Sui diritti non si «tratta»

Di Ornella Guarino – Palermo ha ospitato la Conferenza Internazionale sulla Prevenzione del Traffico di Esseri Umani (International Conference on Prevention of Trafficking in Human Beings – 28-29-30 gennaio 2019). L’importanza che tale evento ha per Palermo e per l’intera comunità internazionale, che con diverse delegazioni ha partecipato in maniera attiva, rappresenta una tappa centrale nella prevenzione del fenomeno e nella protezione dei diritti umani.

La tratta di esseri umani è un fenomeno che si verifica quotidianamente sotto i nostri occhi, ma a cui la società inerte sembra non prestare attenzione. L’intera società risponde, spesso, distogliendo lo sguardo quasi come se quello che accadesse non riguardasse tutti noi, esseri umani e membri di una stessa collettività.

219-1024x683Organizzatori della Conferenza il Ciss – Cooperazione Internazionale Sud Sud – il cui obiettivo è quello di creare una rete di cooperazione in grado di prevenire e combattere la tratta degli esseri umani. Durante gli incontri hanno partecipato esponenti venuti direttamente dai paesi di origine, transito e arrivo di uomini e donne vittime di tratta, il che ha reso la conferenza ancora più interessante ed efficace nell’informare e nell’indagare tale crimine attraverso l’apporto di analisi, ricerche e dati di vari paesi lì rappresentati. Rappresentanti di varie NGOs, organizzazioni europee, media e istituzioni che hanno sede in Nigeria, Austria, Italia, Malta e Germania hanno esposto le attività svolte nei vari contesti, attraverso differenti approcci, per contrastare tale fenomeno.

Durante gli incontri ha partecipato una delegazione significativa di rappresentati della società civile, delle istituzioni e dei media nigeriani tra cui: il principe Clement Ohenzuwa appartenente alla famiglia reale dell’OBA di Benin City, Lily Oguejiofor coordinatrice dell’ONG Mater Africa e suor Patricia Ebegbulem co-fondatrice della Cosudow, associazione nigeriana in prima linea nel combattere il traffico di esseri umani nel sud della Nigeria. A questo incontro hanno inoltre partecipato più di 200 soggetti coinvolti a vario titolo nel contrasto al fenomeno della tratta, dall’Ufficio immigrazione della Nigeria, all’Ambasciata nigeriana a Roma, Questura e Comune di Palermo e la Regione Sicilia, oltre che alcuni rappresentanti delle scuole siciliane facenti parte del progetto educativo «La Suola non Tratta».

VuduDurante gli incontri si è discusso sui vari fattori ritenuti le cause determinanti dell’incremento di vittime nel business della tratta. Si è evidenziato come soprattutto in Nigeria le cause siano da riscontrare nelle condizioni socio economiche del paese, nelle violenze etno-religiose, nella discriminazione di genere, nella corruzione degli ufficiali. A questi si aggiungono alcuni elementi della tradizione nigeriana, quali la poligamia e il patriarcato, tutti elementi evidenziati da Tola Winjobi rappresentante di CAFSO-WRAG for Development della Nigeria. Ulteriore argomento di dibattito è stato il ruolo del rito voodoo; un rito a cui vengono sottoposte le ragazze prima di partire per l’Europa. Tale rito, ha spiegato in più circostanze la delegazione nigeriana, ha il triplo compito di legare la vittima ai suoi trafficanti ma anche alla comunità di appartenenza e al dio a cui vengono affidate.

Di particolare interesse, gli interventi di esponenti da sempre impegnati nella lotta al traffico in Nigeria, quali Mike Okwoche, giornalista e speaker televisivo nigeriano, che ha sottolineato l’importanza dei media per la comprensione reale del fenomeno e l’intervento tenuto invece da Sr. Patricia Ebegbulem, coordinatrice della Rete Africana ANAHT, nel quale sono state esposte le metodologie e i percorsi educativi di prevenzione attuati nelle scuole in Nigeria. In ottica di una maggiore prevenzione, docenti e studenti delle scuole nigeriane vengono forniti di manuali che analizzano e studiano il fenomeno della tratta.

Nell’ultimo incontro del 30 gennaio, data la buona riuscita della conferenza e il forte impegno dimostrato a vario titolo da tutti i partecipanti, Sergio Cipolla, presidente del Ciss, ha lanciato la proposta di chiedere insieme all’AOI, l’Associazione delle Organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale, un incontro con i rappresentanti di Politica Estera e di Sicurezza Comune dell’Unione Europea per presentare una proposta concreta di partenariato Transnazionale.

binis-conferenza_articolo_engPer concludere è indubbio che tale conferenza, che ha preso le mosse all’interno del progetto BINI’s, Best practices in tackling trafficking Nigerian Route, co-finanziato dall’Unione Europea nell’ambito del programma Asylum, Migration and Integration Fund (AMIF), è frutto del lavoro realizzato in rete con diverse organizzazioni: CRESM – Centro di Ricerche Economiche e Sociali per il Meridione (Italia), Dortmunder Mitternachtsmission e.V. (Germania), Herzwerk (Austria), Movimiento por la Paz (Spagna), People for Change Foundation (Malta), Mater Africa for Humanitarian AID Initiative (Nigeria).

La conferenza è da ritenersi un modello di connessione che può e dovrebbe portare a risultati concreti in contrapposizione alla fragile risposta istituzionale a livello mondiale a questo crimine globale.

In questo primo step di confronto diretto, persone impegnate in diversi settori contro il traffico hanno potuto discutere insieme sulle possibili iniziative da attuare, soprattutto in considerazione del fatto che il recentissimo editto di OBA, massima autorità religiosa del popolo Edo, ha dichiarato vietati i rituali e i giuramenti che vincolano le vittime alla prostituzione. È possibile ritenere che si sia avviata una cooperazione tra i vari paesi rappresentati che possa permettere alle ragazze sfruttate di ottenere i loro documenti per fuggire alla morsa della tratta e per far si che sia nelle loro possibilità cercare un lavoro legale nello stato in cui si trovano o fare richiesta per il rimpatrio se lo desiderano.

Tutti gli incontri sono stati interessanti e pieni di spunti per riflettere e agire contro la tratta, ma soprattutto è stato posto l’accento sulla imprescindibile e improrogabile necessità di fare rete per dire stop ad un fenomeno che come evidenziato ha la straordinaria capacità di adattarsi alle situazioni politiche internazionali molto velocemente rispetto alla capacità dei vari ordinamenti di attuare politiche di contrasto. È bene ricordare che spesso crimini di questo genere evolvono e si rafforzano su basi culturali e sociali che è necessario cambiare.