Sessant’anni di Barbie
Di Virginia Monteleone – Tantissimi auguri a Barbara Millicent Roberts, che compie 60 anni! Di chi stiamo parlando? Dell’unica e sola Barbie. Nata a Willow, nel Wisconsin è la bambola più venduta al mondo e prodotto di punta della sua casa di produzione.
Ruth Handler guardava la figlia Barbara giocare con delle bambole di carta affibbiando loro ruoli da persone adulte. Fino a quel momento le bambole avevano sempre avuto l’aspetto di bambini, e in quel momento si accese la lampadina. Creare bambole con sembianze di donne adulte. Così Mattel mise in vendita per la prima volta Barbara il 9 marzo del 1959, con un costume zebrato e una coda alta di capelli neri.
Da sempre è stata la bambola più amata e anche più contestata. Seguiva dei canoni di bellezza troppo rigidi e un modello di perfezione stereotipato. Ma negli anni Barbie ha provato ad emanciparsi.
Se prima avevamo solo Barbie va al mare, Barbie ballerina, Barbie e la sua casa, la bambolina di plastica comincia ad affermarsi nel mondo del lavoro. Basta Barbie relegata in cucina o con il pancione, adesso la bambola è una donna in carriera: medico, veterinaria, insegnante, imprenditrice, avvocatessa. Ken rimane un accessorio come il camper e la bicicletta.
Anche il suo aspetto fisico si ammorbidisce. Diminuiscono i seni e aumentano i fianchi, compare una pancia con un ombelico. Non è più solo caucasica… Barbie si circonda di amiche di ogni nazionalità.
Molte di noi bambine le adoravamo, le vestivamo le posizionavamo creavamo delle trame degne di una puntata di Beautiful. Ma a molte è capitato all’improvviso di odiarle. Di decapitarle e rasarle. Tutto ok, secondo uno studio della dottoressa Agnes Nairn dell’università di Bath in Inghilterra, questo è un rito di passaggio, che si lega al rinnegare una fase della propria vita. Quindi non solo un oggetto ludico, Barbie è un feticcio che ci accompagna dall’infanzia all’adolescenza, anche in modo grottesco!
Barbie è diventata un simbolo, la bambola più venduta (3 al secondo) e la più collezionata. Certo ci sono parti del mondo dove questa bionda emancipata succinta in carriera non è ben vista. Nel settembre 2003 l’Arabia Saudita ha messo fuori legge la vendita delle bambole Barbie, trovandole non conformi con i principi dell’Islam. Il Comitato per la Propagazione della Virtù e la Prevenzione dal vizio ha affermato che le bambole ebree Barbie, con i loro abiti succinti e le loro pose peccaminose, sono il simbolo della decadenza del perverso occidente.
Fatta ad immagine di grandi protagoniste dello spettacolo e della cultura, è divenuta anche protagonista di fotoromanzi, cartoni, narrativa e videogiochi. Questa quasi anziana signora ha segnato una generazione e continua a farlo, sgomitando con altre bombolette alla moda. Barbie è un classico, un must, come un tailleur Chanel in armadio che va sempre bene.
I’m a Barbie girl, in a Barbie world
Life in plastic, it’s fantastic
You can brush my hair, undress me everywhere
Imagination, life is your creation
Barbie girl – Aqua