4 novembre 2018: cento anni dalla fine della Grande Guerra

Di Riccardo Licciardi – Esattamente un secolo fa, il 4 novembre 1918, entrava in vigore tra il Regno d’Italia e l’Impero d’Austria-Ungheria l’armistizio di Villa Giusti (Padova). Con tale atto per i due Paesi si concludeva la Prima Guerra Mondiale.

L’armistizio giungeva all’esito della offensiva con cui tra il 24 ottobre ed il 3 novembre del 1918 il Regio Esercito italiano, guidato dal generale Armando Diaz, aveva recuperato Vittorio Veneto costringendo gli austro-ungheresi alla ritirata. Con tale battaglia la situazione sul fronte italo-austriaco si ribaltava rispetto al novembre 1917.

Soldati_tedeschi_e_prigionieri_italiani

Soldati tedeschi scortano dei prigionieri italiani a Caporetto

L’anno precedente, infatti, tra il 24 ottobre ed il 12 novembre durante la battaglia di Caporetto l’esercito della Duplice Monarchia (con l’aggiunta di sei divisioni tedesche) aveva costretto il nemico italiano ad indietreggiare di circa 150 chilometri. I militari italiani dovevano allora abbandonare le proprie posizioni su Tagliamento ed Isonzo e riposizionarsi sul Piave.

In seguito a tale sconfitta il re Vittorio Emanuele III decideva la sostituzione del capo del governo Paolo Boselli con Vittorio Emanuele Orlando (30 ottobre 1917) e successivamente l’assegnazione del ruolo di Capo di Stato Maggiore ad Armando Diaz in luogo di Luigi Cadorna (9 novembre).

Nel corso del 1918, peraltro, i rapporti di forza tra i due avversari alpini si erano andati evolvendo: se da un lato Roma aveva potuto contare su un maggiore supporto da parte dei propri alleati dell’Intesa, dall’altro Vienna aveva visto declinare la propria stabilità interna a causa delle crescenti difficoltà economiche e delle incalzanti spinte autonomistiche provenienti dalle varie componenti nazionali che erano sottoposte alla sua sovranità.

Tali condizioni di base, ponevano i vertici politici e militari italiani di fronte alla consapevolezza della necessità di una vittoria militare risolutiva che legittimasse la posizione di Roma nel caso in cui Vienna avesse optato per la resa.

Sul_Grappa

Mitraglieri italiani sul Monte Grappa

Così, a metà ottobre il comando militare italiano decideva l’inizio di un’offensiva ed il 24 ottobre si dava inizio alle operazioni sul Monte Grappa e sul fiume Piave. Dopo alcuni giorni di duri combattimenti la situazione volgeva decisamente a favore del Regio Esercito (supportato da divisioni francesi ed inglesi).

Il 30 ottobre, con l’esercito austro-ungarico in ritirata ed in confusione, reparti dell’Ottava Armata italiana arrivavano a Vittorio Veneto. La notte di quello stesso 30 ottobre a Padova iniziavano le trattative che avrebbero portato all’armistizio del 3 novembre successivo.

L’accordo avrebbe condotto l’Austria-Ungheria verso la fine della sua plurisecolare storia imperiale e avrebbe significato per l’Italia il completamento del disegno di unità nazionale iniziato ben 70 anni prima.

La settimana seguente, l’11 novembre, anche Berlino avrebbe dichiarato la resa, firmando a Rethondes l’armistizio con la Francia e nel successivo mese di gennaio 1919 sarebbero iniziati a Parigi i lavori della conferenza di pace.

Già nel 1919 la data del 4 novembre assunse per l’Italia un significato particolare, venendo celebrata come Giornata dell’Unita nazionale e delle Forze Armate. Il 4 novembre 1921 presso l’Altare della Patria fu data solenne sepoltura al Milite Ignoto, simbolo del sacrificio delle migliaia di giovani italiani caduti durante la Grande Guerra.

La ricorrenza del 4 novembre rappresenta l’unica festività nazionale che ha attraversato età liberale, età fascista ed età repubblicana.