, dal 2006 a oggi, alla seconda posizione per ben tre volte e al terzo gradino del podio in altrettante occasioni. Bernard Sanders non sarà Dani Pedrosa e non salirà ogni weekend su una moto che va ad oltre 300 chilometri orari. Ma il senatore ha qualcosa in comune con lo spagnolo della Honda: ha corso per tutta la vita – conoscendo la sconfitta – vuole ancora correre e non esiterà a farlo anche alle prossime primarie del partito democratico.

Il candidato di cui si è parlato di più. Di lui si sa praticamente già tutto da 3 anni, dalla sua prima volta alle primarie democratiche: 78 anni, figlio di due emigrati ebrei polacchi, dichiaratamente socialista. Ex regista, ex carpentiere e saggista, è stato politicamente indipendente dal 1979 al 2016. Outsider delle primarie democratiche 2016, in quell’occasione nonostante il 43% dei votanti raccolto, è stato costretto – suo malgrado – a riconoscere la sconfitta e ad accettare la vittoria della Clinton.

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U.S. Senator Bernie Sanders of Vermont (

Una corsa, quella di quattro anni fa, degna di una carriera straordinaria: dopo i primi anni all’interno del “Liberty Union Party” – partito pacifista e anticapitalista – Bernie è stato sindaco tra 1981\89 di Burlington, centro più popoloso del Vermont; nel 1990 è stato eletto alla Camera diventando il primo candidato indipendente ad accedervi dopo 40 anni; e infine è stato nominato Senatore nel novembre 2006.

Tanti gli incarichi di rilievo: ha preso infatti parte nelle commissioni su ambiente, energia, salute, istruzione, lavoro e pensioni ed è stato nominato nel 2013 Presidente della Commissione sugli Affari dei Veterani del Senato degli Stati Uniti.

Le sue politiche. Sanders ha dimostrato la sua natura socialista durante tutta la carriera. Il senatore ha alle sue spalle una serie di voti progressisti che pochi altri negli States possono vantare: a cominciare dal 1996 quando ha votato no al “Defense of Marriage Act”, legge che autorizzava il matrimonio solo tra uomo e donna; poi dieci anni più tardi, Sanders è diventato uno dei maggiori promotori delle unioni omosessuali. Difensore dell’ambiente e in aperto contrasto con il Presidente Trump per le sue politiche energetiche, il senatore è da sempre fermo oppositore della pena di morte, del secondo emendamento – il diritto di possedere armi – e pacifista convinto.

La candidatura. Bernie Sanders, a differenza di Joe Biden, non ha esitato. A metà febbraio ha annunciato la sua nuova corsa. Non era un segreto, ma il senatore del Vermont ha messo subito in chiaro che chiunque vorrà correre tra i democratici, dovrà far bene attenzione a colui che potrebbe diventare il presidente statunitense più anziano di sempre. «Abbiamo iniziato la rivoluzione politica nella campagna del 2016, ora è il momento di portarla avanti» tanto è bastato ad infiammare le anime dei suoi sostenitori, che secondo i sondaggi continuano a crescere giorno dopo giorno. Basteranno a farlo passare per prima sotto la bandiera a scacchi?