India e Pakistan, il ritorno di una tensione mai finita

Di Marco Cerniglia – Una contesa che dura ormai da oltre 70 anni, e che di recente sembra essere tornata nuovamente a galla. Parliamo della situazione conflittuale tra India e Pakistan, stati in tensione continua per via di contese attorno al controllo dei territori di confine, in particolare il territorio del Kashmir.

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Soldato dell’esercito pakistano

Si è sfiorato un nuovo conflitto militare tra le due parti; un attentato avvenuto in India contro un convoglio militare, il 14 di febbraio, ha causato circa 40 morti. Ciò ha portato a una immediata rappresaglia contro gli attentatori, il gruppo terroristico Jaish-e-Mohammed, “l’esercito di Maometto”, i cui campi di addestramento siti nel Pakistan sono stati attaccati e distrutti dall’aviazione indiana.

Il governo pakistano, in risposta all’attacco, avrebbe abbattuto un velivolo appartenente all’India, e sequestrato il pilota a bordo. La situazione sembra ora essersi placata, con la restituzione del pilota da parte dei pakistani come segno di una tregua fra le parti.

Ma la situazione è delicata e conflittuale già dalle origini: la rinuncia della Gran Bretagna al controllo del territorio portò alla creazione di due stati indipendenti, il Pakistan a maggioranza musulmana e l’India a maggioranza induista.

Il processo di creazione, ovviamente, non fu così semplice come oggi potrebbe sembrare, con centinaia di migliaia di morti tra persone che cercavano di migrare da uno stato all’altro. E anche gli accordi non furono ben definiti, in quanto, in seguito all’accordo di distacco dall’Inghilterra, molti territori sulla linea di confine tra i due paesi si trovarono in situazioni molto confuse, come dimostra il caso dello stato del Kashmir.

Il territorio, a maggioranza musulmana, aveva tuttavia, al momento della scissione post-indipendenza, un principe induista (situazione opposta a quella di buona parte dei territori della zona, a maggioranza induista ma guidati da musulmani). Nella riassegnazione dei vari territori, sia India che Pakistan rivendicarono il territorio del piccolo stato, col principe locale che chiese aiuto allo stato centrale indiano mentre un esercito di volontari pakistani superava i confini. Alla fine il Kashmir verrà diviso in tre parti, due di giurisdizione indiana, la terza sotto il dominio pakistano.

Nonostante la decisione finale spettasse, secondo l’ONU, agli abitanti del territorio, non si riuscì mai a ottenere una elezione concordante, probabilmente anche a causa della resistenza degli altri due paesi. Tra India e Pakistan, infatti, sono scoppiati ben tre conflitti armati diretti, uno nel 1965, uno nel 1971, a seguito del quale il Pakistan Orientale si scinderà dando origine allo stato del Bangladesh, e un terzo molto più limitato nel 1999.

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Truppe indiane

In tutti gli scontri diretti, l’India ha avuto la meglio, possedendo forze militari superiori in numero ed equipaggiamento. Il Pakistan, dunque, dagli anni ’80 avrebbe iniziato a spronare gruppi di guerriglieri nel Kashmir, e gli attacchi da parte di questi gruppi, a cui si sono susseguite numerose repressioni per mano dell’esercito indiano, hanno causato circa 40mila morti; e ad aggiungere allo stato di fortissima tensione, evidente tanto allora quanto oggi, troviamo anche il fatto che entrambi gli stati sono dotati del proprio arsenale nucleare.

Nonostante sembra che in questo momento il tentativo di distensione avvenuto con la restituzione del pilota indiano tenuto in ostaggio non sia andato ignorato, lo stato di questa polveriera preoccupa anche Cina, Russia e Stati Uniti, che stanno cercando di mantenere una situazione di equilibrio, seppur dall’esterno, in una regione che sembra non conoscere un attimo di tregua.