Nascondersi per scoprirsi: il “New Book Club” e altre storie

Nelle trame di una città poco silenziosa quale Palermo, le orecchie si spostano, girano, vagano e viaggiano in cunicoli forse conosciuti, magari visti qualche volta, passando con la macchina, ma mai stati addentrati dai passi curiosi e rimandati sempre a una nuova scoperta.

Nelle fughe delle balate bagnate dallo zibibbo, il silenzio sembra solo un miracolo delle 6 del mattino, quando i posteggiatori abusivi tornano chissà dove e i cani si addormentano nelle dimore segrete prima di un combattimento. Chissà cosa vincono dopo tutti quei morsi e i giorni senza cibo, senza una carezza o un orecchio a posto che rimane lì precario in un groviglio di paura. Cosa vinciamo noi nel terrore di alzare la testa una volta? Sgranchire la mani, avvertire quel dolore piacevole che ti fa sentire di non abitare nelle tue ossa.

Scappare, sentire la schiena dritta, sedersi dentro un’ombra perfetta e una temperatura coerente. Il nascondiglio può non arrivare qui, c’è il rischio di non spostarsi, il pericolo che non arrivi mai quel paese delle meraviglie che possa risponderti in un’immaginazione dove tutto ciò che è, potrebbe non essere e viceversa.

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Alessio Castiglione, conduttore del laboratorio NBC

Ma eccola una parete, un giorno calmo, una fortuna propria, quando 6 anni fa non si sapeva dove stare. Una decina di ragazzi che volevano scappare anche due, tre orette, dalle loro case, dalla scuola, dagli amici inutili del sabato sera, dagli stupidi ragazzi e dalle stupide ragazze su cui si fa una trottola di emozioni e pensieri, pieni di tutto ma senza niente. Ed era questo: scrivere. Scrivere, perché è meglio questo piuttosto che quello. Meglio la vulnerabilità in quelle ore chiuse condivise, piuttosto che una durezza fitta nel mattatoio dei giorni.

Il New Book Club (NBC) si è originato in uno spazio schiacciato, impermeabile, chiuso tra voci aperte e  spalancate. Ci si è scelti. E piano piano questo spazio ha sgomitato tra quei marciapiedi, con le macchine illegalmente parcheggiate sopra. È stato Alessio, è stata Ester, Norma, Gabriella, Sudabeah, Roberto. Poi è stata tutta una città in cui almeno una volta, durante un compleanno, qualcuno ti ha detto: «Ti conosco, ti ho visto al New Book Club».

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È stato il Centro Tau, poi la Vucciria, il Teatro Massimo, Piazza Pretoria la notte in un centinaio di sfumature gialle e blu, perdendo il fiato. Qualcuno ha persino sudato in autunno sotto il sole di Napoli. Il New Book Club ospita tutti ancora, come un verbo transitivo che ti domanda: cosa? E il New Book Club te lo dice a cosa corrispondere.

Alessio Castiglione: «Il NBC non penso avrà una fine; un reale progetto senza nemmeno un’ipotetica scadenza, è pronto soltanto ad evolversi. Nonostante ciò abbiamo voglia di tornare alla primordialità della carta e penna, alla sua ritualità, perché ci permette di scoprirci anche nei movimenti, nella nostra firma e calligrafia intima. Vogliamo anche ribaltare il prototipo di scrittore solitario con l’incontro, per renderci conto fino a che punto la scrittura riesce a muoversi, con l’orecchio e gli occhi dell’altro». 

Andrea Ventura: «Il NBC è uno spazio in cui potersi esprimere e mi sono sentito subito pronto a questo quando l’ho conosciuto. Ho avuto la fortuna di conoscere persone che credono in un progetto, il quale non si ferma solo alla scrittura; c’è la possibilità di questo contatto umano, una socializzazione».

Enrico Parisi: «Per me venire al New Book Club è un buon proposito del nuovo anno perché a volte non si trova mai il tempo per le novità e invece questa volta ho voluto cercare questo momento».

Basta un foglio, una penna o un qualsiasi oggetto che ti permetta di scrivere, disegnare, fotografare, imbarazzarti, ascoltare come fa la notte col mare o le autostrade trafficate. Si crede nella parola delle persone, quella scritta e bisbigliata agli amici, a chi vorremmo amico, per spingerci oltre. Quella del New Book Club è a sua volta una storia itinerante perché intrisa di un gioco di telefoni senza fili; se ne deve fare esperienza. Si acchiappa il proprio luogo dove non c’è un punto di stallo e si crea un momento in cui respirare, senza fretta. Assenti dal fiato sul collo, dall’obbligo, dalle corse, dal su e in giù per prendere l’ultimo autobus troppo affollato.

Nel nostro sguardo al futuro saremo sempre quelli meno bravi, meno adatti, meno perfetti, eppure lì non importa, eppure lì sei a casa senza pretese, con tutti i segreti al posto giusto.