Il muro delle donne, più forte del cemento

Di Alessandra Fazio – Nello stato indiano del Kerala, precisamente a Sabarimala, vi è un Tempio, uno dei più importanti e famosi, conosciuto anche come il Tempio proibito: il Tempio di Ayyappan.

Ayyappan era un Dio guerriero, figlio degli Dei Shiva e Mohini, nota come l’Incantatrice, e viene rappresentato  con un arco e una freccia a cavallo di una tigre. Varie leggende narrano che venne trovato sulla riva del fiume dal re Pantalam, il quale, col passare del tempo, rendendosi conto della natura divina del giovane ordinò la costruzione di un Tempio in suo onore.

8b59844c12bb0fabfe6e585dd9d82488.jpg--Da allora ogni anno nel mese di Margali (dicembre-gennaio) a Sabarimala si tiene un pellegrinaggio in onore, appunto, del Dio Ayyappan, al quale però non possono partecipare donne di età compresa tra i 10 e i 50 anni, le quali, essendo donne in età fertile possono rappresentare fonte di  pericolo per un Dio celibe, quale Ayyappan appunto, che deve mantenere il suo status per sempre.

Nonostante lo scorso settembre la Corte Suprema indiana abbia abolito tale divieto, alcuni religiosi integralisti continuano a vietare alle donne l’ingresso al Tempio, inscenando proteste ingiustificabili e assurde, talvolta anche violente. Ragion per cui due donne, Bindu Ammini di 40 anni e KanaKa Durga di 39, hanno sfidato gli integralisti provando a entrare nel Tempio e a prendere parte all’adorazione come tutti gli altri.

Il loro tentativo, invano, è stato però appoggiato da migliaia di donne, le quali sono scese in piazza formando un vero e proprio muro, lungo 620 km, sulle principali autostrade del Kerala, che congiunge la parte nord di Kasaragod all’estremo sud di Thiruvanthapuram. Le donne in questione hanno protestato fino al punto di ottenere l’accesso al Tempio, consentito all’indomani della protesta, ma in condizioni particolari. Ovvero, possono entrare nel Tempio solo se con il volto interamente coperto.

1546435381-india-protesteIl Muro delle Donne è la rappresentazione materiale di un atto di ribellione diretto a ottenere la parità di diritti tra uomo e donna e tra le stesse donne. Un’uguaglianza assoluta, di genere, ma non soltanto.

Il non consentire a una donna di entrare nel Tempio del proprio Dio è una mancanza di rispetto per la donna in quanto tale, e in quanto fedele e religiosa. Il vedere la possibile tentazione del Dio da parte di una donna, ancora in età fertile, equivale a mettere in discussione la fede, la lealtà, l’innocenza di una persona. Inammissibile, visto e considerato che si tratta di un Dio adorato da chiunque.

Ad oggi la questione sembra risolta, l’accesso al Tempio consentito. Quanto si può tollerare e accettare una tale diseguaglianza? Si può davvero ritenere superata questa tradizione, quest’assurda eppure ancora notevolmente sostenuta credenza?


 

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