Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma: Banksy e la fisica nell’arte

Di Virginia Monteleone – Quanto stupore e dibattiti sul gesto dell’artista che non è nuovo a questi colpi di testa alle istituzioni. Se ne è parlato tanto. Forse troppo. Da questo gesto sono partite manovre pubblicitarie, link satirici sui social, ne sono stati tratti giovamenti e spunti in molti ambiti. La stessa casa d’asta ha dichiarato che l’azione di Banksy ha portato un’opera a “performarsi” durante la sua vendita.

Una cosa mai avvenuta, un evento importante acquistato da una collezionista anonima – quanto è a tema l’anonimato? – che dichiara «Quando il colpo di martello del banditore ha sancito l’aggiudicazione dell’opera la settimana scorsa e il lavoro è stato distrutto sono rimasta scioccata, poi gradualmente ho capito che avrei portato a casa un pezzo di storia dell’arte».

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Sono belle queste storie a lieto fine. Ma non provoca più di un accenno di sorriso. Non perché non stimi Banksy, tutto il contrario. Conosciamo il suo lavoro. E conosciamo tanti altri artisti che hanno distrutto i propri lavori, alcuni per motivi più nobili. Banksy ha trasformato la sua opera con un gesto forte davanti a tante persone, mentre altri artisti tagliavano tele, o cancellavano i propri lavori nel silenzio.

Banksy è l’artista ribelle che si è adeguato a certi sistemi piegandoli a suo capriccio. Entrava clandestinamente nei musei inserendo i suoi lavori, prendendosi gioco di tutti. Ma adesso questo sistema lo vorrebbe inghiottire, ma con la sua benedizione. Da bravo artista cinico è riuscito a trovare il modo di cavalcare questo cavallo pazzo che è il sistema dell’arte contemporanea.

Dai muri delle strade a quello di Sotheby’s è stato un bel cambiamento, ed era quasi scontato che qualcosa sarebbe accaduta durante quell’asta. Si vocifera che il tutto sia stato organizzato, ma lo stesso ex gallerista di Banksy, Steve Lazarides, ha dichiarato: «Ho lavorato con lui per 12 anni, l’idea che fosse d’accordo con un’istituzione per realizzare la performance è antitetica alla sua filosofia». Appunto, l’ex gallerista. Steve caro, forse il tuo ragazzo è cresciuto e ha fatto nuove amicizie e ha cambiato le sue abitudini? Di fatto non lo scopriremo mai. Il mistero e il dubbio sono elementi che avvolgono l’artista, suscitando tanta curiosità e portando chiunque a parlare di lui, per cercare di svelare il grande mistero di Banksy.

«Girl with Balloon» è andata distrutta, non esiste più. Adesso è «Love is in the Bin», forse come il concetto stesso di un sistema che riesce a riciclare spesso cose di dubbia provenienza artistica, trasformandole in gesti storici, con tanti zeri. Un sistema che, come Banksy, trasforma le cose davanti agli occhi di tutti.

Vi lasciamo con una domanda. È Banksy che mantiene in piedi il personaggio, o il personaggio è riuscito a snaturare l’artista di strada ribelle?


 

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