Ciao, Super Stan

Di Gaia Garofalo – «Ero sempre molto imbarazzato tempo fa quando pensavo che io fossi un semplice fumettista, mentre gli altri costruivano ponti e correvano verso una carriera medica; poi ho realizzato: l’intrattenimento è una delle robe più importanti nella vita delle persone. Senza di esso si può andare verso una profonda fine. Io credo che se tu sei capace di intrattenere la gente, allora tu stai facendo una buona cosa».

Stanley Martin Lieber,  ha fatto una buona cosa per i suoi 76 anni di carriera. Era un fumettista, un editore, un produttore che ha iniziato dai suoi piccoli e insignificanti 19 anni insieme ai suoi sogni da ragazzo. Il suo primo lavoro, una pagina di testo firmata come Stan Lee, fu pubblicato come riempitivo su un numero di Capitan America del 1941. Divenne il più giovane editor  nel campo.

Schermata-2018-11-12-alle-20.35.07-291x350Dopo la seconda guerra mondiale, alla quale partecipò come soldato semplice dell’esercito statunitense, Lee ritornò alla sua occupazione. A quel tempo, una campagna moralizzatrice aveva accusato gli albi a fumetti di distorcere l’occhio dei lettori con immagini sanguinolente e a sfondo sessuale.

Verso la fine degli anni quaranta le vendite delle testate supereroistiche cominciarono a calare e solamente le testate appartenenti alla DC Comics venivano ancora pubblicate regolarmente. Lee cominciò a sentirsi insoddisfatto del proprio lavoro, e prese in considerazione l’idea di abbandonare il campo fumettistico.

Verso la fine degli anni cinquanta, la DC Comics diede nuova linfa al genere supereroistico e sperimentò un buon successo con il supergruppo Justice League of America. In risposta, il gruppo di supereroi che Stan Lee e il disegnatore Jack Kirby idearono furono Fantastici Quattro, pubblicati per la prima volta nel 1961. L’immediato successo di questa testata portò Lee e gli illustratori della Marvel a produrre in pochi anni una moltitudine di nuovi titoli: nacquero HulkThorIron Man, gli X-Men e il personaggio Marvel di maggior successo, l’Uomo Ragno, nel 1962, scritto insieme a Steve Ditko, anch’esso morto quest’anno, il 27 giugno.

Prima di Lee i supereroi erano inarrivabili, perfetti, inumanamente lontani: nulla poteva strappare mantelli e niente riusciva a graffiare la loro pelle tanto spessa. E’ stato il creatore dei nostri sogni letti nelle notti in bianco, nelle immagini di chi potevamo essere pure noi.

Aggiunse l’umanità, la sofferenza, la vulnerabilità che ci facevano sentire meno estranei a queste creature: supereroi con superproblemi e allora sì, allora potevamo essere pure noi i protagonisti della tragicità di questo mondo che si distrugge e si salva con i propri gomiti trascinati sulla terra.

stan-lee-è-mortoStan Lee ha spento la sua fiamma di vita a 95 anni e vorremmo tutti svegliarci e vedere che in un prossimo numero targato Marvel, il Super Stan continua in questo mondo di crisi a combattere. Ma anche questi grandi uomini muoiono, sembra pure strano a dirselo.

Un fumettista, un editore, un produttore. Rimane, è un visionario, che ci ha commossi e stretti al cuore, tenuti col fiato sospeso per poi buttarlo giù in risata. Ha visto un mondo e l’ha costruito, facendolo comprendere nella sua maniera semplice, nella sua maniera umana, continuando a vivere in questi personaggi.

Nessun prossimo volume per questa sceneggiatura, nessun copione o striscia da riempire. Non echeggerà alcuna ombra di oblio. Grazie Stan, per averci detto che qualche volta i supereroi perdono, ma alla fine vincono sempre. Per averci detto che anche noi, abbiamo dei superpoteri. Grazie per aver utilizzato i tuoi al meglio. Excelsior.


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